Recensione: Ci rivedremo tra le stelle di Lorena Franco
Titolo: Ci rivedremo tra le stelle
Autore: Lorena Franco
Genere: Travel Time / Romanzo rosa
Editore: Self Publishing
Data di pubblicazione: 05 Gennaio 2022
Un romanzo straordinario che affronta il tema dei VIAGGI NEL TEMPO da un punto di vista magico. La sua bellissima e indimenticabile storia d’amore ha già conquistato centinaia di lettori in tutto il mondo.
Nel 1930, a soli dieci anni, la piccola Emily Stuart scompare misteriosamente senza lasciare traccia. Sessantadue anni più tardi la giovane Amy Thompson, di undici anni, viene salvata da un uomo con metà volto sfigurato dall’essere investita da un’auto. Dall’altra parte Paul Lee, il migliore amico di Emily fin dall’infanzia che non ha mai smesso di cercarla, è stato costretto a oltrepassare i limiti del tempo attraverso un incontro casuale avvenuto nella mansarda dove aveva vissuto momenti indimenticabili di gioco con la bambina scomparsa.
Una storia d’amore magica e indimenticabile, ricca di suspense, d’azione e di vendetta, nella quale si intrecciano vite e avvenimenti nel corso degli anni accomunati da uno sfondo: Clinton Hill (Brooklyn, New York). Storie parallele e fatti intriganti, nei quali niente e nessuno è ciò che sembra; salti nel tempo accomunati da una domanda che l’uomo si è posto fin dalla notte dei tempi: è possibile viaggiare nel tempo?
Buongiorno Fenici.
Ero entusiasta di questa lettura, perché adoro i time travel e non ce ne sono mai abbastanza. Purtroppo sono rimasta un po’ delusa.
Una bambina per noia si butta dentro a un vortice sconosciuto che la porta in un futuro molto lontano. Decide poi di restare con i due ragazzi che l’accolgono come una figlia e cresce lì.
Il suo amichetto più stretto (nel quale tutti già vedono il futuro marito) diversi anni più tardi, nonostante sposato e con la moglie incinta, tenterà il salto nel tempo per ricongiungersi con lei. Purtroppo si accorge che durante la crescita Emily è stata più volte in pericolo di vita e quindi inizia a muoversi avanti e indietro negli anni come un angelo custode.
Il romanzo segue quindi le vicende dei vari personaggi per andare a ricostruire la vita di Emily e le varie disavventure che ostacolano il loro legame. Proseguendo nella lettura ritroveremo le varie situazioni cruciali leggendole dal punto di vista della persona che le provoca o le risolve.
Ho apprezzato l’architettura complessa su cui l’autrice ha imbastito la storia, ma sono mancati altri elementi che erano essenziali per dare forma e contenuto al romanzo.
Parlo in primo luogo di emozioni e psicologia: i personaggi sembrano muoversi seguendo gli sviluppi della trama, e non viceversa. Non hanno personalità, sogni, desideri, paure, domande esistenziali. Nessuno sembra traumatizzato o anche solo incuriosito dal fatto di abitare in un tempo diverso da quello a cui era abituato. Nessuna nostalgia per i genitori o desiderio di tornare indietro.
Domande esistenziali del tipo “perché c’è questo varco”, “come funziona”, “perché io”, “cosa posso fare con questa opportunità” non vengono poste, e il viaggio nel tempo pare dato per scontato senza sconvolgere nessuno. Nessuno si documenta o si chiede se si può fare qualcosa in merito.
A questo si aggiunge il fatto che talvolta ci si domanda come mai i salti temporali non vengano sfruttati per superare le criticità, salvare delle vite oppure per avvisare qualcuno di quello che succederà, magari riprovando tenacemente fino a ottenere un vantaggio. Ma soprattutto mi sono chiesta fin da subito come mai la protagonista bambina non abbia sfruttato il portale nel tempo per tornare a casa.
John e io saremo i tuoi genitori e ti chiamerai… Amy Thompson. Amy… ti piace?» Emily annuì sorridendo, si alzò di scatto e abbracciò April, la quale sorrise fra le lacrime. Volle bene a quella bambina fin dal primo momento in cui la vide giocare in mansarda, come se fosse sempre stata lì, ma quel forte e dolce abbraccio fece sì che la sentisse figlia sua, per sempre. (Tratto dal libro)
La seconda cosa che non mi ha convinta è la storia romantica, che mette radici nell’affetto tra due bambini di dieci anni che vengono separati. Difficile credere che questa simpatia infantile abbia resistito alla lontananza temporale e spaziale trasformandosi in innamoramento a distanza, finendo in amore eterno nei confronti di una persona solo idealizzata, che non esiste se non nella propria mente, che per forza di cose non ha più nulla in comune con quel bambino che si conosceva in passato. Trovo che sia un’aggravante, non un “plus”, il fatto che i genitori pensassero e sperassero che i loro figli si sarebbero in futuro sposati: questo in genere è una grandiosa premessa per sentire il peso delle aspettative altrui e iniziare a odiare l’altra persona.
Avrei capito se tutto questo si fosse alla fine rivelato un grande bluff mostrando la potenza e la falsità della propria immaginazione e idealizzazione, e invece ha portato (con una certa crudeltà piuttosto che romanticismo) come se niente fosse a tagliare i legami esistenti con altri partner, senza rimorso, senza empatia, senza pietà.
La trama, come dicevo, è ben congegnata ma risulta tutt’altro che lineare: ci si sente presto un po’ ubriachi, sballottati avanti e indietro nel tempo in saltelli che talvolta risultano uno strumento leggermente abusato.
Se si somma alle varie tracce temporali anche una pluralità di personaggi dei quali la narrazione in terza persona segue le vicende, allora capite come tutto si complica.
Purtroppo anche la mancanza di show don’t tell, i concetti ripetuti e i dialoghi un po’ acerbi non aiutano a migliorare l’esperienza di lettura.
Credo che una mancanza importante sia che l’autrice non è riuscita a convincermi dell’evoluzione che si è verificata circa a metà libro, quando i protagonisti che viaggiano nel tempo smettono di farlo per compiere azioni che ostacolano gli altri, sentendosi invece in dovere di perseguire azioni già scritte nel destino.
Qualcuno a un certo punto capisce che i fatti del passato non si possono modificare, ma questo accade senza che venga spiegato come e chi lo capisce, quindi in noi rimane una flebile speranza che, in fondo in fondo, sia possibile cambiare il destino e almeno portare a redenzione l’antagonista.