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Recensione: Ritorno all’amore – Serie: I fratelli Gallagher vol. 1 di Carrie Ann Ryan

TITOLO: Ritorno all’amore

SERIE: I fratelli Gallagher vol. 1

AUTORE: Carrie Ann Ryan

GENERE: Romanzo rosa

EDITORE: Self publishing

DATA DI PUBBLICAZIONE: 6 Settembre 2021

Ritorno All’amore #1
Passione Ritrovata #2
Una nuova speranza #3

Nella prima serie spin-off della Montgomery Ink di Carrie Ann Ryan, autrice di best seller per il NY Times, un uomo tormentato svela cosa significa darsi una seconda possibilità con la donna più inaspettata…

Graham Gallagher ne ha viste di tutti i colori e, dopo aver vissuto una tragedia, ha perso tutto. È sempre stato la roccia dei fratelli, la persona sulla quale contare nella quotidianità e nel lavoro, ma sa anche cosa significa innamorarsi, avere una vita piena e vederla sgretolarsi davanti agli occhi. Non è più alla ricerca di qualcuno che lo scaldi nel letto, ma a quanto pare non ha imparato la lezione, perché la nuova piercer della Montgomery Ink lo tenta come nessun’altra.

Blake Brennen sarà anche nata ricca, ma si è creata una nuova vita da zero nel mondo dei tatuaggi, dei piercing e della libertà. Ciò che non sa è che i legami che pensava di aver reciso tanto tempo prima non sono svaniti del tutto. Quando comincia a imbattersi ripetutamente in Graham, capisce dal primo sguardo che non è l’uomo giusto per lei. Blake, però, è particolarmente brava a fare le scelte sbagliate e Graham potrebbe essere una tentazione irresistibile per la ragazzaccia che lei pensava di aver messo a tacere per sempre dentro di sé.

 

 

Non ricordavo l’autrice così prolissa e ridondante: ho trovato lo stile meno scorrevole rispetto agli altri volumi, molte spiegazioni e ripetizioni inutili. Forse per un diverso editing?

Non sapeva cosa gli fosse preso, ma ciò che era appena successo non sarebbe accaduto mai più, non ci sarebbe più cascato. Se si sentiva così scombussolato e teso per un unico bacio, per un unico sguardo, non ce l’avrebbe mai fatta a tenere Blake tra le braccia, a letto. Blake non era la donna giusta per lui e non voleva neanche che lo fosse, diamine. La Kiss Cam poteva anche andare al diavolo.

(Tratto dal libro)

 La storia parte molto lentamente: una lunga premessa ci presenta i protagonisti e le loro rispettive sofferenze, mentre solo a metà si daranno il primo bacio. Del resto, Blake e Graham non sono due adolescenti e si portano dietro un bel fardello pesante che merita il giusto approfondimento: senza entrare nello specifico per evitare troppi spoiler, vi dirò solo che si parla di coniugi e figli, quindi storie non facili. Graham deve superare un lutto avvenuto diversi anni prima, mentre Blake si è lasciata alle spalle qualche uomo che l’ha delusa. Entrambi devono gestire una complessità che impedisce loro di mettersi in gioco e buttarsi in una nuova relazione troppo facilmente. Si fanno quindi spaventare dai primi accenni a “qualcosa di complicato”, perché non ne hanno proprio bisogno.

 “Credevo che non volessi essere coinvolto in una faccenda del genere.” Graham le passò un pollice su una guancia. “Non ho ancora capito cosa voglio o se ci sia davvero un modo per non soffrire, ma non posso andarmene ora che hai bisogno di me.”

(Tratto dal libro)

 Blake e Graham “si avvertono” a pelle, alla presenza dell’altro rimangono “disturbati”. Non è proprio odio, piuttosto un fastidio che solletica anche un po’ di eccitazione. Ricorda loro i partner precedenti e il modo in cui li avevano desiderati, e questo rievoca tristi memorie; capiranno solo in seguito che l’antipatia non è dovuta alla persona che hanno davanti ma ai sentimenti che smuove dentro di loro.

Si rendono conto che vale la pena di esplorare le nuove emozioni che provano insieme. Iniziano a uscire ma, quando si accorgono che anche l’altro porta con sé un discreto quantitativo di complessità, si spaventano. Per fortuna entrambi hanno accanto persone a cui chiedere sostegno e con cui confidarsi, che permettono loro di non chiudersi dietro a degli scudi: le famiglie Montgomery e Gallagher (ditemi che non sono l’unica a sentire il ritornello di Wonderwall ogni volta che leggo “i fratelli Gallagher”!).

“Perdere un bambino, sopravvivere a un figlio deve essere una delle disgrazie peggiori che ti possa capitare. Mi dispiace tantissimo, Graham.” L’uomo fece una risatina, ma non per ciò che Blake aveva detto. “Immagino che questa non sia proprio la relazione senza problemi che avresti voluto per noi.” “Sono stata stupida solo a pensare che potesse esistere una relazione perfetta, perché nessuno è perfetto. Questi non sono problemi, Graham, è dolore. È una tragedia che non avresti mai dovuto subire, e non sai quanto mi dispiace, è terribile.”

(Tratto dal libro)

Le caratterizzazioni ci presentano due personaggi spigolosi: Graham è diventato una sorta di orso dopo il fatto traumatico: difficile negli approcci, è brusco, poco affettuoso e spesso dice la cosa sbagliata. Tuttavia è un atteggiamento a tratti incomprensibile (si allontana per un po’, si riavvicina senza motivo, si trattiene dal fare sesso per un mese, poi la passione esplode improvvisa come se si fossero appena avvicinati… insomma ok le sfaccettature, ma non sempre le ho trovate coerenti con le azioni volte ad alimentare il classico tira-e-molla).

Voleva molto di più, voleva sentirlo, voleva avvinghiarsi a lui e baciarlo con foga. Proprio per quel motivo, invece, si ritrasse. “Va bene, basta,” gli disse con delicatezza. Graham le mise due dita sotto al mento e la obbligò a guardarlo negli occhi. “Vorrò baciarti di nuovo, Blake. Di continuo.” “Beh, forse te lo lascerò fare.”

(Tratto dal libro)

 Blake è la piercer del Montgomery Ink. Dai camei nei libri precedenti immaginavamo una vera dura, tutta piena di tatuaggi e risposte taglienti, ma una pagina dopo l’altra si svela sempre più fragile e insicura. Sicuramente è stata indurita dalle vicende della vita, che la costringono a scappare e viaggiare sottotono per non essere rintracciata, ma questa sua forza viene sempre più smantellata dalle vicende, e la vera Blake che si rivela è tutt’altra persona rispetto a quella che pensavamo.

A quel punto l’orso diventa possessivo e protettivo, tanto da segnare il territorio e agire in modo quasi primitivo.

Due caratterizzazioni, insomma, che a mio avviso si estremizzano anziché arricchirsi di sfumature; diventano più rigide, senza riuscire a spiegare benissimo l’evolversi dei loro stop and go.

Quelle ultime parole le uscirono in sussurro e Graham era certo che fosse per colpa sua: sapeva che Blake aveva paura di parlargli della figlia e quel pensiero lo uccideva. Prima o poi avrebbe risolto quella situazione, avrebbe fatto in modo che Rowan non dovesse sentirsi indesiderata per niente al mondo. Allo stesso tempo, avrebbe dovuto capire cosa provasse per Blake, perché quell’esitazione e quel dolore nella voce di lei non gli andavano proprio giù.

(Tratto dal libro)

Il parallelismo tra il tipo di perdita e i traumi che Blake e Graham hanno vissuto legato ai loro figli inizialmente li allontana per un eccesso di emozioni e ricordi negativi, ma in seguito diventa un collante che permette di sanare le ferite.

È l’aspetto erotico che invece non mi ha convinta: inserito talvolta a forza, sospeso senza motivo in altra occasione, sostitutivo del dialogo in un altro momento importante… l’ho trovato spesso collocato e gestito fuori luogo. Tanto più che la loro relazione non è esplosiva, non è pura lussuria: non si tratta mai di una passione incontenibile ma agita con consapevolezza, dato che da subito sono in gioco le emozioni. Tra loro la passione è sempre collegata a qualcosa di affettivo che, anche se non viene subito accettato, è ben presente.

“Ciò che dici non ha senso.” Lui le prese il viso tra le mani. “Ti voglio, Blake, nella vita e a letto.” “Io però ho una figlia,” sussurrò lei, mentre non faceva caso al calore di quelle parole che le riempiva il petto e che le era mancato tanto. “Lo so, ed è davvero forte. Mi piace un sacco perché ti fa sorridere. Non so cosa succederà in futuro o come reagirò se la situazione dovesse complicarsi, ma ora sono qui. Può andar bene così?”

(Tratto dal libro)

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