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Recensione: Il fuoco che respiro di Elle Eloise

Titolo: Il fuoco che respiro
Serie: Stand alone, autoconclusivo
Autore: Elle Eloise
Editore: Self Publishing
Genere: Contemporary Romance – Age Gap – Second Chance
Numero di pagine: 329
Data di pubblicazione: 17 febbraio 2022

Contemporary Romance con sfumature “Age Gap” e “Second Chance”
CONEY ISLAND, BROOKLYN (NY)

«Ti prego, solo per stanotte. Fingi di amarmi» mormorai con una voragine al petto.
«Cosa?»
«Se non mi ami, fingi. Io capirò, ma ti prego non ti fermare.»
Sgranò gli occhi come se non capisse in che modo dovesse fare. Come se, a ventisette anni, non avesse mai amato e non fosse mai stato amato da nessuno. Non stentavo a credere che fosse davvero così.

Con l’inaspettata morte di sua madre, Mackenzie Baker (22 anni) si vede costretta a ricontattare Connor O’Brien (31 anni) dopo un lungo periodo di silenzio. Ragazzo ombroso e senza famiglia, nonché ex studente della madre, che in passato lo aveva ospitato a casa sua per un anno e mezzo, Connor aveva instaurato con la ragazza un rapporto molto profondo, fino a far sconfinare l’iniziale amicizia in un sentimento proibito e senza futuro. Oggi Mac si ritrova in un mare di guai, con un padre che ricompare dal nulla e un cuore spezzato apparentemente impossibile da riparare. Di quel forte legame che c’era tra lei e il ragazzo sembra rimasto soltanto un cumulo di detriti sulla battigia di una spiaggia.
L’appassionante storia di Mac e Connor ripercorre circa tredici anni della loro vita, tra repentini avvicinamenti e lunghe separazioni, tra continui cortocircuiti temporali e vecchie istantanee che gettano luce su un presente di incertezze e diffidenza. “Il fuoco che respiro” è un travagliato viaggio attraverso le pericolose fiamme del desiderio e i laceranti ricordi di un passato più vivido del presente. A fare da sfondo l’atmosfera decadente delle musiche anni Settanta, dei falò in spiaggia e della magia del Luna Park.

Dopo gli autoconclusivi “Cosmic Love”, “Invisible Sun”, “Close to me” e la serie “How to disappear completely” (“Cuore di inverno”, “Come una tempesta”, “Voci nel vento”, “Fino alle stelle” e “Bonus Track – Le novelle”), Elle Eloise racconta l’amore intenso e tormentato tra un ragazzo e una ragazza che, prima di viverlo, dovranno imparare a perdonare e a perdonarsi.

Panico, ecco cos’era. Ero nel panico. Perché non avevo la minima idea di come affrontare questa cosa. Non ero sua madre, non ero suo fratello, non ero il suo fidanzato. Non ero un cazzo di nessuno. Eppure, sapevo di essere l’unico che avrebbe potuto fare qualcosa, l’unica persona adulta che aveva al suo fianco.

 

 Questo romanzo di Elle Eloise mette sul piatto un buon numero di elementi intriganti (gap age, disturbi alimentari…), e lo fa con una modalità interessante, alternando momenti presenti e passati senza seguire una linearità ben definita. In questo modo massimizza l’effetto stridente tra la dolcezza, l’ingenuità e la luce della nostra Mackenzie adolescente e la ruvidezza, la chiusura, la disillusione di una Mackenzie più matura. Prima e dopo Connor, si potrebbe dire… ma i fatti sono più complessi di così.

Non dissi nulla. Non dissi che era in parte colpa sua. Non dissi che ero diventata un’altra da quando lui aveva fatto di me una donna su un talamo di sabbia scaldato dal fuoco di un falò e poi mi aveva ripudiata senza una parola di commiato. Che dopo quella notte la mia vita era letteralmente stata risucchiata in un vertiginoso buco nero.

 

Mackenzie ama Connor fin da giovanissima, appena dieci-undici anni.

Si trovano a convivere sotto lo stesso tetto quando lui, scappato dai suoi genitori a 19 anni, viene accolto dalla madre.

Mackenzie è affascinata da questo ragazzo tormentato e silenzioso, molto più grande di lei, e col tempo se ne innamora. Connor la rifiuta e la allontana più e più volte, per tutti i motivi che possiamo immaginare rendano una relazione con una sorellastra minorenne una pessima idea, nonostante l’attrazione che a sua volta inizia a provare man mano che lei cresce. Nel buttare avanti la palla rimandando qualsiasi gesto alla maggiore età nell’auspicio che la cotta le possa passare, cerca di evitare che un grave errore possa rompere i rapporti con l’unica famiglia che gli rimane: una quasi-madre amorevole e un quasi-fratello che lo guarda come un eroe.

«Perché voglio che tu stia con un bravo ragazzo e io non sono un bravo ragazzo, Mac.» «Non esistono bravi ragazzi, io sono stata solo con i più stronzi.» Si schiarì la gola, in difficoltà. «Per capire… di quanti ragazzi stiamo parlando?» «Tanti» mentii. Erano solo due e non ero andata fino in fondo con nessuno di loro. Io volevo lui. Volevo il suo corpo, il suo cuore, la sua testa. Volevo dargli tutto, il mio amore, la mia innocenza. La mia vita.

 

Diversi anni dopo, la situazione è ancora in stallo: Mackenzie diventa maggiorenne e cerca di riscuotere il suo primo bacio, pressando per poter realizzare il sogno che ha coltivato per così tanto tempo. Invece, Connor continua a ritenere che possa essere un errore tremendo, che lei sia troppo giovane, di non essere la persona giusta per lei. Quindi si allontana, fisicamente ed emotivamente, cambiando paese e smettendo di sentirla, ma solo dopo averle tolto la verginità. Questo manda Mackenzie totalmente in crisi, aggravando i suoi disturbi alimentari; non solo la sua positività viene rotta, ma anche la sua percezione della vita: inizia a punire un corpo che non è stato sufficiente per attrarre la persona che amava, smettendo di nutrirlo.

Oltre all’anoressia iniziano a incanalarsi altri fatti che la precipitano in un buco nero sempre di più.

 Così lo baciai di nuovo, questa volta aprendo le labbra con le mie. Lo assaporai piano, prendendo il mio tempo. Il nostro tempo. Fino a quando Connor non afferrò le mie braccia, stringendole così forte da lasciare il segno. Mi scostò, scrutandomi dall’alto con una severità che non aveva nulla di credibile. Mi baciò lui a quel punto. Fu un bacio ruvido, arrabbiato, taciuto per anni. Fu un bacio rivendicato, un bacio salato. Un bacio amaro. L’amarezza di un amore che non sarebbe mai dovuto nascere e che ci stava di nuovo travolgendo con la potenza dei ricordi, delle emozioni mai dimenticate.

 

Come anticipavo, la narrazione alterna momenti della loro infanzia a momenti presenti. Svela quindi un poco alla volta gli antefatti, le evoluzioni del loro conoscersi e del loro innamorarsi mostrandone al contempo gli effetti devastanti, la risonanza sui loro sentimenti a distanza di anni.

“La memoria è un puzzle tutto da ricostruire” dice l’autrice in una nota finale, ed è proprio questa la sensazione che si ha leggendo capitoli che saltellano un po’ avanti e un po’ indietro: quella di una storia che prende forma un pezzo per volta, una sfumatura alla volta.

Dal pozzo scuro della mia memoria cominciarono a riemergere vecchi ricordi che si ammucchiavano come messaggi segreti in bottiglie naufragate su una riva. Non erano propriamente quelli a farmi male. Erano le sensazioni che provavo all’epoca e che stavano riaffiorando adesso, in tutta la loro prepotenza. La costante tentazione di guardarla, di afferrarla, di baciarla. Di stringerla fino a farle male.

 

 Se da un lato, ora che sono entrambi cresciuti e la madre non può più giudicarli, Connor sente che potrebbe essere il momento per una seconda possibilità, dall’altro le condizioni sono tutte sbagliate: il loro legame, la fiducia e i sentimenti sono tutti da ricostruire.

Mackenzie nel presente non è più un’adolescente innamorata e piena di speranza: è colma di rabbia, indurita, ha buttato via il suo corpo, ha regalato il sesso e ha un cuore gelido, non concede più affetto e intimità, ormai disillusa.

Connor, per quanto abbia provato a rifarsi una vita, non è mai riuscito a legarsi a nessun’altra come con lei. Si tratta di capire il vero motivo per cui non vuole tentare una relazione, e non può che essere la paura: di non essere adatto, non essere abbastanza, di avere un passato troppo complicato, di perdere gli unici veri affetti che ha.

Mac era pura energia ma noi l’avevamo prosciugata, come avevano fatto suo padre e i suoi nonni prima di noi. Ciò che avevamo lasciato era un burattino inerme fatto di pelle e di ossa, abbandonato su un palcoscenico buio, nascosto al resto del mondo da uno spesso sipario.

 

Questo testo dalle molte sfaccettature ci propone una situazione difficile caratterizzata da un gap age in un’età equivoca e ci mette di fronte a dei dubbi leciti sul fatto che fosse meglio assecondare il loro innamoramento e la loro attrazione reciproca fin da subito. Tra i vari temi toccati, oltre alla lotta di Mackenzie con un disturbo alimentare, vediamo un ragazzo insicuro che non è stato amato dalla madre, che si vede sbagliato, non all’altezza di quello che la ragazzina meriterebbe dalla vita.

Il rivederli diversi anni dopo scoprire gli effetti devastanti di una decisione adolescenziale che doveva essere la migliore per tutti (quella di separarsi) è drammatico. Pensare che il loro amore sia sopravvissuto per tanti anni, a tutto il dolore che hanno provato, a quanto si sono puniti, a tutto quello che avrebbe potuto essere e non è stato non è affatto facile.

Ma, come spesso dicono, se il momento migliore era prima, il secondo momento migliore è adesso.

«Non osare più dubitare dei miei sentimenti per te, perché tutto ciò che ho fatto, giusto o sbagliato, l’ho fatto pensando a te, a costo di sacrificare me stesso!» Le sue lacrime erano una ferita nel mio petto. «Allora smettila di sacrificarti, Connor. Basta» riuscì a dire, nonostante i singhiozzi. «Basta vivere di rimpianti, di omissioni, di bugie. Non voglio più viverla questa vita del cazzo senza di te al mio fianco. Non mi interessa. Anch’io voglio il meglio per me e il meglio che posso avere da questa vita sei tu!»

 

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