Recensione: L’ossessione della famiglia Rule – Serie: Le regole dei Rule vol. 1 di Lynda Chance
Titolo: L’ossessione della famiglia Rule
Serie: Le regole dei Rule
Autore: Lynda Chace
Genere: Romanzo Rosa
Editore: Grey Eagle Publications
Data di pubblicazione: 08 Marzo 2022
L’ossessione della famiglia Rule
La proprietà della famiglia Rule
La passione della famiglia Rule
La seduzione della famiglia Rule
Un maschio alfa come pochi: Damian Rule è un intransigente uomo d’affari che ama la sua vita così com’è. Porta i capelli corti, esige affari ben organizzati e vuole una donna di sani principi e conformista, dentro e fuori. Quando incontra Angie Ross, vede un subbuglio dark di bellezza e sensualità. Con le sue calze a rete e braccialetti chiodati di pelle è a dir poco inappropriata per le sue esigenze a lungo termine. Ma per quelle a breve termine? Fa proprio al caso suo.
«Stronzo,» l’insultò. Il viso di Damian fu attraversato da un’espressione feroce e sembrava volesse scuoterla, ma non lo fece. «Non ti azzardare,» ribatté e, se possibile, la morsa si fece ancora più stretta.
«Un vero peccato che non ti vada bene. Non sei il mio capo, non mi dici come devo comportarmi.»
«Non me ne frega niente di essere il tuo capo. Non voglio dirti come devi comportarti. L’unica cosa che voglio è scoparti.»
La Grey Eagle ci ha abituato a dei bellissimi dark romance anche piuttosto forti ed estremi, ma questo, in particolare, mi è sembrato troppo borderline, cioè privo di quegli elementi che rendono accettabile (per i miei gusti) il personaggio maschile.
A differenza dei protagonisti di mafia o dark romance, infatti, Damian è un miliardario comune, nessuna pressione per un ruolo da boss, da sicario e nessun passato traumatico che abbia lasciato strascichi psichiatrici sulle sue capacità emotive; non ha, insomma, nessuna consapevolezza dei propri difetti, a differenza degli uomini tormentati che solitamente popolano i dark. Come se il suo atteggiamento fosse normale, accettabile, da vero maschio, addirittura un vero sinonimo di amore.
La desiderava. Era innegabile. Dietro quel suo profondo sguardo rovente c’era di più di un semplice invito. C’era un possesso primitivo, una determinazione spietata e inflessibile che avrebbe dovuto farla fuggire a gambe levate.
Mi aspettavo da una pagina all’altra o per lo meno nell’epilogo di assistere a un femminicidio, perché Damien è lo stereotipo, l’icona dell’uomo possessivo, preda degli impulsi, incapace di controllarsi, violento, primitivo, incapace di empatia, di dialogare e di esprimere le proprie emozioni, impermeabile ai “no” della partner di turno. Tratta la sua donna come un oggetto, considera il suo corpo con senso di appartenenza determinandone la sfera d’azione, di libertà.
Questo atteggiamento, che trasuda comunque una forte carica sessuale, attrae Angie e fa sì che perda la testa ogni volta che si trova in sua presenza, rendendola incapace di ragionare, di dargli delle risposte, di dire NO (anche se l’autrice ci fa credere che non abbia voglia di dirne alcuno). E io continuavo a ripetere nella mia mente: “scappa, scappa da un tizio del genere!”
«Ok… So che vuoi che metta il rossetto.» Lui la osservò senza fare il minimo sforzo per nasconderlo. «Voglio che lo metti quando siamo soli, come stasera.» Il sangue le affluì alle estremità delle dita, nel punto in cui l’accarezzava lui. «Vedremo,» fu l’unica risposta che riuscì a dargli. Lui aggrottò un perfido sopracciglio. «Vedremo?» Angie scrollò le spalle. «Senza impegno, giusto?»
Damian le liberò la mano, appoggiò la schiena alla sedia e prese il suo bicchiere di vino.
Si limitò a osservarla dall’altro lato del tavolo, così lei gli chiese: «Giusto, Damian?»
Lui la osservò fin troppo, mettendola quasi a disagio, e poi rispose: «Vedremo.»
Il modo in cui aveva ripetuto le sue parole, ma con un tono diverso, la fece tremare. In quell’istante ammise a se stessa che provava un’attrazione totale e inequivocabile per quell’uomo.
L’altra faccia del discorso è il concetto di “vero maschio”. Viene citato un paio di volte nel libro, la stessa Angie dice di non poter resistere al suo fascino perché lui è “un vero maschio”. L’idea di abbinare l’essere un vero uomo a tutte le caratteristiche primitive e possessive sopra descritte mi fa semplicemente rabbrividire. È davvero questo che vogliamo insegnare ai nostri figli maschi? Che per essere veri uomini devono possedere il corpo (la mente, il portafoglio, la vita sociale…) della loro donna? Che quando provano gelosia o altre emozioni forti che non sanno esprimere sono giustificati nell’agire fisicamente con violenza? Ed è davvero questo fa sprigionare il desiderio femminile, l’essere posseduta come un oggetto?
«Nessun altro ti tocca a parte me… e a letto voglio la tua assoluta ubbidienza.» A quelle parole il respiro di Angie accelerò a un ritmo vertiginoso. «Pensavo… pensavo di averlo già fatto.» Lui incatenò lo sguardo al suo. «Forse… forse no. Da questo momento in poi voglio la tua resa assoluta, voglio certi diritti sul tuo corpo.»
Angie non si rende conto che stare con questo uomo troppo passionale la costringe a perdere via via dei pezzi di libertà. Quella bella ragazza indipendente e ribelle è arrivata a lasciare il lavoro per trasferirsi da lui, perché lui non accettava un no. Non solo; come contropartita per il sentimento di amore/ossessione/passione che è disposto a darle, Damian esige di privarla della libertà di incontrare qualsiasi figura di sesso maschile (tra cui un amico gay: perché anche lui è un “maschio”) e di rinunciare a esprimere opinioni (figuriamoci il controllo!) durante il sesso, tranne la facoltà di interromperlo usando la parola “stop”.
«Troppi di loro sono bisessuali. Credimi, se c’è una donna al mondo che possa fare diventare etero un uomo gay, quella sei tu, tesoro.»
Angie restò ad ascoltare, basita. Era chiaro: la sua era un’opinione eterosessuale. Estremamente eterosessuale. Così eterosessuale da non riuscire a vedere i gay per quello che erano: gay. Avrebbe potuto provare a spiegarglielo, avrebbe potuto ribattere che così come lui non era interessato agli uomini, così gli uomini gay non erano interessati a lei. Ma il problema, Angie lo sapeva, era che gli sarebbe entrato da un orecchio e uscito dall’altro. Damian non l’avrebbe capito. Non perché non fosse intelligente, ma perché era estremamente maschio.
L’autrice ci mostra che le cose vanno sempre bene anche a distanza di anni, che non peggiorano mai… ma vediamo quotidianamente cosa può accadere con uomini del genere. Dopo alcuni anni Angie mantiene la sua determinazione, è ancora una donna sicura di sé e autonoma (e probabilmente proprio per questo continua ad affascinare il suo uomo, visto che non è stata spezzata), anche se ci sono piccolezze che vorrei sottolineare: il finale ci fa capire che ha imparato a compiacerlo, anticipando le sue possibili sfuriate, le possibili critiche e adeguandovisi, in modo tale da prevenire eventuali litigi che, visti i precedenti, potrebbero essere piuttosto violenti se lei non riesce a calmarlo in tempo.
Per mezz’ora si era immaginato il peggio: Angie con un altro uomo. Il bruciore allo stomaco si fece più acuto. Cercò di respirare profondamente. Mentre parcheggiava e seguiva Angie su per le scale, cercò di ragionare. Era stato un semplice equivoco. Un errore di comunicazione. Tutto qui. Lei non aveva fatto niente di male, non era stata infedele. Quindi per quale motivo si sentiva così? In fondo in fondo conosceva la risposta: non aveva il possesso. Non possedeva al cento per cento, incontestabilmente, senza restrizioni, in maniera assoluta e inequivocabile i pensieri di Angie. Il suo corpo. La sua persona. Ed era quello che voleva. Ecco cosa cazzo voleva con lei.
Ossessione, controllo etc.: è un quadro accurato di un potenziale stalker/omicida, nel momento in cui lei dovesse mai cambiare idea o alzare la testa rispetto a uno dei tanti limiti espressi o ancora da esprimere (lo vediamo nell’epilogo): è una cosa che fa venire i brividi, al di là delle scene erotiche in cui si sparge sensualità e attrazione fisica a tutti i livelli.
Perché l’attrazione, checché fortissima, NON È AMORE,
l’impulsività che porta un uomo quasi alla violenza e alla costrizione della donna NON È AMORE,
saltare al collo di qualsiasi maschio, anche asessuato, che stia vicino alla propria fidanzata NON È AMORE,
non saper dialogare, non saper ascoltare, non saper comprendere le emozioni e i comportamenti del proprio partner NON SONO AMORE,
e voglio che ogni donna ne sia consapevole, che non trovi NIENTE DI NORMALE in questi atteggiamenti… quindi rimango fiduciosamente in attesa di un sequel noir che sveli il vero volto di Damian.
Nessun uomo resta da solo con te, è chiaro?» Angie lo fissò, e lui aggiunse: «Se ti trovo di nuovo da sola con un uomo, picchio lui a sangue, e a te…» «E a me cosa, Damian?» Glielo chiese senza muovere un muscolo. Era del tutto ammaliata, ma non lo avrebbe ammesso. «Cosa mi faresti?»