Recensione: Terrarossa- Serie: Le indagini di Lolita Lobosco di Gabriella Genisi
Titolo: Terrarossa
Serie: Le indagini di Lolita Lobosco
Autore: Gabriella Genisi
Genere: Romance giallo
Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: 10 marzo 2022
La circonferenza delle arance
Giallo ciliegia QUI
Uva noir QUI
Gioco pericoloso
Spaghetti all’assassina
Mare nero QUI
Dopo tanta nebbia QUI
I quattro cantoni QUI
Terrarossa
Bari, primi giorni di agosto. Mentre Lolita Lobosco cerca di godersi le ferie, nella rimessa dell’azienda agricola Terrarossa viene ritrovato il cadavere di Suni Digioia, giovane imprenditrice, attivista per i diritti dei braccianti ed ecologista convinta. Sul portone d’ingresso, scritta a lettere scarlatte, campeggia la frase: «Entrate, mi sono impiccata.» Ma la pista del suicidio, da subito la più battuta, non convince affatto la commissaria Lobosco, che torna in servizio decisa a vederci chiaro. Quando l’autopsia conferma che la ragazza è stata strangolata, la sua vita privata viene rivoltata come un calzino: era troppo bella, libera e indipendente per non suscitare invidie e maldicenze. Lolita, però, non si accontenta dei pettegolezzi e non esita a immergersi nelle acque torbide del caporalato per cercare di far affiorare la verità. Sullo sfondo di una città stravolta e quasi irriconoscibile, eppure pervasa come ogni estate dal profumo della salsa di pomodoro, la tenace commissaria barese torna con un nuovo caso da risolvere – intricato come la sua relazione con Caruso –, lottando ancora una volta per far trionfare la giustizia.
Ben trovate care Fenici.
Oggi ho il piacere di parlarvi del nuovo libro di Gabriella Genisi e della sua commissaria Lolita Lobosco pronta per una nuova indagine.
Lo scenario si apre in un’azienda agricola pugliese di prodotti green, dove viene trovata impiccata la proprietaria: Suni Digioia. All’inizio sembra trattarsi di un caso di suicido, ma successivamente l’ombra del delitto passionale si affaccia nelle indagini. Dopo pochi giorni infatti, viene trovato morto uno dei braccianti di colore impiegato all’interno della struttura.
Lolita è in ferie, ma la sua vacanza con Caruso non sembra andare bene. L’uomo infatti, pieno di segreti, le cela che nel prossimo futuro dovrà lasciare San Vito per prestare servizio come commissario in un’altra città. Per lei si tratta dell’ennesima delusione, dopo le ferite fresche lasciate dal suo precedente abbandono e il loro reciproco atteggiamento avvelena quelle giornate che dovrebbero essere di comunione. La vacanza finisce non appena arriva la notizia di quel ciclo di decessi e, a trovarsi in una situazione difficile è anche Marietta, la sua amica più intima, implicata con un conoscente della vittima. Per Lolita sarà l’ennesima crociata contro un sistema tentacolare di corruzione e morte.
Riuscirà a risolvere il caso e a recuperare il rapporto con il suo compagno?
Devo confessarvi che questa lettura è stata molto diversa dagli volumi che compongono le indagini di Lolita Lobosco. Per la prima volta, dopo tanto tempo,finital’ultima pagina ho pianto.
In tutti i casi della Lobosco sono sempre state trattate tematiche importanti e delicate, ma l’intensità e lo struggimento con la quale sono state illustrate le pratiche del caporalato, lo sfruttamento disumano degli immigrati, la miseria e gli stenti che queste persone devono subire per sopravvivere, aggrappati a un briciolo di speranza, mi ha colpito nel profondo. Ed è verociò che dice l’autrice attraverso la commissaria: tutti noi sappiamo, ma preferiamo far finta che tutto questo non esista, vuoi per comodità o per impossibilità di agire. Cerchiamo di non vedere una realtà scomoda piena di orrori, credendo che il mondo sia un posto migliore, solo che non lo è per tutti. Sulla carta dei diritti ogni essere umano è uguale davanti a Dio e ai suoi simili, nella realtà spesso non è così.
Quindi, un grazie a questa meravigliosa scrittrice, per ricordare a tutti noi che spesso, per fare la nostra parte, non dobbiamo guardare troppo in là e tante volte basta girare il volto verso il nostro vicino, tendendo una mano per aiutarlo a rialzarsi. Perché un muro è composto di sassi e se ognuno di noi mettesse il proprio, si potrebbe arginare questa coltre di omertà che copre le vittime dei soprusi.
La struttura del romanzo è ben composta, il world building costruito con dovizia e i personaggi studiati con perizia. I luoghi descritti con note poetiche sono quasi dipinti, che nelle pagine scorrono con incredibile fluidità.
Insomma una lettura da non perdere. La chicca finale, le ricette della nostra Lolita.
A presto fenicette!