Recensione: La collezionista di storie d’amore di Fiona Valpy
Titolo: La collezionista di storie d’amore
Autore: Fiona Valpy
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Narrativa
Data di pubblicazione: 4 Aprile 2022
Marocco, 1941. Josie ha raggiunto Casablanca insieme alla famiglia in fuga dalla Francia, ormai stremata dall’occupazione nazista. Ha solo dodici anni ma ha già imparato a sue spese quanto la vita possa essere dura. Per questo il sole abbagliante, i colori e i profumi della nuova casa la riempiono di meraviglia. I problemi sembrano lontanissimi e Josie è stregata dalla bellezza travolgente del posto. Ma presto arriva una nave diretta in America, sulla quale i suoi genitori sono riusciti ad assicurarsi un passaggio sicuro.
2011. Zoe mette per la prima volta piede a Casablanca. Il suo matrimonio sta naufragando, ha una bambina di cui prendersi cura e una nuova vita da progettare in una città in cui non conosce nessuno. Proprio mentre comincia a domandarsi se riuscirà mai a sentirsi a casa in un luogo così remoto e misterioso, sarà il ritrovamento di un diario, nascosto sotto le assi del pavimento della stanza della figlia, a mostrarle Casablanca sotto una nuova luce.
Attraverso le parole della giovanissima Josie, che ammirava lo stesso panorama sull’Oceano Atlantico, Zoe capirà che se vuole davvero una seconda occasione per essere felice, dovrà osservare il mondo con lo sguardo della purezza e della spontaneità che ha paura di aver perduto…
Ritorna un’autrice bravissima, specializzata nel raccontare storie di donne e capace di costruire ponti nel tempo e nella storia, e di cui mi ha commossa profondamente l’accuratezza della ricerca storica condotta, necessaria per elaborare questo romanzo ispirato a una storia vera raccontatale da un affezionato lettore.
Le protagoniste sono due donne: Josie, una ragazza che vive a Casablanca con i genitori durante il periodo della seconda guerra mondiale e Zoe, una donna che nella più grande città del Marocco è arrivata da poco e sta vivendo un matrimonio in crisi che sembra essere agli sgoccioli.
Tutta la storia viene costruita sulla base del diario scritto da Josie e che Zoe ritrova sotto le assi del pavimento della casa nella quale si è trasferita.
Una Josie adolescente racconta della sua famiglia: il padre infiltrato nella resistenza, la madre di origine ebrea e la sorella più grande. In attesa di un visto per l’America la ragazza trascorre le sue giornate con gli amici Nina e Felix, sognando un futuro migliore lontano da una città dove apparentemente la guerra non è arrivata. In realtà la Gestapo ha già allungato i suoi artigli sebbene le spie operino alla luce del sole per contrastare in tutti i modi il nemico tedesco.
Francesi, inglesi e arabi vivono giocando a carte con il destino.
Zoe legge il diario con grande partecipazione emotiva e questo la aiuta in parte a reagire a una profonda perdita che, all’inizio del romanzo non è comprensibile, ma che viene svelata alla fine.
La sua attività la porta a collaborare con un centro di accoglienza per rifugiati le cui occupanti sono perlopiù donne di varie nazionalità e Zoe insegna loro a cucire il quilt.
Tanti pezzi di stoffa provenienti da altrettanti parti del mondo formeranno un unico grande pannello dal significato profondo: accettazione, amicizia e speranza.
Due donne che apparentemente sono separate da sessant’anni, vengono unite dal coraggio di lasciare andare chi non c’è più.
Un bel romanzo, appassionante e complesso che consiglio vivamente.