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Recensione: Il cimitero di Venezia di Matteo Strukul

Titolo: “Il Cimitero di Venezia”

Autore: Matteo Strukul

Editore: Newton Compton Editori

Genere: Thriller storico

Data di pubblicazione: 2 Maggio 2022

Dall’autore della saga bestseller internazionale I Medici
Oltre 850.000 copie vendute
Un grande thriller storico
La prima indagine di Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto
Venezia, 1725.

Mentre un’epidemia di vaiolo miete vittime tra la popolazione, una delle donne più illustri della città viene trovata con il petto squarciato nelle acque nere e gelide del Rio dei Mendicanti. In un clima di crescente tensione, Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto, viene convocato dagli Inquisitori di Stato, insospettiti da una sua recente opera, che ritrae proprio quel luo­go malfamato: c’è forse un legame tra il pittore e l’omicidio? Mentre, sconvolto, sta lasciando il Palazzo Ducale, Canaletto viene fermato e portato al cospetto del doge, anche lui interessato a quel quadro, il Rio dei Mendicanti. Nel dipinto c’è qualcosa che, se rivelato, potrebbe mettere in grave imbarazzo un’importante famiglia veneziana: un nobile, ritratto in uno dei luoghi più popolari e plebei di Venezia. Perché mai si trovava in un posto simile? Canaletto riceve dal doge l’ordine di scoprirlo e riferire direttamente a lui. L’indagine – che all’inizio lo spaventa e poi, lentamente, lo cattura – lo porta però a frequentare ambienti apparentemente illustri in cui sembrano consumarsi oscuri riti, e nei quali si aggirano figure ambigue, dal passato avvolto nel mistero. Quali segreti si celano nei palazzi veneziani? Quali verità sarebbe meglio rimanessero sepolte?
Vincitore del Premio Bancarella

 

Ben trovate care Fenici, la recensione di oggi narra un genere che solitamente non rientra nelle mie corde, ma credo questa sia l’eccezione alla regola. 

Nella Venezia dissoluta d’inizio settecento, il cadavere di una ragazza viene rinvenuto in un canale: non è strano che queste povere persone trovino una triste fine, ma il motivo del suo decesso è comunque inquietante: dal petto le è stato strappato il cuore. Gli animi sono accesi e, non trovando un capro espiatorio, il mirino si sposta sulla collettività ebraica imputata di essere al centro dei vari disordini. 

Un importante pittore di nome Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, famoso, richiesto e dalla nomea prestigiosa, viene tacciato di collaborare con pericolosi dissidenti. Sotto pressione, riceve la chiamata del Doge che ha un importante incarico per lui. Sarà solo il primo di una lunga lista di missioni? Quale male alberga nella città, oltre all’epidemia in corso che nessuno riesce o sembra voler debellare?

Un romanzo di alto livello con un world building costruito in modo peculiare: dalle sculture alle sale, dai canali ai corpi senza vita, tutto è studiato in modo minuzioso, arrivando al cuore delle cose e dando concretezza a ogni protagonista o comparsa che sia, introducendoci nella cultura veneziana dell’epoca. L’autore, prendendoci per mano e guidandoci come il Canaletto, ci porta magistralmente all’interno delle varie stanze permettendoci di osservare dallo spioncino, oltre il quale scopriamo i segreti e gustiamo il frutto proibito insieme ai personaggi stessi.

Nel racconto c’è tutto: suspense, passione, amore, orgoglio, intrigo e una serie di storie che s’intrecciano tra paura e miseria, politica e arte, avventura e thriller, fino a giungere alle ultime pagine dove la sorpresa è sempre in agguato.

Ho sempre adorato i libri che hanno come protagonisti esponenti della cerchia artistica, famosi o meno, se poi c’è un caso da risolvere tanto meglio. Come ho già accennato, normalmente non mi piacciono i thriller ma questo lo ritengo più un giallo e ho quindi affrontato la lettura piena di fiducia, aspettando di conoscere un’altra storia su Venezia, la città di una delle mie nonne, che sento tanto nel cuore.

Vi lascio alla lettura. A presto Fenici.

 

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