Recensione: L’anti-fidanzato di Penelope Ward
Titolo: L’anti-fidanzato
Autore: Penelope Ward
Editore: Always Publishing
Genere: Contemporary Romance
Data di uscita: 21 Aprile 2022
Ben ritrovate, carissime Fenici.
Stavolta ho letto per voi “L’anti-fidanzato”, di Penelope Ward.
Per quanto la Ward sia una delle autrici che apprezzo maggiormente, questo romanzo mi ha lasciata un po’ perplessa, ma andiamo per gradi.
Carys è una giovane donna di venticinque anni, madre di Sunny, una splendida bambina che non riesce a chiudere occhio di notte a causa dei rumori molesti prodotti da Deacon, il vicino di casa.
Diciamo pure che tutti vorremmo un vicino così.
Eh sì, perché il nostro amico “strombazzer” – abbiate pietà, dovevo pur trovargli un soprannome – è il bonazzo di turno, quello che ti fa sbavare manco fossi un mastino napoletano.
Approfittando del pisolino della piccina, Carys esce di corsa per prendere la posta e si imbatte nel bel fustacchione. Inizialmente, lei non vorrebbe dirgli nulla sui fastidiosi rumori, ma poi vuota il sacco.
Imbarazzato e dispiaciuto, Deacon si rende disponibile per qualsiasi bisogno di Carys e della bambina, dimostrando di essere un uomo di buon cuore.
Nonostante la reciproca attrazione, tra i due si instaura un rapporto di amicizia. Una difficile scelta li costringerà a fare i conti con la realtà, mettendo a nudo i veri sentimenti.
Cosa accadrà?
Posso affermare che il mio personaggio preferito è senza ombra di dubbio la piccola Sunny. Uno scricciolo adorabile con la Sindrome di Down, con un caratterino ben definito, che conquista sin da subito Deacon.
“Carys mi aveva detto che di solito si imparava a camminare intorno all’anno di età, anche se probabilmente Sunny ci avrebbe messo un po’ di più. I bambini con la sindrome di Down in media ci arrivavano intorno ai due anni. A quindici mesi, Sunny era in vantaggio, a quanto pareva. Di sicuro si stava impegnando.
Accesi la TV e mi misi comodo. Non avevo previsto che potesse azzardare un altro tentativo, ma con la coda dell’occhio mi accorsi che mi veniva incontro e che non si stava tenendo a niente. Un piede davanti all’altro, sì: Sunny stava camminando verso di me.
«Ehi, ehi, ehi» dissi, togliendo i piedi dal divanetto.
Con un enorme sorriso sul viso, cercò di mantenersi in equilibrio sulle gambe traballanti. Il cuore mi batteva a mille, allungai le mani per accoglierla. Il suo sorriso si allargò ancora di più, finché alla fine non approdò tra le mie braccia.
Oh mio Dio. Sunny camminava. Cammina. Sa camminare.”
(Tratto dal libro)
Per quanto la storia sia scorrevole, mi ha lasciato un po’ perplessa. Ho apprezzato l’evolversi lento del rapporto di Carys e Deacon, anche le scene hot sono dosate senza essere eccessive, ma, capperina, non è scoccata la scintilla della chimica che di solito si percepisce tra la coppia, non sono riuscita a legarmi a loro.
Ciò non toglie che mi sia piaciuta Carys. L’amore verso la figlia, la determinazione di portare avanti la gravidanza da sola. La delusione di non poter più ballare a causa di un infortunio. È un personaggio forte e maturo.
“Mi ero ripromessa di tornare al lavoro quando Sunny avesse compiuto sei mesi, e invece la data X era appena passata e non ero ancora riuscita a rimettermi in gioco. Mi mancava uscire e socializzare. L’ideale era tornare almeno con un part-time. Ma avrei dovuto pagare una babysitter, senza parlare di tutti gli extra. Più facile a dirsi che a farsi, insomma. E in fondo non mi sentivo davvero pronta a staccarmi da lei. La scelta quindi era complicata, perché stavo lentamente impazzendo senza l’interazione con gli adulti.
Lasciare Sunny per tornare al lavoro avrebbe fatto di me una cattiva madre?”
(Tratto dal libro)
Dal canto suo, Deacon non è solo super sexy, ma si dimostra essere un ottimo amico e sostegno per Carys e Sunny. Combatte contro se stesso per non rivivere un trauma del passato, che conosceremo solo verso le battute finali del romanzo e che porterà alla luce le motivazioni per cui prova a tenere a freno i veri sentimenti verso la sua cara amica e la sua figlioletta.
“Avrei dovuto essere felice, ma sentivo un’oppressione nel petto che non riuscivo a placare. Sapevo che cosa la provocava. La lotta infinita tra il mio cervello e il cuore.”
(Tratto dal libro)
Nonostante le mie reticenze consiglio la lettura di questo romanzo. Parliamoci chiaro, da Penelope Ward mi aspetto sempre delle grandi storie e qui mi è mancato qualcosa che mi facesse emozionare e piangere, viste le tematiche toccate.
Mi sta bene che la Ward affronti con una certa “freschezza” il tema della Sindrome di Down – del resto, drammi e pesantezza non sono certo graditi in un romance – ma una sfumatura toccante non mi sarebbe dispiaciuta.
Anche il passato di Deacon, che avrebbe dovuto far commuovere, non mi ha sollecitato la lacrimuccia.
Per fortuna il finale mi ha regalato un piacevole sorriso, che a delle inguaribili romanticone come me non fa mai male.