Recensione: I giudizi sospesi di Silvia Dai Prà
Titolo:I giudizi sospesi
Autore: Silvia Dai Prà
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa
I Giovannetti sono una famiglia felice. O forse lo sembrano soltanto? Si sa, a volte l’apparente felicità è direttamente proporzionale alla quantità di polvere accumulata sotto il tappeto. Il padre Mauro insegna storia e filosofia: brillante e bello come un attore, è la leggenda del liceo locale. La madre Angela è professoressa di arte alle medie, ama il suo lavoro, ma ancora di più i figli e il marito. Perla è una fuoriclasse, bravissima a scuola, responsabile: matura, da sempre; Felix è il fratello minore, affettuoso e intelligente, un po’ imbranato, da sempre offuscato dalla luce accecante della sorella. Tutti si aspettano grandi cose da Perla. Ma da quando si è fidanzata con un certo James, un ragazzo più grande su cui circolano brutte voci – un violento, un bugiardo – è cambiata: insofferente, sarcastica, nulla le interessa più. Potrebbe essere una semplice crisi adolescenziale, la sana ribellione di una ragazza che non ha mai dato problemi, ma l’origine del suo malessere si rivelerà ben più radicale e implicata con il lato oscuro della famiglia in cui è cresciuta: i compromessi, le rinunce, le ipocrisie che fino a quel momento erano sembrate accettabili si riveleranno velenose, infestanti. Felix, “il figlio sbagliato”, ironico, intelligente e defilato, è l’osservatore ideale, ed è dalla sua voce apparentemente disillusa ma in realtà disarmata e struggente che ci viene raccontata tutta la storia.
I giudizi sospesi mette in scena con rara potenza venticinque anni della storia di una famiglia, indagata nelle sue dinamiche più autentiche e nascoste. Una narrazione robusta e strutturata, in fitto dialogo con la tradizione del grande romanzo americano; una scrittura splendida: luminosa, generosa, mossa, capace di accendere il coinvolgimento del lettore. Viene spontaneo chiamare per nome i personaggi di Dai Pra’, e una volta chiuso il libro ci mancano. Sono cambiati rispetto a come li avevamo incontrati all’inizio: sono cresciuti? Sono feriti? Entrambe le cose, come succede a tutti. E pensiamo a loro con la stessa dolce malinconia, con lo stesso senso di famigliarità e di scoperta nella distanza con cui rievocheremmo dei compagni di scuola.
I Giovannetti sono la classica famiglia medio borghese: papà Mauro è uno stimatissimo professore di storia e filosofia del liceo, mamma Angela è un’appassionata docente di arte, la primogenita Perla è intelligente, responsabile, letteralmente una fuoriclasse… e poi c’è Felix, il figlio anonimo, senza forma, destinato a vivere all’ombra della sorella.
Proprio dal punto di vista di quest’ultimo, ne I giudizi sospesi viene narrata la storia di venticinque anni di vita di questa famiglia, tempo durante il quale ne verranno messe in evidenza le dinamiche, i limiti e i segreti.
L’immagine di apparente perfezione inizia a sgretolarsi nel momento stesso in cui Perla si innamora di James Tucci, un ragazzo più grande su cui circolano brutte voci, ma che dimostra di possedere un potente ascendente sulla ragazza che da bravissima a scuola, responsabile e matura, diventa insofferente, sarcastica e irrazionale.
“È completamente deficiente” sibilai, non appena io e la mamma raggiungemmo la cucina.
“Ssh” disse lei “è soltanto un ragazzo.”
“Sono un ragazzo anch’io, ma mica scrivo alla regina del Belgio.”
“È un idealista.”
“È un coglione”
“A volte i due termini coincidono.”
Sono impreparati al cambiamento e a tutte le conseguenze che ne deriveranno; è la fine degli equilibri fino ad allora conosciuti: le certezze scompaiono e ognuno annaspa, cercando disperatamente il proprio modo per riempire il vuoto lasciato dalla fuga della giovane.
Passano gli anni e la ragazza prodigio torna; lontano da James, ricomincia a brillare come un tempo… almeno fino a quando suo marito non decide di riaverla, perché lei è roba sua, è la mano che deve confortarlo quando lui si sente a pezzi, per poi lasciarla quando trova qualcuna con più soldi. Lei saprà resistere al richiamo di quell’amore tossico?
“…ma almeno, adesso, quando lui ti schiaffeggia o ti sputa addosso, quando ti ricorda di essere quella nullità a cui ti ha ridotto, quando ti scopa come se ti facesse un favore, o non ti scopa perché ha appena finito di scoparsi un’altra, quando non ti parla, così, giusto per il gusto di torturarti, quando ride se tu scoppi a piangere, quando ti sfotte se tu singhiozzi, allora, Perla. Tu senti qualcosa? Sorella mia, senti?”
La protagonista dichiarata del romanzo è Perla, e lo è sempre, anche nelle sue assenze. Intelligente, decisa, carismatica, la figlia perfetta per qualsiasi genitore. Una ragazza a cui riesce di fare ogni cosa, e pure bene! La stessa che decide di buttare il futuro brillante che l’attende per amore.
Ma se Perla è il Sole, la stella madre del sistema solare, attorno a lei (specialmente nella prima parte del libro) orbita come pianeta principale il padre, Mauro, affascinate professore dotato di grande carisma e personalità. Gli altri membri della famiglia sono solo satelliti, corpi minori che vagano nello spazio delle loro vite.
Personalmente ho trovato davvero interessante il feeling tra padre è figlia, penso che uno psicologo potrebbe dirci cose interessanti.
“Dovevate vederli, mia sorella e il Giova, sfiorarsi, stuzzicarsi, ridacchiare: che a occhi esterni sarebbe sembrato quasi il prendere forma di un lessico amoroso e vagamente incestuoso, il chiacchiericcio tra un padre e una figlia uniti da un singolare confidenza…”
De I giudizi sospesi ho davvero apprezzato non solo la storia narrata, ma soprattutto l’evoluzione nel tempo delle dinamiche familiari e della natura dei rapporti tra i diversi personaggi. La verità nuda e cruda senza nessuna clemenza, né alcun tentativo di miglioramento.
Il racconto è ambientato prevalentemente in un paesino dell’Italia Centrale situato vicino a Roma. Ma proprio per sottolineare che la storia dei Giovannetti potrebbe essere la medesima di altre, il nome del comune non viene mai rivelato.
Scritto in prima persona dal punto di vista del secondogenito, con uno stile scorrevole, in un susseguirsi di flashback temporali che terminano nel presente post-covid, questo libro tratta di temi impegnativi: le tragiche conseguenze di una dipendenza emotiva verso un amore malato, la messa in discussione delle figure genitoriali, il diverso modo di ognuno di affrontare il dolore, la pressione delle aspettative altrui, la difficoltà di affrontare la perdita di un figlio, la frustrazione di non avere risposte…
Sebbene abbia trovato il finale un po’ affrettato, ne consiglio la lettura, perché I giudizi sospesi offre numerosi spunti di riflessione, senza mai pretendere di dare risposte o soluzioni.