Recensione: Ovunque sarai di Laura Gay -Serie Time Travellers #2-
TITOLO: Ovunque sarai
AUTRICE: Laura Gay
EDITRICE: More Stories
SERIE: Time Travelers #2
GENERE: Time travel/fantasy
- Prigioniera del tempo
- Ovunque sarai
“Ti prometto sulla mia stessa vita che farò di tutto per raggiungerti. Ovunque sarai, anche in un tempo a me sconosciuto e lontano, io ti troverò.”
Con le parole di Cristiano che le riecheggiano ancora nelle orecchie, Elisa ritorna al presente, alla sua vita, per scoprire che sono passate soltanto poche ore da quando l’ha lasciata. Poche ore in cui lei ha vissuto tre interi anni, l’avventura di una vita e un amore che sa che le sarà impossibile dimenticare.
Cristiano farà di tutto per raggiungerla, ma gli sarà davvero possibile farlo? Lei stessa non ha idea di come abbia funzionato il varco temporale che l’ha portata prima alla corte dei Borgia e poi nuovamente a casa…
E come potrebbe, poi, un uomo del XVI secolo adattarsi alla vita del XXI?
Questa è in effetti la domanda che lo stesso Cristiano si pone appena fuori da Castel Sant’Angelo, nel pieno del traffico romano, ma con tutta la determinazione del suo cuore: deve ritrovare Elisa.
Non è l’unico però a essere tanto convinto dei propri sentimenti. Anche il Valentino vuole ritrovarla a tutti i costi… e cosa sono, dopotutto, pochi secoli per Cesare Borgia?
Ovunque sarai è l’episodio conclusivo della serie Time Travellers di Laura Gay, preceduto da Prigioniera del tempo.
Care Fenici, tornano le avventure della giovane Elisa e del “simpatico” Cesare Borgia.
Questa volta ci ho messo più tempo a leggere il romanzo più che altro per la difficoltà riscontrata nell’immedesimarmi. Non sono certissima che mi sia piaciuto, certo la parte storica è ben riportata e l’autrice ha come sempre un’ottima padronanza degli eventi, ma ho come visto un peggioramento nello stile narrativo e l’ho trovato un po’ scialbo e distaccato. Ammetto che forse mi aspettavo di più, se giochi con i viaggi nel tempo puoi permetterti anche di osare e ho, invece, avuto l’impressione che Laura non abbia voluto rischiare.
Nel precedente volume era Elisa che finiva alla Corte dei Borgia quindi circa fine ‘400. In Ovunque sarai è il suo virile e dolce amante Cristiano ad abbandonare la famiglia e la sua vita per seguirla nella Roma del 2009. Scrivere di una ragazza del futuro che viaggia nel passato può essere non solo divertente ma anche abbastanza facile se si ama la storia, il contrario però non è così immediato. Il giovane Cristiano si trova in un’epoca completamente differente dalla sua, in un luogo che può diventare ostile peggio che nel 1500, basta attraversare con il rosso una strada senza strisce pedonali. In verità l’autrice la gestisce abbastanza bene e difatti se fosse solo per lui la situazione reggerebbe, ma ovviamente c’è Elisa che malgrado le esperienze del Rinascimento non è maturata di una cippa, zero su zero, semmai è peggiorata e appare in tutto il suo splendore come una ragazzina viziata, facilmente manipolabile da Matteo (l’ex ragazzo) e dalle mode del presente, senza farsi riguardo di sto povero cristo che ha affrontato addirittura il Valentino per lei. Si vede che lei mi sta antipatica?! Immagino di sì. Il romanzo ha un pov alternato tra i diversi personaggi delle epoche storiche, quindi in parte segue le avventure dei due protagonisti e dall’altra quelle delle figure secondarie nel passato. Dato che si tratta di un viaggio nel tempo non mi sarebbe dispiaciuto qualcosa di più strano e magari magico, tipo un po’ meno Cristiano e più Cesare Borgia, ancora meglio loro due insieme, in effetti se fosse stato un romanzo gay tra questi due personaggi sarebbe stato più novità e meno piatto e scontato.
Mettiamola così, Cristiano nel 2009 tutto sommato funziona, ma si capisce che non è il suo tempo e dove potrebbe esserci più ironia e divertimento c’è solo freddezza e tristezza, Elisa, d’altro canto, è una vera ragazzina millennial con un bisogno serio di un bravo psicologo o almeno di fare chiarezza dentro di sé. Tranne una scena che vede Borgia nel 2009, ed è l’unica che veramente salvo, anche se avrebbe potuto essere più divertente, il resto del romanzo è slegato, non ha davvero appigli particolari che leghino le vicende, come se fossero due separati. Da una parte già sappiamo com’è andata mentre dall’altra è facilmente intuibile. Ci sono rimasta un po’ male perché davvero aspettavo con trepidazione questo volume e so che l’autrice è brava ma in questo suo lavoro non ho notato la cura e la passione che è solita metterci. Ovviamente è solo una mia impressione. Resta una piacevole lettura ma nulla di più, con un finale positivo dove possibile.