Recensione: Cantami, o diva di Maya Deane
Titolo: Cantami, o diva
Autore: Maya Deane
Genere: Narrativa
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 19 Luglio 2022
Achille ha abbandonato la sua gente, i mirmidoni, per vivere da donna con le kallai, le belle transgender della Gran Madre Afrodite. Quando Odisseo viene a prendere “il principe Achille” per la guerra contro gli ittiti, lei è pronta a morire pur di non combattere come un uomo. Ma sua madre Atena, la Silente, la salva, donandole quello che ha sempre desiderato: un corpo femminile. Le promette anche gloria, potere, piacere, vittoria e, soprattutto, un figlio nato dalle sue carni. Così, insieme all’amato cugino Patroclo e a sua moglie, la maga Meryapi, Achille parte per la guerra in cerca di vendetta. Ma gli dèi – una famiglia disfunzionale di violenti immortali che si sono saziati di sacrifici umani per secoli – hanno intessuto una tela di intrighi più spaventosa di quanto Achille possa immaginare. Al centro di questa tela c’è Elena, che vede in Achille una degna rivale, dopo millenni di noia e vacuo dominio. Innamorata della sua nuova nemesi, Elena vuole distruggere tutto ciò che Achille ama, in una lotta all’ultimo sangue. Basata sui testi antichi e sulle più recenti scoperte archeologiche, questa riscrittura dell’Iliade ricostruisce in maniera appassionante un mondo perduto di dèi ed eroine, raccontando la guerra di Troia come mai è stato fatto.
Ben trovate care Fenici, il libro di cui parleremo oggi tratterà la reinterpretazione di uno dei leggendari poemi di Omero: l’Iliade.
Protagonista indiscussa in questo caso è Achille; perché “protagonista” vi chiederete voi? Lo vedremo subito esaminando la trama.
Achille nato uomo, fugge dal suo regno e rifugiandosi lontano si unenisce alle kallai: trans gender della Gran Madre Afrodite. Quando Odisseo lo contatta per annunciargli il suo coinvolgimento con la guerra contro gli Ittiti, lui si rifiuta di seguirlo, rifiutando di combattere di nuovo come un uomo.
Athena, madre mistica di Achilleas, per spingerla ad accettare l’impresa le promette gloria e onori, ma e soprattutto le dona la possibilità di avere un corpo femminile atto alla procreazione.
Tra battaglie e storie d’amore, intricati legami e bagni di sangue divini, la storia si dipana con un finale del tutto a sorpresa.
Sin da bambina ho coltivato una grande passione per i miti. Mi ricordo ancora che mentre i miei compagni si lamentavano vivacemente dei capitoli di epica, io divoravo voracemente ogni singola parola, ansiosa di conoscere gli astrusi finali costruiti dagli autori antichi. Quindi mi sono affacciata alla lettura di questo libro con una certa aspettativa, ma ahimè non mi ha convinto molto e vi spiego perché.
Nella trama si specifica che tutto ruota intorno al personaggio di Achille, ma la sua figura sfuma all’interno del consesso di cui fa parte. Dopo la dinamicità dei primi capitoli, il racconto si fa confuso, disordinato, passando da un’analisi delle divinità greche a quella delle divinità egiziane.
Pian piano la figura eroica di Achille si perde, divenendo un essere diverso: una semidea attorno alla quale si consumerà presto un’immane tragedia. Questo perché diviene il giocattolo preferito di Elena, la mela d’oro, l’arma degli dei, colei che distruggerà il mondo. Nella trama infatti, la storia delle due donne s’intreccia, lasciandoci scoprire una Elena maligna, crudele, egoista e notevolmente scaltra. Capace di tendere pericolosi trabocchetti con l’intento di portare a sé la nostra protagonista. A un certo punto tutto si fa confuso, tra dei ed eroi, nascite e morti, incarnazioni e sogni mistici, in una ritmica astratta difficile da interpretare.
Inoltre nella trama si fa un accenno a delle specifiche scoperte storico – archeologiche alle quali si rifarebbe questa particolare interpretazione del poema. Conoscerle forse sarebbe stato utile per assaporare fino in fondo questo particolare volume.
Normalmente mi avrebbe anche entusiasmato una chiave di lettura di questo genere, ma in questo contesto una reinterpretazione di un poema come l’Iliade mi ha un po’ delusa.
Ho trovato il romanzo ben strutturato con uno stile scorrevole. Una nota di merito va alla cover molto bella.
Voi cosa ne pensate? Lo avete già letto? Aspettiamo di conoscere le vostre opinioni per discuterne insieme.
Per il momento vi mando un grande bacio e vi auguro buona lettura mie Fenici.
A presto!