Recensione: Kitsune: Retelling de La Sirenetta – Serie: Tales of Akatsuki #1 di Nicolette Andrews
Titolo: Kitsune: Retelling de La Sirenetta
Autore: Nicolette Andrews
Serie: Tales of Akatsuki #1
Genere: Fantasy, Romance
Editore: Triskell edizioni
Data di uscita: 12 agosto 2022
1. Kitsune: A Little Mermaid Retelling (Kitsune: Retelling de La Sirenetta)
2. Yuki: A Snow White Retelling
3. Okami: A Little Red Ridinghood Retelling
Chi ama le fiabe rivisitate, anime e manga si innamorerà di Kitsune: Retelling de La Sirenetta, un’antica storia raccontata da una nuova prospettiva.
Le favole tradizionali incontrano l’oriente con Kitsune, un retelling de La Sirenetta che intreccia sapientemente la magia, il folklore del Giappone e l’immaginario di Hans Christian Andersen.
Salvarlo è stato un errore. Innamorarsi era impensabile. Perché per salvare la propria vita, sarà costretta a distruggere la sua.
Rin è una kitsune immortale, o almeno lo era finché la maledizione di una strega non l’ha trasformata in umana. Per riottenere i poteri yokai ed evitare di trasformarsi in una volpe, deve far innamorare il figlio dell’uomo più potente del territorio entro la prossima luna piena, senza che lui scopra che in realtà è una kitsune. Dovrebbe essere un’impresa facile… Peccato che la maledizione l’ha resa muta.
Hikaru è promesso sposo della figlia di un signore rivale, e adempirà al suo dovere, proteggendo così il suo clan dai nemici e dagli yokai. Ma quando viene salvato da una misteriosa donna dai capelli rossi, per quanto ci provi, non riesce a togliersela dalla testa. Poi lei si presenta alla sua porta… Solo che non può essere la sua salvatrice, perché questa donna ha i capelli d’ebano, tuttavia c’è qualcosa di inspiegabilmente ammaliante in lei. Nonostante ciò, la salvezza del suo clan dipende dal suo matrimonio, e anche una relazione innocente potrebbe rovinare tutto
Innamorarsi è rischioso per entrambi. Non solo provengono da mondi diversi, ma il tempo che trascorrono insieme può causare solo grandi sofferenze. Il matrimonio di Hikaru significa sicurezza per il suo clan e Rin deve decidere se distruggerlo o trasformarsi in una volpe. E amare veramente Hikaru significa rivelare che è una degli odiati yokai e un’immortale. Rischieranno tutto per amore? O i loro due mondi li faranno a pezzi per sempre?
Ben trovate care Fenici. La lettura di oggi ci porterà nell’antico Giappone: tra miti e leggende che parlano di creature fatate, antichi patti e terribili vendette.
Hikaru è il giovane signore di un clan prestigioso; figlio primogenito è destinato un giorno a diventare l’anziano, prendendo il posto di suo padre, che mostra al suo prescelto un velato disprezzo. Rin è una kitsune al servizio del palazzo del Drago e, dopo una breve storia di passione con Hiraku, tenta di ricostruire una posizione a corte, cercando recuperare onore e prestigio, ma agli occhi degli altri è solo una delle tante conquiste del loro signore.
Un giorno i due s’incontrano nella foresta, territorio del temibile Akio, un grosso cinghiale molto potente. Affrontando con astuzia la situazione, la volpe salva il ragazzo, inimicandosi il terribile yokai. Da quel momento in poi il filo rosso del destino li unirà e una potente strega tramuterà in umana la volpina, togliendole la voce. L’unico modo per ritornare alla sua forma originaria, far innamorare il giovane, spezzando i suoi voti matrimoniali.
Ripercorrendo la fiaba di Andersen, oltre alla perdita della voce, vi è ben poco dell’originale. Nel libro troveremo una storia densa di intrighi e misteri, che collega il clan Kaedemori ai miti dei boschi svelando verità scomode, sulla fragilità della natura umana. A essere protagoniste infatti sono le emozioni; così vedremo come il rimorso, il senso di colpa e la rabbia, consumano il capo clan, colpevole di atroci scelte. Assisteremo al fiorire dei sentimenti di Hikaru e Rin, dalle gote arrossate alla dolcezza degli sguardi fugaci. Vivremo amori tormentati, densi di malinconia e rimpianti per non aver saputo afferrare il momento. Attraverso suoni, colori e sapori, percepiremo le sensazioni dei protagonisti, calandoci nei loro panni, lottando contro un fato ineluttabile.
La struttura del manoscritto è ben costruita e non vi sono momenti vuoti. La ritmica del racconto è ben cadenzata, portandoci senza fretta allo svolgimento degli eventi.
Come già accennato, la storia ha solo lievi riferimenti all’omonima fiaba, quindi sento poco il retelling, ciononostante si presenta come un buon brano, non eccelso, ma sicuramente piacevole.
E voi l’avete letto? Cosa ne pensate?
Siamo ansiosi di sapere anche le vostre opinioni.
A presto, fenicette!