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Recensione: I deomoni lo fanno meglio -Serie: Hidden species #1- di Louisa Masters

Titolo: I deomoni lo fanno meglio

Autore: Louisa Masters

Editore: Triskell

Genere: Pranormal Urban Fantasy MM

Serie: Hidden species #1

Target: 16+

Data di pubblicazione: 16 Settembre 2022

 

Lavoro per Lucifero. Anche se non è così avventuroso e satanico come sembra.
La verità è che sono un semplice assistente amministrativo che ha accettato un lavoro che sembrava interessante e si è ritrovato a lavorare per il GCC. Sono l’unico umano dell’ufficio e devo gestire una mandria scatenata di mutaforma e demoni.
Trascorro anche molto tempo a evitare Gideon Bailey, il demone con cui ho passato una notte di fuoco prima di accettare il lavoro. Mi odia e vorrei evitare di essere ammazzato. Però mi è stata offerta una promozione che mi porterà a lavorare con lui, quindi dobbiamo farcela passare entrambi.
Come se non bastasse, ci sono diversi casi di persone scomparse. Persone incinte. In giro si vocifera che ci sia qualcuno che sta facendo esperimenti genetici. Mettere fine a tutto ciò è più importante della tensione sessuale che io e Gideon cerchiamo di ignorare… giusto?

 

 

 

È un bel romanzo paranormal di tipo MM, narrato in prima persona con una voce ironica e divertente.

Essendo il primo di una serie c’è tanta carne al fuoco e oltre alla parte romance, ovvero alla storia dell’incontro fra i due uomini e della relazione passionale, il grosso del lavoro è finalizzato a presentare l’ambientazione del mondo paranormale composto da magia, mutaforma, vampiri, demoni, e le regole che lo governano. 

La vicenda che interessa il personaggio principale, Sam, è molto interessante e ben strutturata, cioè entra in scena solo in un secondo momento, dopo che abbiamo capito dove ci stiamo muovendo e contro cosa stiamo combattendo, ed è fondamentale per rilanciare in modo esplosivo l’interesse della seconda metà del romanzo, a causa di una scoperta che rivoluziona la vita del ragazzo.

 

«Una cosa che voi umani sembrate aver azzeccato è che Dio è un titolo, non un nome. È anche vero che c’è un solo Dio… uno alla volta. Dio è il presidente della sfera spirituale. Il Dio che abbiamo al momento si chiama Malia.»

 

Sam è un umano che cercava un nuovo lavoro più stimolante e avventuroso, e viene assunto da un’unità investigativa grazie alle sue capacità di problem solving.

Scopre che esistono fra noi esseri paranormali che gli umani non hanno mai notato e che la sua squadra è formata da un mix di queste figure.

Arguto e intelligente, il modo di ragionare emerge dalle sue affermazioni, dalla sua ironia e dal flusso di pensieri interiore espresso in prima persona, che analizza le situazioni in modo logico e cerca soluzioni alle problematiche. Questo rende interessante non solo il personaggio ma anche la trama, dato che le elucubrazioni mentali, diversamente dal solito, non sono trip paranoici e ridondanti ma vere e proprie analisi che fanno procedere la storia.

 

Per un secondo… okay, per più di un secondo. Molto più di un secondo. Mi abbandono al bacio. Labbra, mani, bollenti, bagnate, eccitanti, dure… non m’importa altro, voglio solo strofinarmi contro di lui, sentirlo sotto i vestiti.

Vestiti.

Cazzo. Voglio sentire la sua pelle.

 

Un’attrazione fortissima scatta tra Sam e il demone Gideon (che fa parte della sua squadra), ma viene rilasciata a piccole dosi, in poche situazioni: l’aspetto passionale-sentimentale non è prevalente rispetto al resto della carne al fuoco, di per sé sufficiente, e a mio avviso è stata una buona scelta.

Quindi, nonostante le poche esplosioni sotto le lenzuola, si tratta di una relazione che cresce lentamente nell’amicizia e nella quotidianità, gesti consolidati, vicinanza, per poi trasformarsi in modo naturale in qualcosa di completo e duraturo, impossibile da nascondere anche agli occhi dei colleghi.

L’avere un solo punto di vista limita piacevolmente la nostra comprensione dell’atteggiamento di questo demone molto chiuso, poco predisposto al dialogo, che quindi mantiene intatto il suo alone di mistero e l’atteggiamento da duro. Ma questo non preclude caratterizzazioni efficaci e precise.

 

«Cosa volevi che facessi? Non pensavi davvero di iniziare una relazione con un estraneo rimorchiato al bar, vero?» «Certo che no! Ma sarebbe stato tanto chiedere di non essere trattato come un preservativo usato che ti ritrovi nella zuppa?» Spalanca gli occhi e scuote la testa. «Non ti ho mai…» «Oh, sì invece,» insisto. «La prima volta e ogni altra volta negli ultimi cinque anni in cui ci siamo trovati nella stessa stanza. Non potevo neanche rivolgerti lo sguardo senza ricevere un’occhiataccia, come se… come se ti avessi sputato nel caffè.»

 

 

Non voglio dilungarmi troppo sulla trama crime, basti sapere che c’è in ballo una questione di rapimenti un po’ sui generis e scabrosa, il cui obiettivo presumibile è la lotta tra le razze, per la prevalenza sugli umani. 

Sono presenti anche tanti personaggi secondari molto intriganti (e un po’ invadenti, ognuno a modo proprio): i colleghi investigatori di Sam e Gideon; ciascuno rappresenta un possibile protagonista per i prossimi episodi della serie, che non vedo l’ora di scoprire. Lo stesso Gideon lascia ancora molto spazio di approfondimento rispetto alla sfera delle sue emozioni; del resto, la gestualità risulta piuttosto esplicita: pur essendo un tipo duro e scorbutico, mostra nei confronti di Sam atteggiamenti protettivi, gesti teneri e sguardi lussuriosi. 

 

Assottiglio gli occhi. «Gideon, hai trasferito tutta la mia roba?» Qualche volta ancora si dimentica dei limiti. È nato nel privilegio ed è cresciuto sexy, intelligente e coraggioso, ottiene sempre quel che vuole… eccetto che con me.

«Sì, ma rimetterò tutto a posto. Questo mi serve solo come esempio.»

Mi sta venendo il mal di testa. Solo Gideon avrebbe potuto trasferire il mio intero salotto a casa sua solo come esempio. «Okay…»

«Dovresti venire a vivere con me.»

 

 

 

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