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Recensione: Una corona di ferro e argento – Serie: Soulbound vol.3 di Hailey Turner

 

Titolo: Una corona di ferro e argento

Serie: Soulbound  vol. 3

Autore: Hailey Turner

Editore: Triskell Editori 

Genere: Urban Fantasy 

Data di pubblicazione: 16 ottobre 2021

 

  • Un traghetto di ossa e oro. Soulbound Vol. I

  • Tutte le anime vicine e lontane. Soulbound Vol. 2

  • Una corona di ferro e argento. Soulbound Vol. 3

 

 

 

New York è tutta addobbata per le feste e l’Agente Speciale Patrick Collins si sta preparando all’imminente riunione con la sua vecchia squadra, quando gli viene assegnato un nuovo caso. Una bambina umana è scomparsa e un’importante famiglia di streghe esige giustizia per la changeling lasciata al suo posto dai fae.
Nel frattempo, le continue vessazioni da parte del branco divino di New York spingono Jonothon de Vere a rendere ufficiale il proprio, che guida insieme a Patrick. Facendo questo, però, scatena una guerra civile all’interno della comunità dei mutaforma, uno scontro da cui potrebbe uscire sconfitto, se non si procurerà degli alleati. Fare affari con i fae non è mai una buona idea, ma Patrick e Jono non hanno niente da perdere quando uno dei lord di quel popolo chiede il loro aiuto.
La Dama d’Estate è stata rapita dalla Corte Seelie e, se riusciranno a ritrovarla, i due cementeranno la loro alleanza con i fae. Ma gli indizi sulla sua scomparsa si trovano a Tír na nÓg, e l’Oltremondo non è mai stato gentile con i mortali.
Avventurandosi al di là del velo alla ricerca di risposte, Patrick e Jono rischiano di perdere territorio, tempo e le loro stesse vite. Perché la Regina dell’Aria e dell’Oscurità sa del loro arrivo, e la regnante della Corte Unseelie ha un’offerta per loro che non potranno rifiutare.

 

 

 

Una corona di ferro e argento è il terzo volume della serie Soulbound dell’autrice Hailey Turner e ha come protagonista Patrick Collins, agente speciale dell’AOS, Agenzia per le Operazioni Sovrannaturali, che deve indagare sui crimini legati al mondo sovrannaturale. 

Questa volta l’indagine riguarda i Fae. 

Tutto parte dall’indagine legata alla sostituzione di un neonato. 

Patrick indaga su un caso di changeling (lo scambio di un neonato appartenente a una ricca famiglia di stregoni con un bambino Fae). Lo spazio dedicato all’indagine risulta secondario e intrecciato con quella della ricerca di un manufatto – lo scettro di Morrigan.

Come sempre il nostro protagonista è aiutato dal suo nuovo branco che sta diventando man mano più numeroso. E, oltre agli intrighi legati al caso, ci sono anche quelli riguardanti la sua vita privata. 

La storia è bella e molto interessante ma il numero elevato di personaggi secondari appesantisce a mio avviso la lettura. Non aiuta neanche il fatto che le divinità che compaiono sono, almeno per me, sconosciute e hanno dei nomi impronunciabili. Sappiamo ormai che ogni volume si rifà al mondo mitologico e questa volta siamo immersi nella mitologia gallese che, detto tra noi, conoscevo pochissimo, quindi i nomi delle diverse figure non mi erano proprio facilissimi da leggere.

Ho trovato spettacolare e allegorica la presenza della “Caccia Selvaggia” nel racconto. Mi sono piaciuti fra i nuovi personaggi introdotti Gerard Breckenridge, l’ex capitano di Patrick, nonché leader dei Hellraiser, la sua vecchia squadra delle Forze Speciali. 

La presenza di Jono, il compagno del protagonista diventa una costante e in queste pagine guadagna più spazio. Il loro rapporto si rafforza e diventano quasi inseparabili. Continuano i conflitti con l’altro branco divino di New York, ostilità iniziate nel secondo volume. La trama risulta complessa come le precedenti ma è una storia bella e la lettura è scorrevole nonostante la moltitudine dei personaggi.  

L’autrice dedica tanto spazio anche al rapporto conflittuale creatosi fra Patrick e Gerard. 

Sapere che qualcuno che considerava un amico, che era parte della famiglia che si era scelto, l’avesse ingannato per così tanto tempo faceva male. Aveva voglia di urlare, di prendere a pugni qualcosa o qualcuno, e anche se Gerard glielo avesse permesso, sospettava che Jono lo avrebbe trattenuto”. 

Potremmo definirlo un fantasy, MM e thriller come genere ma secondo me il fantasy in questo caso predomina.

Anche se è un bel libro nel complessivo, a mio avviso perde rispetto ai precedenti. Ci sono ancora tanti volumi della serie ma al momento questo rimane l’ultimo tradotto in italiano. Spero vivamente che continuerà in quanto molto bella e continua a prendermi perché c’è tanto spazio per la vita privata dei protagonisti a prescindere dal caso in questione. 

 

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