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Recensione: La difesa dell’elfo – Serie: Adventures in Aguillon vol. 2 di Lisa Henry e Sarah Honey

 

Titolo: La difesa dell’elfo
Autore: Lisa Henry e Sarah Honey
Editore: Quixote
Genere: Fantasy
Serie: Adventures in Aguillon vol.2
Collana: All colors
Data di pubblicazione: 7 novembre 2022
Target: + 16

L’erede dai capelli rossi
La difesa dell’elfo
Socially orcward

Gli inviati reali Calarian e Benji intraprendono una missione nel ducato alpino di Tournel. Le cose vanno rapidamente a rotoli quando il duca precipita verso la morte dalle mura della torre. Ops, sarà difficile da spiegare. E non è che possano semplicemente prendere l’umano più vicino e farlo diventare il nuovo duca.
O sì?
Così arruolano un certo Lars Melker, un pastore un po’ credulone fatto di muscoli e raggi di sole, che accetta felice la loro parola quando gli dicono che ora è il duca.
Presto, Calarian e Benji si ritrovano a insegnare a Lars come fingere di essere un duca finché non riuscirà a farlo in modo naturale. Devono anche occuparsi dei troll di montagna, di un mostro, di una mucca scomparsa e, cosa più sconvolgente di tutte, di una crescente consapevolezza che il loro accordo di elfi con benefici potrebbe trasformarsi in qualcosa che comprende dei sentimenti.
Con l’aggiunta della loro reciproca attrazione per Lars, le colline all’improvviso si animano del suono di elfi anarchici collettivisti emotivamente compromessi.
Inoltre, cos’è questa storia dei pantaloncini di pelle?

Si tratta di un libro molto divertente, ironico, quasi surreale, che gioca con le stranezze e le incongruenze dovute a due elfi che si ritrovano in missione in un ducato di umani senza prendere nulla sul serio.

I personaggi, anche quelli secondari, hanno caratterizzazioni molto forti e caricaturali, che quindi suscitano ilarità, ma senza risultare eccessive e ridondanti.

Personaggi che si prendono poco sul serio, nonostante la situazione drammatica in cui si trovano: la loro missione inizia con la morte tragicomica del duca che dovevano aiutare, e da lì una serie di situazioni sempre più strane, goffe e divertenti, spesso provocate da loro stessi, che si vanno ad accumulare una sull’altra come una valanga fino alla risoluzione finale.

«Dai, dobbiamo andare a salvarlo.» Calarian si gettò i capelli sulle spalle in modo drammatico. «È nostro dovere.»

«Lo è?» chiese Benji. Non ricordava di aver accettato di buttarsi a capofitto nel pericolo. E anche se lo avesse fatto, aveva cambiato idea.

Calarian sbuffò e batté un piede con impazienza. «Non possiamo scoparlo se è morto,» disse e, dannazione, aveva ragione.

(Tratto dal libro)

Benji è un elfo rivoluzionario, ha redatto un manifesto anarchico collettivista e ha l’utopia di abbattere il potere dei regimi autoritari favorendo l’insurrezione del proletariato in modo che possa autogestirsi. Tutt’altro che un nerd intellettuale, però, perché se è vero che è un asociale, altezzoso e idealista, è altrettanto vero che il suo pensiero principale è rivolto al sesso libero, a ogni ora e in ogni luogo. È una macchietta, con le sue continue battutine a sfondo sessuale e il suo spregio per gli “stupidi umani”.

Forse non amava solo le sue prese in giro? Forse amava anche l’elfo? Sbatté le palpebre a quel pensiero folle. No, non aveva senso. Gli elfi non provavano sentimenti e Benji sicuramente non lo avrebbe apprezzato. L’amore, a meno che non fosse amore libero, era possessivo e gli anarchici collettivisti non credevano al possesso. Lui credeva che nessun individuo dovesse possedere il cuore di qualcun altro più di quanto qualsiasi individuo dovesse possedere i mezzi di produzione.

(Tratto dal libro)

Caladrian, anche se si definisce un ottimo stratega, in realtà combina un guaio dopo l’altro. È più razionale di Benji, più serio, e spesso lo trattiene nei suoi eccessi irriverenti, ma allo stesso tempo è goffo, incapace di trovare buone soluzioni, e non è esattamente un leader.

Benji sembrava sempre meno omicida al mattino, e ci volle tutta la sua forza di volontà per non arruffargli i capelli scompigliati e baciargli la punta del naso, ma anche Lars era lì, e lui voleva arruffare i capelli anche al ragazzo. Era tutto molto confuso. Alla fine, non arruffò niente a nessuno.

(Tratto dal libro)

Per fortuna ad affiancarli c’è Lars, un umano a caso che i due elfi hanno individuato al volo come sostituto del duca deceduto.

Questo ragazzone bellissimo, generoso, tenero, dalla mente semplice ma con molto buon senso, passa dal fare il pastore al cimentarsi in un ruolo di leadership e di potere, mettendosi alla prova senza nemmeno volerlo.

«Okay,» concordò. «È interessante però, vero? Dove sono i confini? È in realtà molto arbitrario. Come bere il latte, bene. Succhiarlo direttamente dalla mucca, disgustoso. E questo senza considerare che la povera mucca è del tutto oppressa e in realtà non ha voce in capitolo se vuole o meno darti il latte. No? Chi lo sa? Qualcuno glielo ha mai chiesto?» E poi, tanto per fare un po’ lo stronzetto, aggiunse: «Scommetto che Lars succhia direttamente dalla mucca. Sembra il tipo.» Calarian spalancò gli occhi. «Lui non lo fa! Ama le sue mucche! E non in quel modo!» aggiunse frettolosamente quando lui aprì bocca.

(Tratto dal libro)

Inutile dire che tra i tre protagonisti si instaura una liaison, vuoi per la scioltezza di linguaggio di Benji che non si vergogna di chiedere quello che desidera, vuoi perché gli elfi sono naturalmente disinibiti anche riguardo alle relazioni poliamorose, vuoi per la semplicità e la naturalezza con cui Lars vive la vita ed evita di farsi problemi quando non ce ne sono.

Il romanticismo è poco presente, ma non mancano frasi a effetto che scaldano il cuore. Per quanto ci possano essere momenti teneri, questi vengono riportati immediatamente verso il goliardico, a toni più frivoli, al sesso libero.

«Odeleyeeeoo,» farfugliò Calarian, e Benji fu sorpreso ancora una volta da un’ondata di affetto nei confronti dell’elfo. Ah, giusto. I sentimenti. Adesso erano una cosa che avevano. Sbatté le palpebre verso il soffitto mentre cercava di adattarsi al concetto di avere un attaccamento emotivo. Ci sarebbe voluto un po’ di lavoro.

(Tratto dal libro)

Per quanto la sfera sessuale permei la storia, la lettura è adatta comunque a tutti, perché non si entra molto nel vivo dei dettagli erotici; rimane quindi una lettura leggera, divertente, piacevolmente dinamica con una trama ben strutturata e che evolve in tappe progressive concatenate una con l’altra, in sviluppi che richiedono sempre nuovi sviluppi prima di arrivare al finale.

Chiude il cerchio una serie di personaggi secondari altrettanto colorati e accentuati, che abbelliscono e colorano la storia aggiungendo scene carine e spiritose.

Una vicenda che si legge bene, velocemente, sempre col sorriso sulle labbra.

E poi, quando Calarian si unì, rise e si afflosciò anche contro di lui. «C’è qualcosa che dobbiamo dirti, Benji,» dichiarò Lars, gli occhi azzurri spalancati.

«Che i mezzi di produzione dovrebbero essere nelle mani degli operai?» chiese, sbattendo le palpebre. «Perché è quello che sto dicendo fin dall’inizio!»

Calarian alzò gli occhi al cielo. «No, idiota!» «È che noi ti amiamo,» disse Lars.

«Ah!»

(Tratto dal libro)

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