Recensione: Il collezionista di ricordi di Elisa Crescenzi
Titolo: Il collezionista di ricordi
Autore: Elisa Crescenzi
Editore: Self
Genere: Music Romance
Target: +14
Data di pubblicazione: 25 Ottobre 2021
«La musica è finita, Micol».
«E noi, Bart, noi siamo finiti?»
Micol ha quindici anni quando è costretta a dire addio al ragazzo che le è sempre stato accanto, l’unico al quale ha concesso il suo cuore. Altrettanti sono gli inverni trascorsi dal loro ultimo bacio. Le strade di Firenze hanno smesso di emozionarla come un tempo, ma lei non ha rinnegato un solo giorno i suoi sentimenti per Bart.
È una giovane di trent’anni e si sente realizzata: è diventata psicologa, ha aperto uno studio e, nonostante non sia riuscita a dimenticare Bart, ha imparato a razionalizzare la sua mancanza. Almeno fino a quando una spiacevole perdita non costringe Bartholomew a fare ritorno a casa. Micol è pronta a rivederlo, tuttavia non si aspetta di scontrarsi con un muro di rabbia. Dovrebbe tenersi a debita distanza, lasciarlo partire di nuovo, invece si ritrova ancora una volta impigliata in una rete fitta di sentimenti.
Quindici anni dovrebbero bastare a dimenticare, eppure le loro anime sembrano suonare ancora la stessa melodia.
Bartholomew ha quindici anni quando riempie la sua valigia di vestiti, rabbia e rancore. La Julliard è pronta ad accoglierlo, anche se lui non è pronto ad abbandonare Firenze. Poi il suo cuore si spezza: Micol, la sua migliore amica, lo lascia partire con una menzogna.
A tenere insieme i cocci malandati del suo cuore ci pensa la musica. Bart diventa un pianista prodigioso e conteso, la sua vita riprende a scorrere e il suo letto si riempie di donne prive d’importanza quasi ogni notte.
All’improvviso, però, è costretto dagli eventi a tornare a casa. Due giorni, solo due giorni: quello è il tempo che Bart giura di concedere a Firenze.
Micol tuttavia è lì, a un soffio da lui, con una collezione di ricordi a non lasciargli tregua e sentimenti dilanianti a condannarlo.
«Una cosa per finire deve anche aver un inizio e tu ed io, Micol, non siamo mai iniziati davvero».
Care Fenici!
Oggi vi porto la recensione di un libro che spezza l’anima, in grado di descrivervi l’amore in modo sofferente, straziante, pieno di bugie e rancore. Quest’opera è una canzone che viene suonata da Bartholomew e Micol, fidanzatini di quindici anni che dopo altrettanti anni si rivedono e tutto cambia, la musica, l’amore ai loro occhi e il silenzio. Quest’ultimo, la nemesi della musica, è stato la causa scatenante della loro separazione, assieme alle bugie.
Bart si trasferisce a Seattle a soli quindici anni per studiare musica, dove diventa, infatti, un grande artista e torna a Firenze solo dopo la morte del padre e per stare vicino alla madre, ma non tutto è come l’aveva lasciato soprattutto lei, Micol, il suo punto debole che dopo averlo piantato in modo freddo e brusco la rincontra al funerale del padre.
Tutto ritorna come agli anni precedenti a quel bacio, quella mano, quelle lacrime dopo la rottura, i ricordi iniziano a farsi vividi e a tormentarlo.
Micol l’ha lasciato andare affogando il suo amore per lui, cercando di vivere nei ricordi di loro due insieme e innamorati, ha rinnegato il sentimento chiudendolo in una stanza della sua anima e buttando la chiave, peccato che ce l’avesse lui… soltanto lui.
“Non saremo mai iniziati, ma io non ho mai smesso per un solo giorno di sentirti. Tu non hai smesso per un solo attimo di stare con me. Ho collezionato tutti i nostri ricordi, li ho tenuti al sicuro solo perché senza sarei morto. Anche se ero arrabbiato, arrabbiato da morire. Tu sapevi, non mi hai detto niente. Eravamo giovani e ci siamo fatti manovrare proprio come due ragazzini, anche con i sentimenti più nobili del mondo”
Un amore così non si legge in tutti libri, ho pianto, pianto molto, perché in alcune frasi mi ci sono ritrovata personalmente. Una passione che vi rapirà, un ritmo dolce che vi cullerà lungo tutte le note di questo romanzo dove non c’è nessuna stonatura.
Non voglio dirvi altro, voglio che proviate le emozioni che mi hanno toccato il cuore, un grande grazie alla Crescenzi per aver scritto questo capolavoro.
“Ti porterò in ogni nota del petto, perché tu sarai per sempre la mia unica musica. Mew”