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Recensione: Il calice degli dei. Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo di Rick Riordan

Serie: Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo #6

Titolo: Il calice degli dei. Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo

Serie: Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo #6

Autore: Rick Riordan

Genere: mitologia, avventura per ragazzi

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 26 settembre 2023

Età di lettura consigliata: +12 

La serie Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è composta da:

  • Il ladro di fulmini #1
  • Il mare dei mostri #2
  • La maledizione del titano #3
  • La battaglia del labirinto #4
  • Lo scontro finale #5
  • Il calice degli dei #6
  • Luce e tenebra. Dal mondo di Percy Jackson

Dopo aver salvato il mondo innumerevoli volte, Percy spera solo di finire il liceo per poter andare all’università con Annabeth, godendosi un anno tranquillo. Sfortunatamente gli dei dell’Olimpo non hanno ancora finito con lui, e anche l’ammissione al college diventa una vera tortura: per ottenerla il figlio di Poseidone dovrà procurarsi tre lettere di presentazione da parte di tre divinità diverse, affrontando le loro imprese. Prima fra tutte quella affidatagli da Ganimede, il coppiere di Zeus, che ha perduto il prezioso calice degli dei. Chi lo ha rubato, e perché? Insieme alla sua ragazza Annabeth e all’amico satiro Grover, Percy si lancerà nella missione. Deve impedire che Ganimede venga umiliato pubblicamente, ma soprattutto deve sventare una ben più terribile minaccia, visto che un solo sorso dal calice garantirebbe a chi se ne impossessa l’immortalità… Riuscirà lo storico trio a recuperarlo prima che finisca nelle mani sbagliate?

 

 

Care Fenici, ho lasciato da parte gli erotici e i romance per fare un tuffo nostalgico indietro nel tempo e riprendere in mano una saga che ho amato e, amo tutt’ora per la sua genialità. La mitologia, mia culla virtuale fin dai tre anni, ha sempre esercitato su di me un certo fascino ma, ahimè, arriva per tutti il momento di passare ad altro, abbandonare un linguaggio più giovanile per uno più idoneo alla propria età. Pertanto ho abbandonato questa serie parecchio tempo fa ma quando è uscito questo volume mi sono detta che un salto nel passato con il figlio di Poseidone male non avrebbe fatto. Infatti è stato bellissimo e, adesso, vi racconto il perché. Ci tengo a precisare che i fatti narrati si susseguono dopo gli eroi dell’Olimpo, ma prima o durante le vicissitudini di Apollo. I protagonisti sono il famoso trio: Percy, Annabeth e il satiro Grover. Questa volta niente Campo mezzosangue e speriamo niente Tartaro. 

Percy sta finalmente seguendo l’ultimo anno prima del College e deve dare il massimo di sé per avere i crediti e farsi ammettere alla New Rome Academy, nel Campo di Nuova Roma, insieme ad Annabeth. Il problema è che Zeus – solito guastafeste- ci mette lo zampino e cerca di complicarne l’ammissione. Per farla breve, il figlio del dio del mare dovrà procurarsi tre lettere di raccomandazione scritte dagli dei per essere ammesso e, per ottenerle, dovrà svolgere qualsiasi cosa gli venga chiesta. Incontra divinità già viste in passato e anche di nuove tra cui Ganimede, il coppiere degli dei. Percy dovrà ritrovare il suo calice, rubato da qualcuno. Intraprende quindi un’impresa diversa dalle altre ma accompagnato, sempre, dagli amici più stretti. Una sorta di addio alla gioventù, un passaggio per diventare adulto. 

Al di là di quello che succede, sempre spassoso e divertente, ho notato cose che da adulta mi hanno fatto riflettere di più, probabilmente anche lo stesso scrittore ha voluto calcare sulla situazione facendo chiari riferimenti alle condizioni odierne. Prima di tutto Ganimede. È immortale, un dio, ma la sua vita non è affatto bella, anzi, è stato strappato da ragazzo alla sua vita mortale per essere trascinato da Zeus sull’Olimpo solo perché era bellissimo, senza avere alcuna scelta in proposito. Anche se negli altri volumi precedenti il padre degli dei non ci faceva una figura splendida, qui la sua autorità e la sua incapacità di maturare e il suo essere un padre-padrone si fa sentire più che mai. Se ci pensate è un chiaro riferimento a certi tiranni attuali e a tutte le persone che prendono quello che vogliono senza minimamente pensare alle sofferenze che creano. E per tutti quelli che pensano a quanto sia splendida l’immortalità, beh aspettate di conoscere Geras. È in seguito a questo incontro che ho capito la vera maturità del protagonista, il suo cambiamento nel corso della serie. Con Geras si affronta il tabù che spaventa più di tutto e che annebbia la vista della cultura occidentale: la paura di invecchiare! 

Penso veramente che questo libro non sia stato affatto scritto per dei bambini ma per giovani adulti e anche per quelli che, come me, ormai sono cresciuti da un pezzo, almeno anagraficamente, ma hanno ancora tanto da imparare. 

Fossi in voi, se avete in programma di leggere Luce e Tenebra dove i protagonisti sono Nico e Will eviterei di leggerli prima del Calice degli dei, se no è tutto super spoilerato. Se invece lo avete già letto, bè sapete già e potete godervelo senza particolari colpi di scena. 

Buona lettura! 

 

 

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