Recensione: La mia sola ragione di Leigh Lennon

Ryder

È davvero un cliché innamorarsi del proprio migliore amico, del proprio amico molto etero. E come se non bastasse, sono un giocatore di football sul punto di entrare nel campionato professionistico. Siamo uomini virili. Non dovremmo essere gay. Ma io lo sono e amo l’unica persona che non potrò mai avere. Finché il destino non ci riunirà sei anni dopo. Sarà sia un sogno che un inferno giocare assieme a Crush, l’unico uomo a cui il mio cuore apparterrà per sempre.

Crush

Mi ha sganciato una notizia bomba. Poi se n’è andato, senza guardarsi indietro. La nostra amicizia… distrutta, finché non è tornato nella mia vita. La sua presenza è importante come sempre. Non l’ho mai dimenticato, non ho mai dimenticato cosa quel bacio di tanti anni ha provocato, e ancora provoca, al mio corpo. È tornato, ma vuole a restare?

La recensione di oggi è per il primo volume autoconclusivo della serie sport romance MM dell’autrice Leigh Lennon, edita Triskell Edizioni.

Ryder Hanley torna a Nashville dopo essere fuggito sei anni prima, a un passo dall’entrare nel football professionistico e, soprattutto, dopo un bacio rivelatore al suo migliore amico, l’etero quarterback Christopher “Crush” Colton. Quando però Ryder torna in città, non c’è modo di evitare il capitano della sua nuova squadra e dovrà chiarire le cose con lui se vorranno ritrovare l’intesa che li ha sempre caratterizzati dentro e fuori dal campo.

Ci riusciranno o il loro gioco si trasformerà in un disastro?

Non avevo mai letto nulla dell’autrice Leigh Lennon  e sono rimasta piacevolmente colpita dal suo stile leggero, frizzante e divertente, ma che non le impedisce di trattare con delicatezza temi molto importanti come l’essere se stessi, fare coming out in un ambiente particolare come il football professionistico e ciò che ne consegue.

È un romanzo dolce e romantico, con la giusta quantità di spicy, eppure ho avuto la sensazione che la storia non scavasse troppo a fondo nei protagonisti, nelle loro motivazioni, nelle loro personalità.

In effetti, dopo sei anni di silenzio radio tra i due, le cose si risolvono con una fretta impressionante e il rapporto fra loro non sembra affatto risentire della lontananza o dell’assenza prolungata nella vita dell’altro. Anche il modo in cui il ragazzone country affronta la nuova relazione, dopo aver vissuto una vita da etero, appare quasi troppo semplice.

Tuttavia non mi sento di bocciare questa storia perché trasmette un bel messaggio e sprona a essere se stessi anche in ambienti che possono sembrare ostili, e non vedo l’ora di leggere la storia di Dallas.