Recensione: Joey – La storia completa di Angelique Jurd
Autore: Angelique Jurd Genere: Suspense romantica Editore: Quixote Edizioni Data di pubblicazione: 7 Agosto 2023
Joey Harkin cerca sempre di passare inosservato. Va al lavoro tutti i giorni, si fa i fatti suoi e cerca di non farsi notare. È l’unico modo che ha per essere sicuro che l’uomo che lo ha torturato per otto anni non possa trovarlo. Tutto è tranquillo nella vita di Joey finché non viene chiamato nell’ufficio dell’amministratore delegato.
Rick Southwell è un uomo di successo. Intelligente, attraente, facoltoso. Ha una cerchia ristretta di amici fidati e quando ha bisogno di qualcosa di più… stimolante… c’è sempre The Club. Non mancano mai uomini desiderosi di partecipare a qualsiasi scena Daddy Rick voglia organizzare. Non gli interessa una relazione seria o stabile. Fino al momento in cui deve salvare Joey Harkin, l’uomo a cui ha appena dato una promozione sul lavoro, dall’essere massacrato di botte.
A poco a poco, Rick scopre la storia di Joey. Giorno dopo giorno, il suo desiderio di proteggere Joey e prendersi cura di lui cresce sempre di più. A poco a poco, si innamora.
Convincere Joey a fidarsi di lui è la parte più facile. Convincere Joey a lasciare andare la paura e accettare la sua nuova vita è molto più difficile.
Rich è affascinato da un suo collega Joey, che sembra rispondere come un sottomesso ai suoi modi dominanti da Daddy. Non gli è facile avvicinarlo, e vorrebbe presto giocare con lui, ma Joey, anche se sul lavoro è professionale e molto capace, perfino con abilità di team leading, nel privato è un ragazzo terrorizzato. Rich fatica ad avvicinarlo non sapendo bene per quale motivo l’altro si ritragga, ma più rimane impigliato nella sua rete e più il senso di protezione e il desiderio di prendersene cura aumenta, soprattutto quando inizia a capire che le sue reazioni derivano da un disturbo da stress post traumatico.
Una buona prima parte del romanzo si sofferma sul processo con cui Rich trova in modo di avvicinarlo nel modo più delicato possibile, fisicamente ma anche emotivamente, mettendolo a proprio agio e facendolo sentire al sicuro. Nonostante la sua molta esperienza come Master e come Daddy, Rich si trattiene dal prendere il controllo e limitare la libertà di Joey, considerando che abbia bisogno di più spazio e temendo di poterlo spaventare con modi troppo decisi. L’affetto, la comprensione, la presenza, la solidità di Rich sono stati totalmente presenti, un pilastro per la sua rinascita.
Man mano che le pagine vanno avanti Joey si apre sempre più, superando i suoi timori e la mancanza di fiducia con cui si è protetto una volta fuggito dalla sua vecchia relazione tossica, iniziando a rivelare i dettagli del suo passato. L’autrice non teme di colpirci con un tasso di violenza esplicita piuttosto forte, non ci risparmia i dettagli sulle umiliazioni, vessazioni, torture non consensuali che l’ex di Joey infliggeva al ragazzo, agendo da Daddy/padrone senza seguire le regole base del BDSM.
Essendo tutto vissuto in flashback, per quanto i ricordi possano essere crudi, toccanti e perfino scioccanti, la nostra sofferenza nell’immedesimarci in Joey viene presto lenita dalle scene successive colme d’amore, più accoglienti e confortanti.
«Ma lo sei.» Rick gli bacia il punto sensibile sotto l’orecchio. Succhia la pelle per un secondo. «Così bello. Amo tutto di te. I tuoi occhi, il tuo dolce sorriso. Le tue cicatrici.» Joey chiude gli occhi; li riapre quando riceve un morso sul lobo dell’orecchio. «No. Devi tenere gli occhi aperti per questo.» Lentamente, Rick abbassa le mani intrecciate verso la sua coscia. Sfiora con le nocche la sua erezione crescente. «Voglio che tu sappia che nulla di ciò che fai è sbagliato. Puoi toccarti quando vuoi. Puoi venire quando vuoi. Non mi arrabbierò mai con te perché ti piace il tuo corpo. Non ti farò mai del male.»
Mi ha toccata particolarmente la difficoltà che Joey incontra nel farsi comprendere quando confessa di essere stato abusato. Le persone con cui ne parla, anche se amici, gli chiedono perché lui “non si sia comportato in un certo modo” (andarsene prima, ribellarsi, usare la sua forza fisica…), anziché proiettare le accuse su chi gli ha fatto cose indicibili.
Nonostante il desiderio di capire, emerge quanto sia davvero faticoso riuscire a comprendere la difficoltà emotiva, il senso di impotenza e di incapacità di una persona che ha subito violenza fisica, sessuale, psicologica, economica; quanto può essere annichilita dallo stato di sottomissione e di manipolazione a cui l’abusante può arrivare a causa del livello di umiliazione che lui l’ha costretto a raggiungere.
L’autrice ha espresso bene e in più momenti la frustrazione e il senso di incomprensione che prova Joey nel doversi giustificare per ciò che ha subito.
«E se non volessi mai provarlo?» «Allora non lo faremo.» «E se non riesco a essere il tuo tipo?» Rick fa scivolare la mano sotto la sua maglietta e passa le dita sulla pelle della sua schiena. Joey rabbrividisce. «Lo sei già.» «Ma se non posso fare le cose che ti piacciono?» «Joey, smettila di preoccuparti. Possiamo prenderci il nostro tempo e scoprire insieme cosa piace a entrambi.»
Una volta ritrovato sicurezza, Joey ha tempo e spazio per trovare la propria forza e la propria identità, nonché per poter esplorare per la prima volta in modo sereno le proprie preferenze sessuali e di lifestyle. Il libro ci fa entrare con delicatezza e senza pregiudizi nel particolare kink dei giochi di ruolo basati sull’età, ponendo attenzione al bisogno di non essere giudicati (e di non giudicare se stessi) per il proprio desiderio di praticare il sesso insolito.
Il disagio di Joey nell’atteggiarsi in modo infantile, nonostante lo desideri e questo gli dia sollievo nei momenti di stress, non deriva tanto dal timore del giudizio degli altri quanto dal suo stesso timore di non comportarsi da adulto (o come gli altri presumono dovrebbe comportarsi un adulto).
Vorrebbe praticare l’age play, ma non si sente a suo agio con pannolini e ciucci. Questo lo confonde e teme di non essere in grado di assecondare Rich in situazioni o giochi che lui ama. Per la brutale esperienza subita durante il suo tentativo di apprendere le basi del BDSM si ritiene danneggiato e non meritevole del suo amore, ed è su questi elementi che l’altro focalizza la sua affettuosità e la sua tenerezza.
Fin da subito Rich dimostra di amare ciò che fa, purché Joey sia con lui e sia felice, indipendentemente dai kink che sceglie di praticare, e non importa se non riuscirà a mettere in pratica gli aspetti di controllo-punizioni. Gli ricorda più volte che non sono importanti le etichette né le consuetudini: il gioco tra loro non deve rispondere a nessun canone. Non importa che a Joey non piaccia il diapering (e come dargli torto, dopo ciò che il suo ex gli ha fatto?). Ama peluche, copertine morbide, abbracci confortevoli e magliette di supereroi, e non c’è nulla di sbagliato. Nessuno si dovrebbe mai vergognare per i propri gusti e le proprie preferenze personali.
«Per Joey non si tratta solo di sesso. Non si tratta di un gioco, non sta cercando scene per dimenticare una brutta giornata. Non ci vuole un genio per capire che vuole qualcuno che prenda il comando. Il problema è che l’unico riferimento che ha è quello che gli ha fatto quel bastardo. Non sa cosa sia giusto. Cosa gli è permesso provare o come elaborarlo. Eppure ti aspetti che sappia dove sono i limiti. Che sappia cosa può chiedere o a cosa può dire di no, ma tu non stai esattamente intervenendo per rendergli sicuro fare queste cose, vero?»
La fragilità di Joey porta Rich a ridefinire il suo ruolo di Daddy, più sbilanciato verso l’accudimento che sulle regole e qualche sculacciata.
Sul tema del BDSM mi aspettavo forse qualcosa in più. Si esplora molto il discorso punto di vista di Joey, che è naturalmente focale, essendo il suo trauma legato alle modalità di gioco e alle sue preferenze sessuali. Ritrovare il piacere per quello che è stato rovinato e sporcato è fondamentale per ricostruire una vita serena.
Per quanto riguarda il punto di vista del Master, del Daddy, invece, si affrontano i suoi dubbi nel relazionarsi con un partner che ha subito un trauma, le insicurezze legate al dosare il livello di dominanza in modo che sia appropriato per lui. Il suo percorso di crescita è relativo al superare queste insicurezze e prendere il controllo accentuando il suo ruolo dominante, introducendo Joey per davvero al lifestyle, permettendogli di lasciare indietro un po’ di ansie e dubbi, assumendo il ruolo di Daddy protettivo, presente, accudente, senza più timore di dover lasciare troppo spazio alle paure dell’altro.