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Recensione: Di passaggio di Jay Northcote

Titolo: Di passaggio

Autore: Jay Northcote

Genere: Romanzo Contemporaneo m/m

Editore: Jaybird Press Ltd

Data di pubblicazione: 7 agosto 2023

Età di lettura consigliata: +18

 

 

Non sprecare l’opportunità di essere felice…

Leo è un solitario, drogato di lavoro e senza tempo per il romanticismo. Il suo impiego a Londra si prende tutte le sue energie e il suo impegno. Quando va in Cornovaglia per stare con lo zio Edwin, malato terminale, l’ultima cosa che si aspetta di trovare è l’amore.

Tris vive in un cottage sul terreno di Edwin, ed è gay, anche se allo scoperto solo per metà. Lui e Leo legano per via del loro affetto per Edwin, e l’attrazione che c’è tra di loro diviene troppo forte per ignorarla.

Fra le braccia di Tris, in mezzo alla natura selvaggia della Cornovaglia, Leo trova una pace di cui aveva scordato l’esistenza.

Al ritorno a Londra, Leo si ritrova a piangere non solo la perdita dello zio. Quando una notizia inaspettata gli fornisce la possibilità di tornare in Cornovaglia, teme che sia troppo tardi per riprendere le cose con Tris. Ma durante la permanenza da suo zio ha imparato molto, e non vuole guardarsi alle spalle e desiderare di aver fatto le cose in maniera diversa.

È tempo di afferrare ogni giorno… prima che sia troppo tardi.

 

 

Si tratta di una storia davvero commovente, nella quale Leo, un quarantenne drogato di lavoro che si prende un periodo da trascorrere in Cornovaglia per assistere lo zio nell’ultima fase della sua malattia terminale, si imbatte in Tris, un inquilino con il quale si trova da subito in sintonia.
Li unisce non solo l’affetto per lo zio Edwin, ma anche le facili confidenze sulla loro storia e sulle difficoltà incontrate nelle esperienze passate.

Gli piaceva la sua indipendenza. Una relazione a lungo termine gli era sempre sembrata un’autoindulgenza superflua per la quale non aveva né il tempo né le energie. Adesso, però, avvolto come in un bozzolo nel letto sgualcito, le gambe intrecciate a quelle di Tris, il battito del cuore dell’uomo sotto il palmo della sua mano, tutt’a un tratto si ritrovò a domandarsi come sarebbe stato avere quella vicinanza, permettere alla sua vita di intrecciarsi con quella di qualcun altro…

Tra i due uomini nasce subito qualcosa che va al di là dell’attrazione e della chimica; un legame più empatico, più intimo, ricco di tenerezza, di desiderio di vicinanza, e si intreccia col dolore per l’imminente perdita della persona a cui entrambi vogliono bene.
La loro relazione, destinata a terminare con la morte dell’anziano, quando Leo tornerà a Londra e si ributterà nel lavoro a testa china, rievoca i ricordi di gioventù di Edwin, che svela di aver vissuto tradendo la moglie per stare con l’uomo che ha segretamente amato per tutta la vita. Questa rivelazione, che sconvolge il nipote, è un promemoria potente di un passato non troppo lontano in cui l’amore omosessuale non poteva essere vissuto liberamente, sollecitazione a sfruttare ogni momento per vivere appieno tutte opportunità di cui ora i protagonisti possono godere, senza farsi ostacolare da falsi problemi.

Aveva pianto più in quell’ultimo paio di settimane di quanto non avesse fatto in anni interi. Dire addio a Tris dopo aver perso Edwin era semplicemente troppo. Strati su strati di lutto e perdita gli si avvolsero attorno al petto e strinsero, levandogli il respiro.

Tris non è dichiarato, ma ha capito che la storia con la moglie non aveva futuro e ora deve gestire dei rapporti conflittuali e la condivisione di un figlio. D’altro canto, Leo si sente costretto dalla propria carriera professionale a tornare a Londra, con un lavoro che non gli lascia tempo ed energia per se stesso e per una vita affettiva.
Lo zio, col senno di poi e dalla prospettiva di chi sta per vivere gli ultimi momenti, ricorda loro che i confini sono solo dove noi stessi li poniamo. Spesso si tratta solo di saper vedere, di alzare gli occhi dalla propria routine quotidiana, senza farsi intrappolare in una ruota da criceti, e iniziare a muovere un passo dopo l’altro nella direzione verso cui si vuole andare. E la direzione che ci rende felici, lo zio consiglia, non riguarda fama, soldi, carriera, ma l’amore.

Il fai da te proprio non è il mio forte. Io e gli arnesi da lavoro non siamo una buona combinazione.» Tris inarcò le sopracciglia. «Quindi vuoi che continui a stare qui perché so come maneggiare gli arnesi.» «In parte,» ammise lui. Ma poi si fece di nuovo serio. Se mai c’era stato un momento per la cruda sincerità, era quello. «Ma in realtà voglio che tu viva qui perché ti voglio nella mia vita.»

Si tratta di una storia romantica con discreta quantità di scene di passione, sempre comunque intessute di sentimento. Il prospettare una relazione a carattere di temporaneità mette i protagonisti sotto pressione man mano che si avvicina la scadenza, tuttavia, il sapore amaro della perdita che la morte dello zio causerà è decisamente preponderante rispetto alla tensione provocata dal timore della rottura imminente, saturando la lettura di una discreta stretta al petto. È presente un ulteriore fattore di stress legato alla precedente vita di Tris che complica lievemente la situazione, ma è stato a mio avviso poco sfruttato e risolto un po’ rapidamente, essendosi il fulcro della narrazione concentrata sul processo di crescita personale di Leo e sulla rielaborazione delle priorità della sua vita.

 

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