Recensione: Mr Perfect: Innamorati a Manhattan di Leander Rose

Regola numero uno quando si inizia un nuovo lavoro: non lasciare che il capo ti sorprenda a fare qualcosa di proibito.

Donna d’affari di giorno, ballerina di un club a luci rosse di notte. Quando Charlotte si trasferisce a New York, pensa di essere perfettamente capace di conciliare il suo stage in una prestigiosa società di consulenza con il suo lavoro al club. Ha bisogno dei soldi della Wild Lady per pagare il suo soggiorno nella costosa metropoli. La pole dance è un segreto di cui nessuno sarebbe dovuto venire a conoscenza. O almeno, questo era il piano prima che il suo nuovo capo, Adam Scott, si presentasse all’improvviso al club. Il serio uomo d’affari, che attribuisce grande importanza al corretto trattamento dei suoi dipendenti, si ritrova ad assistere inaspettatamente alla sensuale coreografia di Charlotte. Di punto in bianco la facciata di Mr. Right inizia a incrinarsi. Quando il primo incontro con il suo nuovo capo finisce con una pole dance, sa che il suo nuovo inizio non andrà liscio come sperava.

Una nuova casa nella sfavillante città di New York e in procinto di iniziare uno stage in una prestigiosa società di consulenza… Cosa desiderare di più? 

La nostra Charlotte sin da ragazzina ha dovuto imparare a rimboccarsi le maniche per aiutare economicamente la madre e ora, fresca di laurea, vede grazie alla Parker & Scott l’opportunità di intraprendere una carriera remunerativa. 

Il piano è semplice: donna d’affari di giorno e ballerina di un club a luci rosse di notte. Non l’ideale certo, ma d’altra parte lo stage non è retribuito e questa è l’unica soluzione che le consenta di mantenersi e contemporaneamente continuare a mandare un po’ di soldi alla mamma. 

La pole dance è un segreto di cui nessuno sarebbe dovuto venire a conoscenza, ma come ben sappiamo talvolta la sfortuna è in agguato. Quante possibilità c’erano di incontrare Adam Scott il primo giorno di lavoro al Wild Lady?

Sì, esatto, non il fattorino e neppure il responsabile delle risorse umane, macché… Avete presente Parker & SCOTT? Proprio quello, il socio fondatore! E no, prima che ci speriate troppo, mi duole dirvi che è dotato di una vista perfetta. 

Inizia quindi un interessante relazionarsi di due persone che solo in apparenza sembrano agli antipodi, rivelandosi ben più simili di quanto neppure immaginino.

Adam è un serio uomo d’affari che attribuisce grande importanza al corretto trattamento dei suoi dipendenti, lo si potrebbe definire “arrivato” per il successo a cui è riuscito a condurre un’attività creata da zero, ma ha una morale e soprattutto una coscienza. Ovviamente non è un santo, ma a chi interessa?

Charlotte è stata temprata da un’infanzia non certo facile che l’ha resa determinata, lodevole il suo intento di garantire una vita migliore alla madre, ma onestamente non mi ha convinto perché non l’ho trovata coerente.

Con un passato come il suo e con così tanto da perdere, mi sarei aspettata più resistenza a un coinvolgimento potenzialmente distruttivo per la sua carriera, invece le sue remore sono durate meno di un battito di ali. Anzi, paradossalmente, colui che ha meno da perdere è  anche l’unico a pensare alle conseguenze. Tutte noi meriteremmo un Adam nella nostra vita!

Comunque, tutto è bene quel che finisce bene soprattutto se si trova la forza di rialzarsi dopo una sconfitta e di riprendere in mano la propria vita risorgendo dalle ceneri in un trionfo senza eguali.

Una storia di resilienza scritta con uno stile fluido e a pov alterni che vi regalerà piacevoli ore.