Recensione: Una schiava per il vichingo di Sarah Rodi
Autrice: Sarah Rodi Genere: Romance Storivo Editore: Harpe collins Italia Data di pubblicazione: 14 Giugno 2024
Potrà diventare la sua amante… ma mai la sua sposa!
Danimarca, IX secolo – Rapita quando era solo una bambina, Wren conduce un’esistenza infelice come schiava della Contessa di Boer. Ma tutto cambia quando la sua padrona riceve in visita lo Jarl Knud, il potente signore di Nedergaard, con il quale intende stringere un’alleanza tramite matrimonio. Benché Wren disprezzi tutto ciò che Knud rappresenta e sia consapevole che lui necessiti di una donna di alto lignaggio per salvare il suo popolo, non può fare a meno di cedere all’attrazione che da subito si accende tra loro e di concedersi una notte di pericolosa e proibita passione con lui…
Lui era un capo, lei una schiava.
La schiava della sua futura moglie, nientemeno!
Avrebbe dovuto controllarsi.
Eppure, nonostante ne fosse consapevole, non ci riusciva.
Fenici buongiorno, per quanti romanzi possa leggere, quelli storici sono sempre una certezza. Un intramezzo leggero che fa vivere intense emozioni in poche pagine. Non tutti sono coinvolgenti, ma questo sarà sicuramente da annoverare fra le vostre letture, se il genere vi appassiona.
Credo che l’intera storia si possa riassumere nella citazione che ho deciso di inserire, ma per non lasciarvi privi di una trama ve la descrivo in due righe. Siamo in Danimarca, quindi si parla di vichinghi, Fenici, e sapete quanto io abbia un debole per gli uomini grossi e cattivi con un lato tenero, comunque non tergiversiamo …
Wren è una schiava rapita da bambina e data in dono come oggetto di giochi alla piccola Cotessa di Boer, Ingrid, che oggi ormai donna prende accordi con uno Jarl per unire i popoli in un’alleanza redditizia per entrambi.
Il promesso sposo è il potente signore di Nedergaard, Knud,che vedovo decide, per il bene della sua gente, di risposarsi pur avendo promesso a se stesso di non farlo mai più.
Tutto cambia quando Wren e Knud si incontrano per errore e sono subito scintille.
Riusciranno i due giovani dalle esistenze infelici a trovare il lieto fine? Come tutti i libri di questo genere, è d’obbligo un bel finale ma… come ci arriveranno è tutto da scoprire.
Ho apprezzato immensamente questo romanzo che, seppur con qualche refuso, è scorrevole e coinvolgente, la trama alla base mi è piaciuta moltissimo e il lavoro di studio, costruzione e ambientazione del popolo norreno è ben fatto.
Tutti i dettagli in merito sono stati ben calibrati: gli Dei, le rune, i tatuaggi, i nomi scelti e la spiegazione di alcuni significati come i simboli che rappresentano i protagonisti: l’orso (Berserker) e il passerotto (per l’appunto Wren) .
Wren non è la solita schiava in balia degli eventi, ma è una guerriera che lotta per la sua libertà con costanza e dedizione, senza mai arrendersi nonostante le torture e le ingiustizie che si ritrova a subire.
Knud è un uomo d’onore che combatte per ciò che è giusto e farà del tutto per rendere felice Wren e aiutarla a ritrovare la sua libertà, anche se questo vorrebbe dire perderla per sempre.
I protagonisti hanno due estrazioni sociali chiaramente differenti, ma le sofferenze dei loro vissuti li legano indissolubilmente.
Il mistery nel libro è dato dalla ricerca delle origini di Wrenper riportarla in seno alla sua gente. Vedrete entrare in scena anche una veggente che darà il suo contributo.
Insomma chi più ne ha, più ne metta, un concentrato adrenalinico di avventure ed emozioni.
Straconsigliato!