Recensione: Textual Relations di Cate Ashwood

Henry, professore di psicologia evolutiva, è pronto a trascorrere il suo compleanno come ogni volta: una bella pulizia dei denti seguita da un pasto con suo fratello. Ma quando riceve un messaggio da un numero sconosciuto che conferma i dettagli di un appuntamento, fa quello che farebbe qualsiasi persona premurosa: va all’incontro per spiegare cos’è successo all’altra persona.

Asher Wescott non si aspetta che il suo appuntamento al buio vada bene, quando mai succede? Invece Henry si presenta e le cose iniziano di colpo a migliorare. Socialmente imbranato e attaccato alla sua routine, Henry è comunque uno degli uomini più affascinanti e gentili che Asher abbia incontrato da molto tempo.

Peccato che Asher non sia il suo tipo.

Un appuntamento accidentale, un bacio impulsivo e qualche sentimento conflittuale dopo, Asher riuscirà a convincere Henry a vedere il mondo – e lui – sotto una luce diversa?

Si tratta di un racconto piuttosto veloce, al quale manca purtroppo un po’ di angst, ma caratterizzato dalla componente tenera e romantica tipica delle prime fasi di un innamoramento, oltre che di quella introspettiva di un uomo che a trentadue anni ha una rivelazione su se stesso e sulla propria identità.

«Qualche obiezione a provare qualcosa di nuovo?» Oh, Dio. Odiavo provare cose nuove. A trentadue anni, mi ci era voluto così tanto tempo per trovare le cose che mi piacevano, e una volta che qualcosa si adattava alla mia vita, non vedevo motivo per cambiare.

Henry, uno psicologo evolutivo, non aveva mai immaginato che la sua apatia nei confronti delle donne fosse legata a un’anomalia del “desiderio sessuale biologicamente più funzionale alla riproduzione”. Un inaspettato feeling, con annessa attrazione, per Asher lo porta a un risveglio sessuale del tutto imprevisto e piacevolmente accolto.

Pagina dopo pagina viviamo insieme a lui una serie di meravigliose prime volte che accendono il suo corpo e la sua passionalità in modo che non aveva mai immaginato possibile.

Ero arrivato fin lì, agendo per un capriccio basato su Dio solo sapeva cosa, ed era giunto il momento di fare una scelta. Fui sopraffatto per un attimo dall’indecisione mentre il mio cervello ragionava sui possibili risultati. Potevo ritirare la mano e fingere che non fosse accaduto nulla. Il viaggio in macchina verso casa sarebbe stato probabilmente imbarazzante, ma ero abituato alle situazioni scomode. Oppure potevo fare ciò che tutto il mio corpo mi stava urlando di fare.

Per quanto riguarda Asher, ha una personalità molto più spigliata, spontanea; è un ragazzo che ama sperimentare e cambiare continuamente per non annoiarsi, per vivere la vita al cento percento. Essere un suo partner è rischioso, tanto è vero che nessuno è mai riuscito a mantenere vivo il suo interesse per molto tempo. Ma Henry è la persona giusta, capace di ancorarlo a qualcosa di vero, di reale, di profondo. 

L’incontro tra due persone così diverse riesce stranamente a creare un mix perfetto in cui le loro caratteristiche opposte vengono ben bilanciate. 

Era incredibile. Altrettanto incredibile era l’uomo che mi sedeva accanto. Tra tutti i posti casuali in cui mi aveva portato, tra gli strani eventi a cui mi aveva convinto a partecipare, quello era voluto. Aveva fatto dei programmi precisi per me. E, per Asher, era una cosa piena di significato. Non si trattava di un’idea improvvisa dettata dal momento. I suoi occhi azzurri incontrarono i miei dall’altra parte del tavolo, e in quell’istante lo capii. Mi ero innamorato di Asher Wescott.

Il percorso di scoperta della propria identità porta Henry a una presa di coscienza che gli permette anche di sistemare tanti elementi di sé che prima trovava incoerenti e disfunzionali, come la difficoltà nelle situazioni sociali.

Nonostante sia abitudinario e piuttosto chiuso alle novità come un ottantenne, dal momento in cui incontra Asher assistiamo a un risveglio: si accende, si colora, acquisisce brillantezza e un desiderio di sperimentare, di scoprire, di vivere la vita.

Essere finalmente se stesso, non solo nella sua intimità ma anche apertamente con le persone che conosce e che gli vogliono bene, gli permette di vivere in modo più sincero e quindi più ricco di significato.