Recensione: Elara: un amore proibito tra i lupi mannari di Gea Petrini
Serie: Shadow Girls vol.2
Serie: Shadow Girls vol.2
Autrice: Gea Petrini
Genere: paranormal urban fantasy
Editore: self
Data di pubblicazione: 9 maggio 2023
La serie Shadow Girls è composta da:
- Recensione vol.1—->
- Elara vol.2
- vol.5
Sotto la luna, lui è la fiamma che mi attrae per bruciarmi – Elara
Sono il lupo nero e lei la mia tentazione proibita – Sam
Elara è cresciuta a Black Lodge, nel cuore della foresta canadese, il quartier generale del branco Moonstone. Suo padre è l’Alfa e vuole farla sposare con Jax un lupo rude legato alle antiche tradizioni dei mannari. Elara ha un legame indissolubile con Sam e Jason che sono cresciuti con lei come fratelli. Così di fronte a un destino che non vuole accettare, si aggrappa ai fratelli adottivi, anche se qualcosa nel rapporto con Sam è cambiato: il lupo nero le gira intorno tormentato, sempre più affamato, in cerca di qualcosa che non può avere. Mentre devono fare i conti con i nemici, il desiderio rischia di consumare Sam e il riflesso del suo sacrificio raggiunge Elara che combatte una battaglia contro sé stessa. L’arrivo a Black Lodge di Adam, un lupo solitario, allontanerà Elara da Sam e dai sentimenti che non è pronta a vedere. Le sacre leggi del branco d’altronde vietano la loro unione, e questa è una sentenza senza appello. Combattuti tra dovere e amore, Elara e Sam si ritroveranno tra insidiosi pericoli, sotto l’argento di una luna che non vuole tramontare.
Quando il fuoco incontra l’ombra nasce una storia oscura e seducente di lupi mannari.
Bentornate, Fenici!
“Dove si trova il cuore del lupo il vero amore non potrà mai essere domato.”
Torniamo dai lupi creati da Gea Petrini. Questa volta la storia parla di Elara, figlia dell’Alpha Declan, capo del clan Moonstone, il più importante del Canada. Ha un rapporto stretto con Sam e Jason, due lupi trovatelli che fanno parte del branco grazie al buon cuore di Kelly, la madre della nostra protagonista.
E ovviamente è Sam, il lupo nero, a essere innamorato di sua “sorella”… attenzione, non sono consanguinei, ma per le regole del branco non ci deve essere nulla tra fratelli (e io aggiungo: che idiozia cosmica se non hanno lo stesso sangue, ben venga che si mettano assieme!)
La storia non è mica rose e fiori, come se fosse una normale storia di lupi. E qui entra in gioco il fattore altro clan, Stormclaw, quello degli Stati Uniti, che rompe le palle facendo il bello e il cattivo tempo tra i lupi. Così, il padre della nostra protagonista decide che è giunto il momento che Elara prenda marito con un certo Jax Sullivan, un infame. Già solo dalla descrizione mi ha fatto “salire il Palpatine che è in me”: seriamente, questo insopportabile troglodita che tratta le donne alla stregua di serve e sforna cuccioli deve fare una fine orribile.
“Camminavo tra i mostri, ma io ero il lupo nero con l’anima intessuta di fili avvelenati. Nei miei momenti più bui, il fuoco della passione mi guidava verso l’abisso.”
La Petrini riesce sempre a toccare temi importanti anche se si parla di lupi e di un mondo fantasy. I lupi, almeno nei romanzi che ho letto in quarantadue anni di vita, sono possessivi, territoriali, gelosi e chi più ne ha più ne metta. Tuttavia, Jax è quello che vuole far valere il suo ruolo di “padrone”, quello che si fa come dico io altrimenti sono legnate, un violento che non ha alcun interesse verso la propria compagna. Viene poi introdotto l’Imprinting tra Sam ed Elara, solo che lei lo maschera fino a quando viene a galla.
Il padre di Elara lo avrei preso a calci nel sedere: non gli importa nulla di sua figlia, l’avrebbe sacrificata senza pensarci due volte; anche dopo, quando lei si salva da sola, è ancora indifferente. Non so se sia voluta questa cosa o meno, ma l’ho trovata alquanto fastidiosa.
Iris è un personaggio interessante, la Beta di Declan ha le palle ed è molto legata alla protagonista.
Unica pecca di questo libro è il finale un po’ troppo raffazzonato, ho avuto come l’impressione che l’autrice volesse finirlo subito in fretta e furia, dopo essersi dilungata dapprima con la troppa introspezione (badate bene, io amo l’introspezione ma il troppo stroppia). Avrei dato più risalto alla conclusione e niente, mi sembra che manchi qualcosa.
Alla prossima!
Un saluto dalla vostra Mal