Recensione: Forbidden di A.K Rose

Trouble.
L’ho quasi investita…
Poi l’ho portata a casa mia.
Ho curato le sue ferite con la mia oscura depravazione.
È piena di cicatrici, ognuna racconta una storia. Ustioni, tagli… Cicatrici di ogni tipo, e poi ferite ancora fresche.
Così fresche da raccontare una storia tanto pericolosa quanto intrigante. Una storia che non vedo l’ora di conoscere.
Quando ha riaperto gli occhi non ha indietreggiato, come fanno tutte.
Invece, mi ha detto il suo nome.
Helene…
C’è qualcosa in lei. Nel modo in cui risponde al mio sguardo.
Non ha paura di me.
Una parte di me vuole che sia così, la parte più oscura e pericolosa.
Solo per questa volta…
Quando Halestrom Hale e il suo pugno di ferro si stringono intorno a me, la nascondo nell’unico posto che conosco. Un luogo che posso controllare. Un luogo dove posso osservarla…
L’Ordine.
I miei fratelli sono furiosi quando lo scoprono.
Tutto quello per cui abbiamo lavorato.
Tutte le bugie che abbiamo detto.
Tutte le cose che abbiamo fatto…
Potrebbe essere stato tutto per niente.
Se lei parla.
Allora dobbiamo assicurarci che stia zitta, tutti e tre.
Dobbiamo tenerla d’occhio, distrarla.
Giorno e notte.
E intanto preghiamo di uscire vivi da qui.

Rapita, drogata, violentata… non era esattamente ciò che Helene pensava di dover affrontare quando si è lanciata su quella strada. Purtroppo si sa, anche il migliore dei piani può presentare degli imprevisti e il suo si chiama Riven Cruz.

Ma la sicurezza di Ryth e Vivienne, le sorelle appena ritrovate, ha la precedenza su tutto. Infatti, fino a che l’Ordine non verrà distrutto e Hale fermato, nessuna di loro potrà ritenersi davvero mai al sicuro.

Il Direttore ha rovinato la vita di tantissime ragazze, ma inspiegabilmente si prende cura di lei. Le cicatrici che ricoprono il corpo di Helene lo affascinano, gli parlano di un’agonia insopportabile e di una ragazza che odia se stessa, una sopravvissuta.

C’era qualcosa in lei, Non ero solo il suo atteggiamento di sfida, no. Era quell’odore di caos letale che emanava, quel potere così inebriante.

Avrei dovuto saperlo.

L’avevo assaggiato, quel caos, ne avevo sentito il sapore.

Quest’ultima, sebbene sappia di cosa è capace l’uomo, non riesce a impedirsi di desiderare le sue crudeli carezze e la sua devastante devozione.

Il perverso legame che si crea tra i due, unito al desiderio di scovare Hale, fanno sì che Helene venga condotta esattamente nell’unico luogo in cui non dovrebbe essere: l’Ordine, dove incontrerà gli inquietanti fratelli di Riven, Kane (il Dottore) e Thomas (il Prete) che insieme addestrano, sottomettono e piegano le figlie.

È Kane l’ideatore del programma, un manipolatore che con la sua voce suadente è capace di entrare dritto in testa delle ragazze impossessandosi di ogni loro pensiero e paura, trasformandole in donne destinate a essere usate come oggetti.

È tra loro che Helene di “nasconde” determinata nel suo intento e totalmente vulnerabile, può contare solo sui tre fratelli per avere un po’ di protezione.

In questo posto dimenticato da Dio per quanto nato dall’inganno, nascerà un sentimento che avrà il sapore della lussuria e il vago aspetto dell’amore.

Se pensavamo che Hale fosse il male, prepariamoci ad Harmon, colui che sembra dare un nuovo significato alla parola orrore.

Lo stile di scrittura è come sempre scorrevole e ben ritmato rendendo piacevole la lettura.

Che dire? Arrivati a questo settimo capitolo della serie Legami di sangue mi trovo costretta a fare una doppia valutazione: continuano a incuriosire e indignare i piani di Hale volti a sfruttare delle povere donne, mentre inizio a trovare una po’ ripetitiva l’evoluzione dei rapporti tra Helene e i fratelli… che poi è la medesima che abbiamo letto per Ryth e Vivianne con i rispettivi compagni. Spero che verrò smentita da Captured.

Come per i capitoli precedenti della serie, ci sono parecchie scene davvero violente e si tratta sempre di un reverse harem per cui ne consiglio la lettura a un pubblico adulto e consapevole.