Recensione: The Hunter di Laura Pellegrini
Serie: The Blackwood Castle Series vol. 4
Serie: The Blackwood Castle Series vol. 4 Autrice: Laura Pellegrini Genere: contemporary romance, retelling di Biancaneve Editore: self Data di pubblicazione: 22 marzo 2023
La serie The Blackwood Castle Series è composta da :
- Wolf’s Kiss di Veronica Deanike —>Doppia Recensione
- Prince of Ice di Daria Torresan e Brunilda Begaj —>Recensione
- Secret Wishes di Leila Awad
- The Hunter di Laura Pellegrini
- The Wonderment di Alice Winchester
- Cinder’s Flame di Paola Gianinetto —>Recensione
- Bad Sugar di Estelle Hunt
Romanzo autoconclusivo.
Rivisitazione in chiave moderna della fiaba di Biancaneve.
Genere: second chance – hate to love
Lord Hunter Lennox, terzo di nascita del Duca di Highfield, è esattamente ciò che si può definire la pecora nera della famiglia. Capelli lunghi fino alle spalle, occhi magnetici color dell’ambra, sguardo perennemente imbronciato. Bello, ricco e potente, preferisce le corse in moto o gli sport estremi piuttosto che le riviste patinate. Sfidare la morte è per lui un gioco, ma ciò che pochissimi sanno è che la sua è una scelta.
Hunter vuole scordare chi è, da dove proviene, ma più di tutto vuole infangare la sua anima per dimenticare l’unica persona che abbia mai amato in tutta la sua vita.
White Anderson è una splendida donna in carriera. L’architettura e l’arte sono per lei linfa vitale che ha usato come uno scudo per difendersi dal dolore, ma più di tutto, per proteggersi dalla mancanza dell’unico uomo che abbia mai amato e al quale ha dovuto dire addio.
Due cuori imperfetti, un segreto per troppo tempo taciuto, due strade che sembrano allontanarsi sempre più, fino a quando l’impossibile diventa realtà.
Dal retelling di Biancaneve, The Hunter è la storia di due anime speculari alla continua ricerca dell’altra metà, come due parti precise di una mela. È una storia di riscatto, di seconde possibilità e di rinascita.
Gli avvenimenti di questa storia si svolgono nello stesso arco temporale di Secret Wishes di Leila Awad. I libri possono essere letti anche separatamente.
The Hunter è il quarto volume della Blackwood Castle Series, composta da 7 libri autoconclusivi. Ogni singola storia riguarda la rivisitazione in chiave moderna di una tra le fiabe più amate. La lettura dei romanzi è autonoma e indipendente da quella degli altri volumi, precedenti o successivi.
Buongiorno a tutti, cari lettori; oggi vi parlo del quarto romanzo autoconclusivo della serie “The Blackwood Castle”. Il libro in questione è una rivisitazione in chiave moderna della favola di Biancaneve. Come poteva una romanticona come me non avventurarsi in questa lettura? La trama mi ha subito attratta, senza contare che i retelling mi hanno sempre appassionato.
Ho molte cose da dire, per lo più negative, purtroppo, ma voglio cominciare raccontandovi gli aspetti positivi: durante la narrazione troverete i vari personaggi della storia originale, dai nani a Grimilde, la strega cattiva, ma con aspetti differenti; il romanzo è scritto bene, senza errori e ha un lieto fine. Sembra un po’ pochino? Avete ragione, ma ora vi spiego cosa mi ha portato a trovare così pochi lati positivi.
Partiamo dalla cosa più sciocca, quella a cui magari nessuno farebbe caso, ma che ogni volta mi ha irritato parecchio… per tutta la durata della narrazione piove o c’è la tormenta o nevica; non si dice mai che splende il sole o che è una bella giornata, e per questo motivo per la maggior parte del tempo i protagonisti sono bagnati. Forse l’autrice voleva far rivivere i sentimenti tormentati dei personaggi anche attraverso il tempo, ma è solo una mia idea.
Hunter è un avvocato, tenebroso e tormentato, che con lunghi, indomabili capelli e giacca di pelle fa parte di un gruppo di motociclisti e ha, fin dalla morte della madre, la necessità di vivere sul filo del rasoio, mettendosi continuamente in pericolo. White, la protagonista, è un architetto molto conosciuto, è pura e ingenua, con capelli neri come la notte e labbra rosse come le rose, totalmente il contrario di lui. White viene chiamata a ristrutturare un’ala del castello di Blackwood, dove rincontra Hunter, dopo una brutale separazione che in principio li aveva visti come una coppia innamorata.
Il testo è scritto a pov alternati. A mio parere, l’autrice vuole dare un senso di storia raccontata, propria delle fiabe, ma l’utilizzo del lessico risulta pesante. Alcuni termini sono così altisonanti da rendere la lettura stancante e lenta.
Per le prime cento pagine, i due protagonisti non si incontrano mai, anzi, lei ha un altro uomo e lui, perverso e palesemente più gay che etero, passa da un letto all’altro, oppure si butta in orge, giustificate dal dolore della separazione da White in tempi adolescenziali e dai conflitti con i suoi familiari. Ci sono salti temporali continui, che rendono il testo pesante, l’uso degli aggettivi, rende un semplice concetto un monologo di tre pagine.
Questa divisione avvenuta tra Hunter e White, fino alla fine non si comprende a cosa sia dovuta e, successivamente, lascia l’amaro in bocca. Una volta che l’autrice spiega le motivazioni, il lettore si trova a chiedersi: “Tutto qui? Per questo hai fatto tutto ’sto casino?”
I personaggi non sono ben delineati e sembra che le perversioni siano quasi una giustificazione dovuta al non riuscire a esprimere, da parte dell’autrice, le emozioni dei protagonisti. Le donne sembrano sempre bisognose dell’aiuto di un uomo. Le uniche due figure secondarie che ho apprezzato per la dolcezza e l’empatia verso White sono, Alice e Snow le sorelle di Hunter. (Che poi, altra piccola parentesi: ma come si fa a chiamare la protagonista White – Bianca, soprannominata Biancaneve, giustamente essendo un retelling – e la sorella di Hunter Snow – Neve – ? Non è un po’ ridondante?)
Non c’è romanticismo né dolcezza, ogni amplesso viene descritto brutalmente sia con uomini che con donne, e questo per me è un punto molto dolente. Io non leggo MM, per scelta, non mi rivedo nel genere e mi sono sentita molto a disagio leggendo certe parti di questo romanzo; per me è stato il primo in assoluto di questo genere e se dovessi basarmi su questo libro per decidere se leggere MM, ci metterei una croce sopra definitivamente; comunque, a prescindere dal fatto che in futuro mi decida o meno ad affrontare nuovamente questo scoglio, quello che mi ha infastidito maggiormente è stato non essere stata avvertita, così da poter scegliere liberamente. Da nessuna parte l’autrice fa menzione del fatto che nel romanzo ci siano scene LGBT. Praticamente, in tutto il romanzo Hunter ha un solo rapporto, appena accennato, con White, tutti gli altri avvengono con uomini e sono descritti minuziosamente.
In conclusione, con cuore pesante, non mi sento di consigliare questo libro, o comunque, se doveste intraprendere questa lettura, voglio che lo facciate coscienziosamente.