Recensione: Brandon di Piera S.
Autrice: Piera S.
Genere: romance
Editore: Cherry Publishing
Brandon Collins è personal trainer della sua palestra, a Nashville. Di bell’aspetto e con un corpo perfetto, non è sicuramente un uomo che eccelle in modestia e sfrutta il suo fascino per attirare ogni notte una ragazza diversa in un incontro di fuoco. Ma ci sono delle regole:
- Non si entra nella sua camera;
- Non si fa sesso due volte con la stessa donna;
- Nessuna può rimanere a dormire;
- Le clienti della palestra sono off-limits.
Ed è così che Brandon ha vissuto la sua vita, crescendo in solitaria e schivando qualsiasi rapporto amichevole o di coppia, convinto che fosse l’unico modo per non rimanere ancora deluso dalle persone. Eppure quando Scarlett Thompson entra nella sua palestra, la voglia di infrangere quelle regole lo tenta. Se solo lei non fosse già impegnata…
Questa è la storia di Brandon, leggere per giudicare.
Buongiorno amici, oggi vi parlo di un romanzo che ha come protagonista un personal trainer, proprietario di una palestra, Brandon Collins.
Il ventottenne palestrato è un playboy montato e pieno di sé che è stato ferito da un passato violento e non crede più nell’amore.
Scarlett è una dolce ragazza fidanzata con Alex. Fa la bibliotecaria e crede nel vero amore. Prende il posto di suo fratello malato nella palestra di Brandon per non perdere l’abbonamento trimestrale già pagato. Per convincere il suo fidanzato geloso che non c’è pericolo, Scarlett chiede a Brandon, divenuto suo personal trainer, di fingersi gay per poter continuare i suoi allenamenti in tranquillità.
Ed è così che inizia la loro storia d’amore distorta e complicata.
Purtroppo, nonostante i pochi refusi e la fluidità del testo, ho fatto veramente fatica a finire di leggere il romanzo che mi è sembrato molto lento nelle dinamiche. Tutto quello che potrebbe essere considerato un colpo di scena in realtà è molto prevedibile così come l’epilogo della storia. L’autrice ha provato a inserire molti temi, alcuni più profondi di altri, ma non ha, a mio parere, dedicato la giusta attenzione a nessuno di loro: le violenze in famiglia, la donna utilizzata come oggetto, l’omosessualità. I personaggi stessi sono stati poco sviluppati a livello emotivo, molto probabilmente perché l’intero romanzo è scritto solo ed esclusivamente dal punto di vista di Brandon e il risultato è la poca empatia che il lettore instaura con tutti loro.
Il modo in cui l’autrice ha dato spazio alla parte omosessuale mi ha veramente infastidito: Nathan, uno dei personal trainer nonché migliore amico, se così si può definire verso una persona poco emotiva come Brandon, è innamorato di lui. Fra loro c’è una serie di provocazioni e battute più che esplicite da parte di Nathan, con la conseguente e ripetitiva risposta da parte di Brandon, che dimostra di essere un omofobo/non omofobo. Ed è così per tutte le trecento e passa pagine del libro. Faccio un esempio:
« Dio, come amo toccarti!» lo strilla ai quattro venti, facendolo sembrare un doppio senso. … Lo vorrei ammazzare, giuro. «Io ti uccido!» muovo un passo in avanti e lui sgrana gli occhi terrorizzato.
Brandon usa il sesso come sfogo (tanto da avere una camera degli ospiti adibita per lo scopo, tranquilli niente oggetti strani come per Grey), mentre Scarlett è perennemente descritta come un verginella che si imbarazza per qualsiasi complimento anche se di fatto non lo è, tant’è che tradisce il fidanzato, anche lui però figlio di buona donna. Insomma una serie di figure poco credibili o scontate.
Un’ immagine usata spesso anche in altri romanzi che ho letto e che vorrei portare all’attenzione e sfatare, riguarda i vestiti e più nello specifico le MUTANDE STRAPPATE. Vorrei poter mettere un video dimostrativo: io non so voi ma senza forbici, a meno che non siano fatte di carta velina, le mutande Non -Si- Strappano. E anche se fosse, mettiamo che in un mondo parallelo sia possibile, strapparle da dosso per una donna, non è figo né piacevole perché lascerebbe il segno sui fianchi e dolore alle parti basse. Nel libro in questione Brandon che è ipermuscoloso e ipoteticamente potrebbe strappare tutto quello che vuole tranquillamente con le mani, le strappa con la bocca. Sì, avete capito bene, con la bocca. Appena l’ho letto, un grande punto di domanda mi si è stampato in faccia cercando di immaginare la scena e quanto potesse essere eccitante, invece mi è venuto da ridere a pensare che lui ci provasse e poi le dicesse « No, aspetta, meglio che le sfilo».
Mi dispiace ma purtroppo valutato nel complesso per i motivi di cui sopra non mi sento di consigliare il libro.