Recensione: Cursed di Marissa Meyer

Serilda e Gild stanno provando a rompere l’incantesimo che intrappola i loro spiriti nel castello infestato di Adalheid; devono farlo prima della Luna Infinita, quando l’Erlking tenterà di catturare una delle sette divinità per costringerla a esaudire il suo desiderio: far tornare la sua amata Perchta dagli inferi. Ma Serilda pian piano scoprirà che la sete di vendetta dell’Erlking non si sazierà con un solo desiderio, e ciò cui mira davvero ha il potere di modificare il regno mortale per sempre. E diventa sempre più chiaro che non si tratta solo di liberare se stessi e i fantasmi tenuti in schiavitù dagli Oscuri, ma di salvare il mondo intero da una tirannia crudele e senza fine, e con il mondo il loro bambino non ancora nato.

L’atteso seguito del bestseller Gilded narra il viaggio di Serilda per scoprire il proprio potere di donna, madre e cantastorie. Immaginifica rilettura di un classico dei fratelli Grimm, Cursed è una storia piena di romanticismo e avventura, perfetta per il pubblico di Marissa Meyer.

Cursed è il seguito di Gilded e conclude la dilogia di Marissa Meyer.
Si tratta di un fantasy dalle tinte un po’ dark, con ambientazioni dal sapore nordico.
Nel romanzo precedente avevamo lasciato Serilda costretta ad accettare la proposta di matrimonio dell’Erlking, nella speranza di guadagnare tempo e salvare la vita al bambino che porta in grembo.
Il tentativo della protagonista di rompere la maledizione che intrappola lei e Gild (il coprotagonista maschile) nel castello di Adalheid, conduce il lettore in una narrazione più avventurosa e dinamica rispetto a quella del precedente romanzo.
In Cursed le personalità dei personaggi hanno più tempo per essere definite e trovano maggiore spazio nelle vicende. Persino l’Erlking, che è un villain di tutto rispetto, rivela un certo umorismo sadico che mi ha fatto spesso sorridere.
Oltre alla determinazione e alla maturazione di Gild e Serilda, ho trovato questo romanzo una spanna superiore rispetto al suo predecessore. In Gilded la parte introduttiva ha occupato una dose massiccia della narrazione ostacolando leggermente la fluidità, cosa che non avviene in questa seconda parte. L’autrice mantiene uno stile riconoscibilissimo, usando una forma che dona alla lettura un sapore antico e intriso di magia.
La scrittura di qualità, particolareggiata e dettagliata, viene affiancata da una serie di avventure costanti, cacce, tranelli e verità apprese. Tutto questo movimento mi ha portata ad una lettura più serrata.
Cursed è davvero una coccola autunnale, una storia vagamente tenebrosa che può essere una buona compagna per chi apprezza racconti dove la componente romance è solo di sfondo. A primeggiare, infatti, sono sicuramente l’audacia, i colpi di scena e un mondo da salvare.

Fiabesco è l’aggettivo che, a mio parere, meglio può descrivere questo lavoro della Meyer.