Recensione: Galeotto fu l’Inferno di Patrizia Poli
Autore: Patrizia Poli
Genere: Paranormal fantasy
Editore: Literary Romance Edizioni
Data di pubblicazione:17 giugno 2024
Un angelo caduto.
Una giovane donna in lutto.
Una natura diabolica con cui fare i conti.
L’eterna lotta tra il bene e il male. Tra amare ed essere amati.
Samael è l’angelo caduto Lucifero, Stella del Mattino. Sale sulla Terra per capire l’imperscrutabile volontà di suo padre, Dio. Incontra Angela, che ha appena perso il suo bambino a causa del Covid. Lei è innocente, perbene, pura. Samael ne rimane folgorato, decide di osservarla, per carpirne l’innocente mistero. Intanto apre un’agenzia di pompe funebri. La sua natura diabolica lo spinge a punire tutti coloro che hanno fatto del male ad Angela. Questo, però, non piace a Dio, per il quale gli umani vanno giudicati e puniti solo dopo la loro morte. E non solo: ad aggravare la posizione di Samael è l’amore viscerale che inizia a nutrire per la giovane di cui non può più fare a meno.
Bentornate Fenici!
Sapete quando si dice “non giudicare mai un libro dalla copertina”, ecco, in questo caso mi sono fatta fregare sia dall’immagine accattivante che dalla sinossi. A volte dovrei proprio dare retta al mio istinto invece di fare affidamento su chi scrive di angeli, demoni e, soprattutto, della figura di Lucifero.
È la storia di Samael che, in questo romanzo, viene erroneamente associato alla figura di Lucifero. Per chi se lo stesse chiedendo, nella religione cristiana Samael è un arcangelo il cui nome vuol dire “veleno di Dio” ed è spesso associato all’angelo della morte Azrael.
Bene, il nostro protagonista si incarna in un uomo bellissimo e sulla terra conosce Angela che ha appena perso il figlio di sei anni per il Covid. Il compito che gli è stato affidato è quello di dividere alla morte le anime delle persone e decidere se mandarle in Paradiso o all’Inferno. Di per sé la storia sembra essere questa, tranquilla senza tanti problemi, ma poi Sam si innamora di Angela, della sua purezza, della sua bontà e allora comincia a pensare che suo Padre, ovvero Dio. sia stato troppo crudele nel togliere il bambino alla madre.
La domanda è: può il male essere capace di amare? No, non dirò il diavolo perché in questo libro, oltre ad ingarbugliare i ruoli, si confonde anche chi è chi. Il protagonista è molto più umano di quanto si possa immaginare, è un ribelle nei confronti del Padre che viene dipinto come un Dio crudele che permette scempi sulla sua creazione più importante: il genere umano. Samael si domanda se è giusto o meno quello che sta facendo, ossia determinare il destino delle anime, e viene rimproverato perché aiuta Angela eliminando chi le ha fatto del male e facendogli scontare i peccati commessi.
Nel complesso la storia non è malvagia però, perché mi volete far diventare cattiva? Penso di aver tirato giù così tante bestemmie che San Pietro si è congratulato per la mia creatività e inventiva. Già leggere per l’ennesima volta che Lucifero è un arcangelo… vi prego, Lucifero è un serafino mentre è Samael ad essere un arcangelo. E, ancora di più: Lucifero è il fratello maggiore di Gesù. Seriamente, ho dovuto rileggere il brano per capire se avessi compreso davvero quello che era stato scritto e… povera me! Va bene la fantasia, ma qui si va ben oltre! Un’ultima annotazione, ma non meno importante, Gesù con i capelli biondi e gli occhi azzurri, e su questo stendo un velo pietoso.
Ecco perché non darò un voto alla storia, non posso e non ci riesco. Per me è un grande e grosso MEH.
Alla prossima.
Un saluto dalla vostra Mal