Recensione: Neetle and Bone. Come uccidere un principe di T. Kingfisher
Autrice: T. Kingfisher
Genere: Fantasy
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 8 ottobre 2024
Marra è la più giovane fra le tre figlie del sovrano del Regno del Porto. Insieme alle sorelle, Damia e Kania, ha il dovere di salvaguardare la pace nel proprio paese, stretto nella morsa dei nemici che premono ai confini. Per scongiurare ogni rischio di scontro e assicurarsi l’alleanza del Regno del Nord, Damia viene data in moglie al principe Vorling. Poco tempo dopo, però, il corpo esanime della principessa viene riportato a casa. Dicono sia morta in seguito a una caduta, che sia stato un incidente, ma Marra non può crederci. Così, quando Vorling sceglie Kania come sua nuova sposa, Marra, pervasa da un senso di terrore, decide che questa volta non resterà ferma a guardare. Ucciderà il principe. Si mette quindi in cerca della magia più potente che conosca: quella di una Vocedombra, una strega in grado di comunicare con l’aldilà. Per raggiungerla, Marra dovrà attraversare la temibile Terra Riarsa, una distesa di chilometri avvolta nelle tenebre e devastata dalla siccità, e, per ottenere il suo aiuto, dovrà portare a termine tre compiti apparentemente impossibili: cucire un mantello di ortiche, resuscitare un cane da un mucchio d’ossa e catturare un raggio di luna. Ma, a guardarla meglio, la Vocedombra non sembra che una vecchina con uno strambo senso dell’umorismo, che si rifiuta peraltro di partire senza la sua gallina, una bestiola piuttosto invadente che dicono sia anche posseduta da un demone. Canedossa è un amico fidato, ma fa spavento a chiunque lo incontri. E Marra è solo una principessa che si sta improvvisando eroina. Riuscirà questa banda sgangherata a portare a termine la missione? T. Kingfisher rende omaggio agli elementi tradizionali del fantasy e della fiaba, e, allo stesso tempo, li sovverte, rileggendoli in chiave dark e ironica. Una storia originale, tenera e avventurosa che ci ricorda che gli eroi possono assumere diverse forme, che le streghe non sono sempre del tutto cattive, e che ognuno ha il diritto di scegliere il proprio lieto fine.
Benvenuti Readers,
per la mia prima recensione come membro ufficiale dello staff di RFS, mi è stato suggerito il romanzo Neetle and Bone. Come uccidere un principe di T.Kingfisher. Per il consiglio più che azzeccato posso solo ringraziare Ludovica.
In questo libro ci addentriamo alla scoperta della missione affidata alla strampalata Marra e alla sua sgangherata banda: un cane fatto di ossa tenuto insieme dal filo di ferro, una vecchina capace di parlare con i morti e la sua gallina “indemoniata”, un ex cavaliere dal sanguinoso passato, una fata madrina più brava a maledire topolini e pulcini che a benedirli e un piccolo minuscolo “cercatore”.
Marra è la terzogenita di una piccola ma nobile famiglia ed è una donna in un mondo fondamentalmente governato da uomini, quindi le sue aspirazioni non si spingono più in là di un buon matrimonio o di una vita fatta di preghiere e duro lavoro.
Nel primo centinaio di pagine le vicende si susseguono lentamente lasciando spazio e tempo al lettore di comprendere al meglio la situazione familiare che ha plasmato l’animo critico e fragile della nostra protagonista. Oltrepassato questo scoglio, si arriva al vero nocciolo della storia: dall’incontro con la Vocedombra e la sua gallina “indemoniata” fino al mercato dei Goblin, dalla rivelazione del passato dell’ex cavaliere ai legami celati con la famiglia reale; è tutto un susseguirsi di ambientazioni ben descritte, situazioni al limite della follia che faranno dubitare della propria sanità mentale fino a equivoci capaci di farci arrossire.
Il mix tra le ambientazioni fiabesche e il dark fantasy funziona alla grande, la narrazione è fluida, le avventure scorrono rapide dalla seconda metà dove diventano preponderanti, le descrizioni del passato e delle vicende sono ben congegnate facendo sì che il lettore voglia arrivare all’ultima pagina con un senso di attesa e trepidazione. Rivisitando in chiave dark i tradizionali ruoli delle fiabe, T. Kingfisher riesce perfettamente a creare il dilemma interiore che si forma nel momento in cui ciò che vedono gli altri non corrisponde a ciò che si vuole davvero. Spinge la protagonista a superare i propri limiti, le proprie insicurezze per salvare chi si ama e a sovvertire regole arcaiche e anacronistiche, sperimentando la libertà di scegliere chi essere e decidere del proprio destino.