Recensione: One Dark Window di Rachel Gilling 

La città di Blunder è circondata da una nebbia che rende folle e infetto chiunque vi entri in contatto. Elspeth conosce bene quella magia, perché scorre nelle sue vene in quanto infetta. Ma la deve tenere nascosta, perché la magia è bandita, pena la morte. Nessuno deve sapere che è costretta a convivere con l’Incubo, un mostro, uno spirito antico intrappolato nella sua mente, che le parla e la protegge. Tutto cambia quando incontra un bandito nella foresta, un uomo affascinante e misterioso, ma che è anche a capo degli uomini più pericolosi della città. Elspeth viene così trascinata in un mondo di ombre e inganni, in cui il confine tra la ragazza e il mostro diventa sempre più labile…

Eravamo la stessa cosa Ravyn e io.

Depositari di una magia secolare e terribile.

Cresciuti nel segreto, nelle mezze verità.

Eravamo il lato oscuro di Blunder, la dimostrazione vivente che

la magia, sfrenata e selvaggia, prevaleva,

per quanto i Rowan tentassero di annientarla.

Eravamo la cosa di cui bisognava avere paura.

Eravamo l’equilibrio.

Buongiorno Fenici, oggi parliamo di una nuova serie fantasy lanciata dalla Giunti, One Dark Window. Blunder è una cittadina colpita da una maledizione, una nebbia circonda la città e chi ci entra in contatto diventa infetto o impazzisce. L’infezione, che colpisce principalmente i bambini, li rende magici e portatori di doni più o meno pericolosi. I bimbi vengono quindi considerati fuorilegge e per questo condannati a morte, loro e chi li protegge. 

Elspeth è una di quelle ragazzine, colpita dalla febbre indotta dalla nebbia acquisisce il dono o più precisamente la piaga di accogliere dentro di lei un mostro, conosciuto come l’Incubo. Prima innocente fanciulla ora adulta, Elspeth è sempre stata in grado di celarsi da sguardi indiscreti nascondendosi agli occhi del Re e dei suoi Paladini, tutto cambia quando durante una notte dei banditi l’assalgono provocando il mostro dentro di lei. Che importa direte, sono solo dei criminali… invece no perché il brigante in questione altri non è che il Capitano dei Paladini, Ravyn Yew. 

È la fine, pensa la ragazza, verrà condannata a morire. Invece si ritrova a fronteggiare segreti, misteri e nuove sinistre scoperte, nonché un colpo di stato che la porterà ad avvicinarsi sempre di più a Ravyn. 

Se la liberazione di Blunder è alle porte non lo è l’anima di Elspeth, il mostro dentro di lei non è disposto ad abbandonarla e diventa sempre più forte.

Il romanzo, scritto solo dal punto di vista di Elspeth, è estremamente scorrevole e trainate. I capitoli sono brevi e mi hanno dato la possibilità di divorarlo nell’arco di un paio di giorni, i colpi di scena non mancano e la costante voglia di scoprire sempre un po’ di più sul mostro nella mente della ragazza, mi hanno tenuta incollata alle pagine. 

Mi è piaciuto molto l’utilizzo delle Carte della Provvidenza che prendendo spunto dai tarocchi, vengono spiegate mano mano con lo svolgersi del romanzo; così come l’Antico libro che indirizza i cittadini, un work building studiato per affascinare. Ogni capitolo è introdotto da delle massime dell’Antico libro.

È interessante come venga costantemente sottolineato l’importanza di un equilibrio tra la magia e le sue conseguenze perché essa infonde potere e il potere da sempre alla testa delle persone.

Essere prudenti 

significa guardarsi da coloro che potrebbero usare la magia a scopi malvagi.

Essere accorti 

significa avere l’avvedutezza di non usare le carte troppo spesso.

Essere buoni 

significa rispettare l’equilibrio del sale nell’aria, dello Spirito della Foresta.

Siate prudenti.

Siate accorti.

Siate buoni.

I personaggi nel complesso sono ben strutturati, il loro passato, i dolori, le speranze per il futuro e il rapporto con la famiglia. Il romance non è la centrica del libro, ma anzi lo slow burn per quanto intenso non è esasperato, si parla di rossori, di labbra dischiuse e occhi sgranati, di mani che si sfiorano e l’amplesso, uno solo, è scritto in maniera delicata e romantica. Il protagonista indiscusso dell’intero romanzo è senza dubbio l’Incubo, che enigmatico e misterioso, parla solo per indovinelli nella mente di Elspeth e nasconde più segreti di tutti i personaggi messi insieme. 

Il tutto si conclude con un cliffhanger, ma l’autrice ci grazia con un paio di capitoli bonus introduttivi del secondo volume Two Twisted Crowns, scritto dal punto di vista di Ravyn.

Aspetto il seguito con grandi aspettative.