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Recensione: Il perdono di Sivar di GotenS

Titolo: Il perdono di Sivar

Autrice: GotenS

Genere: fantasy medievale lgbtq

Editore: self

Data di pubblicazione: 5 novembre 2024

Età di lettura consigliata: +18

La guerra era durata troppi secoli fra i popoli di EvigKyla e EvigVår, alla fine i due monarchi decisero di sigillare la pace e come garanzia unire i loro figli in matrimonio.
Sivar, terzo principe di EvigKyla è generale, abile mago e muta forma, cede alla richiesta per amore del suo popolo e cambia se stesso in una donna diventando così la moglie di un ignaro e brutale Ragnvard che fa della violazione di sua moglie ogni notte terribile, vuole spezzarla e disprezzarla ma Sivar non cede perché sa che il loro matrimonio deve continuare.

Dopo quasi un anno arriva l’ammissione di Ragnvard che non solo l’ha tradita ma ha anche sposato un’altra donna avendo con lei un figlio legittimo erede al trono.
Sivar chiede di poter tornare a casa e annullare le nozze.
Lettere di pentimento e scuse cominciano ad arrivare da parte di Ragnvard ma vengono date alle fiamme, i fratelli di Sivar intervengono e per cinque anni non gli permettono di varcare i confini del regno.

Ragnvard è diventato talmente ossessionato da lui da rapirlo e obbligarlo a vivere a contatto con l’attuale moglie Dahlia.
Sivar non si darà per vinto, vuole la sua libertà e lotterà per averla.

 

Care Fenici, ho letto questo romanzo di 705 pagine in un giorno – un giorno diamine! – vuol dire che ti prende e ti avvolge come pochi? Assolutamente sì! Non è una lettura per tutti e non è priva di difetti, ma mi ha decisamente conquistata con la sua trama, le sue descrizioni e anche quel pizzico di violenza che non guasta mai. 

Lo scenario è fantasioso, ambientato in diversi luoghi dai nomi impronunciabili – per me almeno – con dei personaggi complessi ma ben caratterizzati. Fisicamente avevo in mente Vikings, anche se forse non mancano gli spunti Tolkeniani e qualcosa del folklore nordico. Ora prestate la massima attenzione a quello che dico – a una frase così sarei già persa – ci sono delle scene male to male e anche di violenza sessuale, quindi, se per voi questi sono limiti imprescindibili, smettete di leggere la recensione e passate ai video sui gattini! 

Nella trama vi sono cinque regni nominati: EvigKyla, il regno dei ghiacci, EvigVår, EvigHost, il regno degli elfi, EvigDod, il regno degli umani, EvigSmart e Mordor il regno degli orchi… scherzetto, non c’è Mordor! Però capite il mio dilemma sui nomi, a una certa non capivo se stavo leggendo di un regno o di una birra. Comunque, a noi interessano principalmente i primi due, gli altri sono nominati, interagiscono, ma non sono rilevanti ai fini di questa recensione. 

Questi due regni sono in guerra e lo sono da troppi secoli, pertanto i reali di entrambi decidono che è tempo di pace e per attuarla immolano sull’altare del matrimonio i loro figli: Sivar, terzo principe del regno dei ghiacci eterni di EvigKyla, e Ragnvard – aiuto! – erede del regno di EvigVår. Sostanzialmente hanno spostato la guerra dal fronte alla camera da letto di ‘sti due poveracci, che si sono scontrati più volte, si odiano e non sapevano minimamente che sarebbero dovuti finire a letto insieme e generare un erede! Insomma se mio padre mi facesse una cosa simile farei il diavolo a quattro! 

E adesso arriva la parte divertente: Sivar è un mago, con tanto di corna – in tutti i sensi! – e può mutare forma a suo piacimento da uomo a donna e viceversa, rimanendo se stesso. I regnanti di EvigVår gli impongono la forma femminile, che egli stesso definisce più debole rispetto a quella maschile. Questo è un punto che non ho apprezzato per niente, ma ci arriveremo. Gli impongono di imparare l’arte della diplomazia per essere una regina giusta e saper consigliare il suo re, gli impongono tutta una serie di belle maniere e di cure personali per muoversi con grazia ed essere curata, ma volgono lo sguardo quando viene ripetutamente violentata dal marito. Un po’ misogino? Decisamente! EvigVår è un regno dove il potere maschile regna sovrano e le donne sono a casa a badare alla prole e alle faccende domestiche. Sivar però non demorde e compie perfettamente il suo dovere, cambiando a piccoli passi la visione delle cose, esponendosi in favore delle donne e con la sua diplomazia e correttezza conquista una buona parte della popolazione e dei sovrani, ma non il marito. Ragnvard è un bruto, almeno per la prima parte del romanzo, cocciuto, crudele e… diciamocelo, un gran stronzo. Non sa usare la magia, preferisce l’azione alle parole e non ne vuole sapere della “moglie mostro”, tanto che, malgrado Sivar aspetti la loro bambina, la rifiuta preferendo una donna umana e il figlio avuto da lei. A questo punto la legittima consorte si stufa e parte con baracca e burattini per tornare a EvigKyla, annullando il matrimonio, ma mantenendo la pace. 

Da qui in poi cambia tutto e abbiamo modo di conoscere davvero la vera, o forse è meglio dire il vero, Sivar, dato che dopo la nascita della figlia riprende la forma maschile. Ne segue un periodo tranquillo fino a che una minaccia incombe sul regno di EvigVår e il bruto disgraziato si ripresenta con il giovane figlio mezzo umano e un cambiamento tanto impellente quanto disperato, poiché non solo desidera conoscere la figlia ma anche riavere nel suo letto e al suo fianco anche Sivar. 

A questo punto lascerei perdere la trama, che avrete modo di conoscere a fondo se deciderete di leggere il libro, e mi concentrerei sui due personaggi principali, non che i secondari non siano interessanti, ma odio scrivere recensioni troppo lunghe! 

Sivar è veramente straordinario, dotato di una forte intelligenza, un’ottima padronanza della magia e un concetto di correttezza molto presente. È una persona orgogliosa, un principe amato dai suoi concittadini, dai fratelli e dal suo esercito, che sa cosa dire e come comportarsi in ogni occasione. Però gli abusi subiti a EvigVår lo hanno segnato profondamente, tanto che una volta rivisto il bruto ci mette qualche centinaio di pagine prima di fidarsi di nuovo, e direi che ha pure ragione. 

Ragnvard, d’altro canto, è un po’ tonto, a mio avviso, si lascia convincere dalle persone sbagliate rovinando una relazione che avrebbe potuto essere perfetta. Manda quindi tutto a quel paese comprendendo troppo tardi il guaio in cui si è cacciato. Nel momento in cui capisce comincia a cambiare, portando avanti i propositi di Sivar e provandole tutte per riconquistarlo, ricorrendo a qualche sistema non esattamente corretto. 

Tutta la narrazione è vista dal punto di vista del principe dei ghiacci, quindi abbiamo modo di conoscere bene lui, un po’ meno il marito, secondo me qualche capitolo dal punto di vista di Ragnvard non sarebbe guastato. Altra cosa che non ho affatto apprezzato, come già accennato sopra, è il considerare la forma femminile di Sivar una forma inferiore e debole. Siamo tutti d’accordo che gli uomini generalmente hanno più forza fisica delle donne, ma Sivar è un mago, e anche potente, mi è parso strano fare questa differenza. Inoltre, molte forme di autodifesa si basano sull’usare la forza del nemico contro di lui. Sivar in versione femminile si annichilisce, si sottomette, mentre in forma maschile attacca e si difende bene. No, decisamente non mi è piaciuto questo aspetto. 

Tranne questa cosa, il resto del romanzo è stupendo, molto coinvolgente, appassionante e decisamente consigliato, con uno stile narrativo invidiabile, tanto che l’ho riletto una seconda volta. Sarebbe doveroso spendere altrettante parole per i personaggi secondari, ma preferisco evitare, vi lascio la goduria di leggerli da voi! 

Buona lettura!

Sentimento❤️| complessi e intensi 
Violenza ⚔️ | presenza di scene sessuali non consensuali

valutazione

voto

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