Recensione: Lie until it’s true . Menti fino alla fine di Jessie Weaver

Un thriller in cui passato e presente, verità e finzione si intrecciano… Amanda Pruitt deve redimersi. Dopo aver denunciato la sorella innocente per omicidio, è diventata agli occhi di tutti la cattiva. Ma ha un piano: trascorrere l’estate in Colorado con sua zia, in un hotel di montagna dove è appena stato ucciso un eccentrico miliardario; indagare sull’omicidio; riconquistare la fiducia del suo migliore amico, Vince, la cui madre è appena stata accusata dell’omicidio. Non era, però, nei suoi piani incontrare un fantasma, innamorarci di Vince, e, soprattutto, svenire e svegliarsi di fianco a un cadavere diventando la principale sospettata di un omicidio che non è sicura di non aver commesso… Un thriller perfettamente orchestrato, in cui ogni dettaglio è importante e nulla è superfluo, in grado di tenere il lettore con il fiato sospeso.

Carissime Fenici,

ci troviamo a Pinnacle Park, località turistica del Colorado, dove i fatti si svolgono principalmente all’interno e nei dintorni dell’hotel Summit, costruzione dei primi del ‘900. Si narra che il fantasma di Edie Alderfer, giovane donna gettatasi dalla suite del quarto piano in abito da sposa circa cinquant’anni prima, vaghi tra le mura di questo albergo.

Tutto ha inizio quando Amanda torna in Colorado per le vacanze estive, qui la ragazza ritrova gli amici di sempre che la coinvolgono nell’impresa di scagionare la madre di Vince, uno dei protagonisti, dall’accusa di omicidio, infatti, la Vigilia di Natale dell’anno precedente, il miliardario mecenate RoydenDas viene ucciso. 

Dopo parecchio tempo sono tornata a leggere uno Young Adult, che è per giunta un thriller.  Purtroppo però vengono citati fatti e persone presenti nel volume precedente della serie e perciò capirete che sono andata un po’ in confusione.

Inoltre le vicende sono raccontate in terza persona, fatto abbastanza inusuale per questo tipo di storie.

Siamo nell’epoca di TikTok e Amanda ha un seguito ragguardevole in quanto appassionata di true crime: sono diventati virali i suoi video pubblicati durante il processo della sorella (anche qui si viene rimandati a quanto successo nel precedente romanzo). 

Il gruppo di amici, composto anche da Mal, Cole e Lillia, decide di indagare per trovare il vero colpevole. 

Quello che potrebbe essere iniziato quasi come un gioco si trasforma poi in tragedia, quando avviene un altro omicidio, di cui per ovvi motivi non parlerò.

Da qui in avanti il ritmo si fa più incalzante, i ragazzi intensificano le loro ricerche, continuamente sviati da nuove scoperte che li portano a dubitare gli uni degli altri.

Il tutto aggravato dal fatto che Amanda diventa la principale sospettata della seconda morte. 

L’autrice a mio parere è stata molto brava a tracciare la personalità della ragazza, che vive col senso di colpa per quanto successo alla sorella e soffre per la poca considerazione che ha la sua famiglia nei suoi confronti. 

Ha spesso pensieri violenti che la portano ad avere paura di fare davvero del male a qualcuno, complici anche momenti di black-out derivanti dall’epilessia di cui soffre.

Nessuna persona è un’isola. Tutti al mondo vogliono essere riconosciuti. Forse era per quello che si combatteva tanto per essere capiti, che nessuno poteva mantenere un segreto per sempre 

È un thriller ma anche una storia di amicizia, di ricordi comuni dell’infanzia, delle estati trascorse insieme in quel luogo da favola.

Sospetti e segreti però li portano a dubitare gli uni degli altri, e il colpo di scena finale sarà assolutamente inaspettato.

Consigliato, a parte il disorientamento iniziale per chi, come me, non aveva letto il volume precedente.