Recensione: “Le colpe della notte” di Sherrilyn Kenyon (Serie Dark Hunter #8)
Cosa succede quando la fiducia incondizionata accordata ad Acheron, unico difensore del genere umano, viene meno? Stryker, leader degli Spathi, un antico ordine di demoni guerrieri, sta seminando il malcontento tra i Cacciatori oscuri del Mississippi. Questi ultimi, contravvenendo al proprio codice morale, stanno nutrendosi di uomini ed hanno iniziato a collaborare con i demoni invece che combatterli. Acheron decide di assegnare al suo braccio destro, Alexion, il compito di investigare, giudicare e, se necessario, eliminare i ribelli: dieci giorni in tutto per compiere sulla Terra una missione che si preannuncia più che ardua. Seppur razionale, spietato e abituato a prendere le distanze dalle proprie emozioni dopo aver vissuto per secoli in totale isolamento, Alexion non potrà negare a un vecchio amico, scoperto a capo dei ribelli, l’ultima possibilità di redenzione. E che dire del fatale incontro con Danger, Cacciatrice oscura, il cui aiuto si rivelerà per lui indispensabile? Legati a doppio filo da un’irrefrenabile attrazione, vittima e boia dovranno condividere i propri intenti e, infine, la sorte.
Della saga dei Dark Hunters, il libro di Valerius, “L’eternità della notte” di S. Kenyon, è uno di quelli che mi è maggiormente piaciuto. Per tale motivo, prima di leggere il libro di Alexion e Danger, “Le colpe della notte”, ho voluto aspettare qualche giorno (ed inframezzare con la lettura di altri libri) per non crearmi idee sbagliate e fare paragoni negativi.
Negli ultimi libri della serie mi ero piacevolmente abituata al “ritorno” (seppur marginale) dei personaggi incontrati in precedenza ed a cui mi ero affezionata, perciò mi ha un po’ amareggiato il fatto che in questo volume – a parte una breve apparizione di Ash e Simi – essi non ci siano.
Ciononostante, non posso assolutamente dire che la storia non sia avvincente ed interessante: è piena d’ informazioni su Acheron e, inoltre, appare un nuovo personaggio che per carisma e simpatia mi ha conquistata immediatamente, facendomi spesso ridere.
Alexion, come tutti gli “uomini” della Kenyon, è pieno di fascino, è bellissimo ed ha (come lui stesso afferma) il miglior lato B maschile dell’universo. Seppur temibile con gli altri (ha gli stessi poteri di Ash), non riesce ad essere freddo e distaccato con la cacciatrice oscura Dangerous.
Se vogliamo proprio trovare qualcosa che non mi ha soddisfatta pienamente (ma qua sto cercando il pelo nell’uovo) è la protagonista perché, in confronto alle altre, mi è sembrata leggermente meno interessante e, seppur non fosse antipatica, non mi ha fatto provare le stesse emozioni.
Nonostante ciò, nel complesso il libro mi è piaciuto e consiglio a tutti gli amanti della Kenyon di leggerlo, sperando di non dover aspettare ancora un anno e mezzo prima del prossimo…
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