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Recensione: “Lion. La strada verso casa” di Saroo Brierley

 

 

 

 

Immagina di avere cinque anni, di vivere in India, di conoscere a malapena il tuo nome e di non aver mai oltrepassato i confini del piccolo villaggio in cui vivi. Immagina di salire per sbaglio su un treno e che all’improvviso le porte si chiudano. Immagina di viaggiare per un tempo che sembra infinito e, alla fine del viaggio, di ritrovarti catapultato nella più povera, caotica e pericolosa metropoli del mondo, Calcutta. Questa è la vera storia di Saroo, resa ancora più straordinaria da ciò che accade venticinque anni più tardi, quando, cresciuto in Australia da una famiglia adottiva, decide di provare a rintracciare sua madre e i suoi fratelli. Nonostante non ricordi il nome del suo villaggio, con pazienza e determinazione infinite, trascorre il suo tempo a esaminare attraverso Google Earth ogni linea ferroviaria indiana, fino a trovare un luogo familiare. Ma per scoprire se quell’immagine sfocata è veramente casa sua c’è un solo modo. Andarci di persona.

Quando, dopo il pranzo della Befana, mi hanno consegnato questo piccolo libro, sono rimasta piacevolmente sorpresa. Ammetto che ero preoccupata, perché regalarmi un libro è sempre un azzardo, sopratutto se si discosta così tanto dal mio genere preferito. Ma ho preso questo regalo, mi sono messa comoda e ho cominciato a leggere.

Improvvisamente mi sono ritrovata catapultata in India, a seguire Saroo nella sua lunga, lunghissima avventura. Il viaggio è iniziato da una piccola casetta, in una parte sperduta dell’India, con una famiglia composta da madre, due fratelli e una sorella piccola a cui pensare, anche se Saroo ha solo cinque anni. Ed è la voglia di dimostrare a suo fratello maggiore Guddu che è cresciuto, che lo spinge a seguirlo in uno dei suoi lavoretti in un villaggio non lontano. I due fratelli scendono e Guddu lascia il fratellino alla stazione, mentre cerca di racimolare qualche soldo. Saroo si addormenta per qualche tempo e quando si sveglia è solo, impaurito e si getta nel primo treno che vede, rimanendo bloccato dentro un vagone. Ed è qui che inizia la vera avventura per Saroo, che, una volta sceso da quel treno, si ritrova nella caotica Calcutta. Lontana 1600 chilomentri dal suo paesino natale. Saroo si ritrova sperduto, non parla il bengali e sa solo poche parole di hindi, cerca disperatamente di sopravvivere come meglio può, finché non viene portato in un commissariato e da lì in orfanotrofio. Dopo pochi mesi viene adottato da una famiglia australiana e Saroo inizia un nuovo viaggio, verso Horbat, Australia.

Gli anni passano e Saroo ormai di anni ne ha 25. Studia all’università di Melbourne, ha amici e affetti, una vita normale. Ma non smette di pensare alla sua famiglia biologica, alla sua mamma e alla sua sorellina. Quindi decide di provarci, di cercare e ritrovare i suoi affetti. Chiede, cerca su internet e alla fine tenta una via difficile, quasi snervante: Google Earth.

Dovevo scoprire da dove venivo, anche solo per lasciarmi tutto alle spalle.

Volevo rivedere il luogo che tante volte avevo sognato. ”

Ammetto di essere rimasta piacevolmente sorpresa. Saroo ha una grande storia alle spalle e riesce a coinvolgere il lettore. Ho apprezzato molto le foto inserite nel libro: rendono ancora più “viva” la storia di questo ragazzo e del suo viaggio.

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Voto LeChatNoir 4

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