Serie: Ribelli vol. 2 Autrice: Antonella Pellegrino Genere: Contemporary romance MM Editore: Triskell Edizioni Data di pubblicazione: 21 marzo 2023
La serie Ribelli è composta da:
- Contro ogni regola —->Recensione
- Ad ogni costo
Scott, ex braccio destro di Liam Turner, è stato arrestato subito dopo la retata a Villa Turner. Le conseguenze del rapimento di Connor Bailey lo hanno inevitabilmente distrutto e la morte di suo fratello, quanto accaduto al suo migliore amico e tutto ciò che ha dovuto fare per il clan Turner da quando era solo un ragazzino lo affliggono ogni giorno. Come se non bastasse, nella prigione in cui è stato portato ci sono anche i vecchi membri del clan e suo padre, il cui obiettivo, ora, è punire Scott per il suo tradimento e avere informazioni su Liam.
Doc Carrizo è un’anima persa, un uomo che non riuscirà mai a perdonarsi per aver causato, anche se non intenzionalmente, la morte di una giovane donna. È in carcere ormai da molti anni ed è rispettato e temuto per la dedizione con cui protegge i detenuti che potrebbero essere presi di mira dai cosiddetti leader, proprio come Scott, il suo nuovo compagno di cella, un giovane fragile e bello, tormentato dai rimorsi e devastato dal dolore. Pur sapendo che non è la scelta migliore legarsi al ragazzo, e non solo perché è un ex mafioso, non è poi così difficile cedere al desiderio di proteggerlo e al suo carattere gentile e socievole e al suo inaspettato buon cuore.
Con il passare del tempo, tra un’aggressione e l’altra, la convivenza forzata tra i due diventa amicizia e poi qualcosa di molto più intimo, speciale, qualcosa che Hale Senior sfrutterà per vendicarsi di suo figlio e di Liam. Ma Scott non ha nessuna intenzione di cedere alle minacce di suo padre né di tradire il suo migliore amico e sarà disposto a fare qualunque cosa pur di proteggere lui e l’uomo che ama.
«Doc…» insisté spazientito. Avrebbe riso se Scott non fosse stato così in pensiero per lui. Erano un bel duo: entrambi cercavano di sviare le domande per non far preoccupare l’altro. Scosse la testa abbozzando un sorriso. «Ho fatto degli incubi, queste ultime notti.» Non era una vera e propria menzogna, giusto? Sognare di fare l’amore con il suo compagno di cella poteva essere visto come un incubo, considerando il fatto che sarebbe rimasto sempre solo quello: un sogno.
Si è rivelata una lettura molto tenera, che ho trovato adatta a un pubblico giovane, in quanto i protagonisti mi riportavano continuamente a quella fascia d’età.
In particolare, mi è risultato difficile sovrapporre la personalità di Scott (così impacciato e ancora sotto choc per la morte del fratello e in preda al senso di colpa per quello che è successo nell’epilogo del libro precedente) con il passato e le esperienze di vita che l’autrice gli ha attribuito. Insicuro, timido, facile alle lacrime, con emozioni palesi sul viso, è arduo credere che sia sopravvissuto così a lungo in un ambiente duro e violento come quello mafioso.
«Ehi, stai bene?» gli chiese Doc guardandolo con attenzione. Scott annuì, anche se era una menzogna. Non stava bene, perché suo fratello era morto, e forse anche il suo migliore amico; perché era in carcere e ci sarebbe rimasto per buona parte della sua vita. No, non stava affatto bene, perché da quando era nato non aveva mai potuto scegliere cosa fare della sua vita.
In ogni caso, se durante la lettura ignoriamo le incrinature dovute al background scopriamo che la relazione che nasce tra questo ragazzino carino, dolce e sperduto alle prese per la prima volta con l’ambiente brutale della prigione e Doc, il compagno di cella che per qualche motivo lo prende sotto la propria ala, è deliziosa e molto tenera.
Doc è un ragazzo più grande che rivede nei nuovi arrivati il se stesso di molti anni prima. Nascondendo una fragilità che ci lascia la curiosità dello svelamento con atteggiamento da duro, cerca di scortarli e tutelarli dalle brutte esperienze. Ma Scott più degli altri lo mette in crisi, e riconosce da subito la necessità di proteggere anche il proprio cuore e di non affezionarsi.
Entrambi riconoscono nell’altro una persona gentile e comprensiva, nonostante la facciata. La convivenza e continui scambi di tenerezze si sedimentano in un rapporto di amicizia e in un’attrazione inizialmente platonica e trattenuta, con molti sensi di colpa e conflitti interiori. L’innamoramento è lento e graduale, e si sviluppa all’interno di una bolla nella quale i due ragazzi vivono felici. Il loro rapporto è intriso di istinto protettivo e tenerezza, macchiato appena dal bisogno di mantenere segreta la loro relazione per non stuzzicare ulteriormente un ambiente già abbastanza ostile.
Sono fortunato a essere il tuo compagno di cella. Illumini le mie giornate con il tuo sguardo, la tua risata e il tuo sorriso.» «Io… Sei tu che mi fai sorridere, non lo sai? Sei tu la mia forza, qui,» sussurrò lui.
I personaggi sembrano entrambi privi di difetti e con poche sfaccettature, come se la vita non li avesse (ancora) danneggiati o sporcati, come se fossero appena sbocciati e ancora intrisi di ingenuità. Entrambi molto sensibili (un po’ lagnosi e dalla lacrima facile), sembrano non aver maturato resistenza all’ambiente circostante.
I rapporti violenti con gli altri detenuti rimangono un elemento da dover sopportare, perché i protagonisti non riescono o vogliono gestire davvero quello che succede: il padre di Scott, detenuto nella stessa prigione, sta acquisendo più potere e ha sempre maggior seguito tra i carcerati. Non perde occasione per aggredire il figlio traditore, ma questi eventi toccano poco la coppia e non fanno inceppare la trama romantica. L’autrice è riuscita a ritagliare nell’ambientazione un angolo intimo, delicato, tenero dove i compagni di stanza condividono momenti di conforto e dove si svolge la maggior parte della trama.
«Dici che siamo amici,» lo interruppe, per niente sorpreso da quella risposta. «Sai che per me l’amicizia in…» «Non dire cazzate, non sono stupido! Guardaci!» esclamò trattenendo a stento l’irritazione. «Siamo stesi sullo stesso letto, abbracciati.» «Lo siamo perché…» Doc si zittì.
Ma ciò che lascia più straniti è il modo in cui i ragazzi sembrano impermeabili all’ambiente che li circonda: entrano da bravi ragazzi ed escono esattamente uguali. La convivenza con altri detenuti non li porta a indurirsi, a diventare cinici, o anche solo a mascherare le emozioni; il carcere non riesce a fortificarli, ad accettare le cattive azioni compiute, a dare un significato positivo alle avversità che hanno vissuto. Non vediamo neppure una presa di posizione coraggiosa, anzi i ragazzi continuano a subire le violenze senza reagire, incapaci di mettere insieme le loro intelligenze per trovare vie d’uscita o scappatoie.
Questa difficoltà dei personaggi a farsi toccare dall’ambiente e dall’esperienza ha effetto anche sulla percezione del tempo. La narrazione inserisce dei flash forward che mandano avanti veloce la trama di mesi o addirittura anni, ma il fatto che emotivamente essi non crescano, non aggiungano rituali, quotidianità, “tips and tricks” e abbiano le stesse reazioni nel relazionarsi con gli altri li fa sembrare talvolta fuori luogo, anzi fuori tempo.
«Ascolta, penso di conoscerti abbastanza bene, ormai. Ti ho visto difendere detenuti che neanche conoscevi, anche se per te era pericoloso. Sei qui da due anni e ancora continui a ignorare chi ti fa del male. Vedo il tuo entusiasmo quando ricevi una lettera dal tuo migliore amico e percepisco il tuo dolore per i tuoi ricordi. Ti ho sentito piangere per tuo fratello. Ho dovuto stringerti forte e sentirti tremare, mentre mi si spezzava il cuore. Nonostante tu sia qui, nonostante ciò che subisci, affronti tutto con il sorriso e con coraggio.» Gli occhi di Scott iniziarono a inumidirsi, ma Doc non sembrava aver finito. «Abbiamo tutti un lato oscuro, ma tu riesci a nasconderlo con il tuo buon cuore. Sorridi ed emani luce.»
La storia aggiunge un pizzico di suspense grazie alla sottotrama mafiosa, che rimane movimentata ma non troppo articolata. Mi è mancata una maggiore capacità tattica o di pianificazione, anche solo esternata nella prudenza del doversi nascondere a causa della promessa di vendetta da parte dei boss mafiosi. Alcuni elementi vengono presi con un po’ di leggerezza e ingenuità, forse per esigenze narrative. Il fatto di non preoccuparsi di problematiche crescenti, di fingere di non essere coinvolti, di accettare passivamente i pestaggi, di fatto lascia scorrere questa trama secondaria in modo un po’ passivo, attendista, assecondando l’atteggiamento vittimista e il senso di impotenza, anziché portare a compimento un arco di crescita dei protagonisti volto a una maggiore maturità.
«Thomas Jefferson diceva che la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire.» «Sì, forse è vero. Ma non credi che valga la pena inseguirla? Potremmo trovarla, prima o poi. Che sia per sempre o solo per un attimo, vale sempre la pena. A dire il vero, io l’ho trovata.» Detto quello, Scott gli accarezzò il viso. Doc sembrò rifletterci un po’, poi sorrise, anche se timidamente, tornando a guardare il muro davanti a sé. «Beh, i sogni fanno male.» «Anche la realtà. Tra le due, io scelgo di sognare. Di sperare.»
Un altro elemento che mi riportava all’idea di una narrazione per adolescenti è la qualità della relazione tra Scott e Doc: per quanto tenera e piena di magia e unicorni, mostra l’approccio tipicamente immaturo di chi, nel tentativo di esprimere i propri bisogni e farsi ascoltare, dimentica di mettersi in ascolto di quelli del compagno. Finiscono quindi spesso per sgridarsi a vicenda, come bambini petulanti, cercando di forzare un cambiamento nell’altro (ad esempio Scott cerca di obbligare Doc a confidarsi sulle proprie fragilità anche se lui non è pronto).
Spesso litigano a causa di un istinto protettivo che vorrebbe essere sinonimo di troppo amore, ma che può anche essere letto come un non saper riconoscere l’altro come una persona autonoma, indipendente e capace di decidere per se stesso.
«Vuoi sapere un segreto che mi tengo dentro da così tanto tempo da essere diventato doloroso?» L’altro annuì. «Sono innamorato di te.» Doc sgranò gli occhi. «Diavolo, sei stato bravo a nasconderlo.»
Uno degli aspetti meglio riusciti del romanzo è la potenza con cui si trasmette il valore dell’amicizia. Il rapporto tra Scott e Liam (che affonda le radici nel romanzo precedente ma è perfettamente godibile anche come standalone) è forte e viscerale quanto un vero e proprio legame di sangue.
Nel complesso, si tratta di una storia molto dolce, i cui protagonisti, nonostante divorati dai sensi di colpa per le loro cattive azioni, non si sono induriti nonostante tutte le avversità, e sono rimasti sensibili ed emotivi. L’introspezione e la complessità della trama gialla rimangono leggere e poco complesse, senza calarsi nelle scabrosità degli ambienti di mafia o carcere, capaci di lasciare la storia su toni romantici e struggenti in cui amore e amicizia sono un perno fondamentale per i quali i personaggi sono portati a sacrificarsi.
«Dimmi la verità.» «Te l’ho detta.» «Noah…» Doc sospirò passandosi una mano tra i capelli. «Va bene. Non…» Fece un altro respiro profondo prima di riuscire a continuare. «Non è solo per quello. È la paura. Ho già perso tanto e…» «E?» lo esortò Scott. «E ho paura di perdere anche te. O di lasciarti solo.» Gli occhi di Scott si incupirono. «Non mi perderai,» gli disse con dolcezza accarezzandogli una guancia. «Non puoi saperlo,» gli rispose però l’altro. «Non so come riuscirei a vivere senza di te, Scotty. Qui dentro, o fuori, non potrei vivere in un mondo in cui tu non ci sei, capisci? Non ho mai amato nessuno come amo te.»