Recensione: I segreti dei Tudor di Juliet Landon

Inghilterra, 1540-1560   Tutto può accadere alla scandalosa corte dei Tudor.

Virginia D’Arvall scopre che il suo matrimonio con Sir Jon Raemon è stato combinato per volere di Enrico VIII, che la vuole come amante. Determinata a mantenere intatto il proprio onore, Ginny sa che dovrà giocare d’astuzia. E il marito, che non sopporta di condividerla con il re, potrebbe rivelarsi un prezioso alleato.

Volitiva e indipendente, l’ultima cosa a cui pensa Henrietta Raemon è il matrimonio, almeno sino a quando il Barone Somerville la rende sua sposa. Grazie a importanti conoscenze, il mercante la conduce alla corte reale, realizzando il suo più grande sogno. Tuttavia, quando il sogno si trasforma in un incubo, Etta…

Dopo essere stata tradita e abbandonata dall’uomo che ama, Leon, tornato in Italia per sposare un’altra donna, Aphra Betterton riceve la visita dell’ultima persona al mondo che vorrebbe ospitare, l’avvenente Santo Datini, intenzionato a fare ammenda per lo scellerato comportamento del fratello Leon…

Carissime Fenici, se siete amanti della storia inglese questo libro fa per voi!

La storia nella storia caratterizza questa affascinante lettura ambientata all’epoca dei Tudor. 

Siamo nel 1536 alla corte del Re Enrico VIII, in un periodo di incertezze per coloro che vivevano e operavano nell’orbita del sovrano inglese. 

Virginia D’Arvall è una splendida sedicenne quando il padre le prospetta di doversi sposare con Sir Jon Raemon, un funzionario reale che attira subito l’attenzione della giovinetta.

L’incontro fra i due è interessante e la ragazza speranzosa e già innamorata al primo sguardo è entusiasta della proposta, anche se contrariata dal fatto che non le è stato chiesto un parere ma solo un’imposizione.

Purtroppo il matrimonio va in fumo e Virginia viene rifiutata da Sir Jon a favore di una donna più grande, ricca e maggiormente inserita a corte di lei.

Tre anni dopo la giovinetta è diventata una splendida donna degna dell’ammirazione del sovrano.

Il Re, infatti, era molto interessato alle dame di corte e amoreggiare con loro era sua abitudine.

Chiamata a corte per assistere la nuova moglie del Re, Lady Anna di Clèves, Ginny non può rifiutare e, spinta dai genitori per scopi più subdoli, si ritrova a vivere fra gli intrighi di corte e la presenza del suo perduto innamorato.

Sir Jon è adesso un vedovo, padre e favorito di Re Enrico.

Ginny lo ignora ed è ferita per essere stata rifiutata ma ancora una volta deve sottostare a una decisione che non è la propria, infatti il Re in persona stabilisce che debba sposare il prode cavaliere che non ha mai dimenticato.

Il matrimonio questa volta va a buon fine, Ginny però è una ragazza non solo bella ma anche di grande intelligenza, poco incline ai sotterfugi e tantomeno ad accaparrarsi le simpatie amorose del sovrano. Le attenzioni del Re le sono sgradite e man mano capisce che hanno secondi fini più subdoli e la sua presenza a corte era stata premeditata per farla diventare la sua concubina.

Con la Regina scopre di avere una grande affinità e fra loro si instaura un rapporto di fiducia e complicità.

Questa situazione ambigua è per Ginny molto stressante, non è nel suo ambiente e con il marito si vede poco e niente. Jon è indecifrabile, le motivazioni che hanno portato il giovane a determinate scelte sono molto più dolorose di quel che sembra ma non è disposto a condividerle con l’arguta e bellissima moglie che si ritrova.

Il siparietto che si propina al lettore è decisamente stimolante, pieno di pathos e frizzante per la grande attrazione che accomuna i due innamorati.

Gli intrighi di corte sono il leitmotiv del romanzo e la bravura della scrittrice nel mescolare la storia e la fantasia è insuperabile. A questo punto sarete curiose di saper se Sir Jon Raemon riuscirà a impedire a Re Enrico di intrufolarsi fra le gonne della sua splendida moglie. 

Vi consiglio la lettura.

Carissime Fenici, siamo ancora alla corte dei Tudor nel 1559 e questo bellissimo romanzo ci delizia con la prosecuzione del racconto incentrato su Henrietta, la figlia adottiva di Lord e lady Raemon. 

È appena salita al trono la giovane Regina Elisabetta e per Henrietta (Etta) è come guardarsi a uno specchio, un’immagine vivente simile a lei, tranne che per l’età, lei ne ha ventuno mentre la Regina venticinque.

La madre era la bella Magdalen Osborn, nonché la prima moglie di Lord Jon, morta prematuramente di parto ed era stata l’amante del Re.

Venuta a conoscenza già da piccola di essere la figlia del sovrano, la ragazza nonostante le spiegazioni degli amati genitori adottivi non è mai riuscita a colmare quel vuoto che si era fatto strada in lei, alimentato dalle chiacchiere della servitù che aveva ascoltato di nascosto. Re Enrico aveva riconosciuto solo alcuni dei figli illegittimi e dopo la sua morte era aumentato in lei il bisogno di placare il desiderio di conoscere la propria identità. 

Lei brama di essere ricevuta a corte dalla sorellastra ma nella sua ingenuità non si rende conto del pericolo che incorre, visto il carattere vanesio e volubile della sua nemesi. La storia ci ha insegnato com’era la Regina Elisabetta, accentratrice e circondata da uomini di corte bellissimi che la adulavano e pochissime dame fidate che non erano una minaccia per il suo ego sfrenato. 

La ragazza ha il carattere capriccioso e volubile dei Tudor, un’anima irrefrenabile e viziata. Quando le viene imposto il matrimonio con il barone Nicolaus Somerville, dapprima è contrariata per non essere stata interpellata, dopo trae a suo vantaggio la situazione per convincere il marito a inserirla nella vita di corte, visto che lui ne ha libero accesso essendo un cortigiano.

Nicolaus è un ricco mercante di stoffe di origine fiamminga, uomo affascinante e aitante. Si evince da subito la forte attrazione per la ragazza, la volontà di farsi apprezzare e conoscere ma nonostante ciò viene disprezzato dalla stessa per non essere alla sua altezza.

Lui le tiene testa, tralasciando il riserbo di lei per la sua professione, cerca di proteggerla evitando senza successo di condurla a corte, non solo perché la Regina Elisabetta non ama la competizione ma soprattutto per i trascorsi libertini della vera madre di Etta. Purtroppo niente riesce a fermarla dai suoi propositi e d’accordo tutta la famiglia, compreso il marito, capisce che l’unica cosa da fare è quella di farla scontrare con la triste realtà che permea la corte della Regina.

Mi è piaciuto il personaggio di Lord Jon, intrigante e maturo, un uomo ponderato con tanta pazienza, perché il comportamento di Etta è veramente esasperante.

La ragazza è bellissima, ostinata ma ingenua e non sa cosa le aspetta una volta varcata la porta del palazzo reale. I tentativi di coloro che hanno cercato di dissuaderla le saranno chiari soltanto quando sarà entrata nella fossa dei Leoni. Interessante l’evolversi del sodalizio amoroso, la reticenza della sposa a concedersi per ripicca, le cose non dette, la gelosia, la sofferenza per un sentimento incomprensibile per lei, non corrisposto per lui.

Un’evoluzione di sentimenti e una passione irrefrenabile, intrighi pericolosi permeati di storia vera che non appesantiscono la lettura ma che la rendono molto interessante.

In un’atmosfera più bucolica comincia il terzo racconto de I segreti dei Tudor e precisamente a Sandrock Priory nel 1560.

La protagonista è la dolce Aphra Betterton, la cugina di Henrietta, di cui abbiamo visto sbocciare l’amore per Leone da Padova. Purtroppo, dopo che il ragazzo era tornato in Italia, gli era stata recapitata una lettera che dichiarava il fidanzamento annullato.

Aphra poteva considerarsi una ricca possidente, proprietaria di Sandrock, una dimora a uso familiare che era stata un monastero e che le era stata donata alla morte improvvisa dell’amato zio, il dottor Ben.

Disillusa e prostrata dalla perdita delle due persone che aveva amato di più, la ragazza è chiusa nel suo dolore e quindi è contrariata quando il padre le presenta il Signor Dante Datini da Padova, ossia il fratello di Leon. Cosa mai volesse da lei e i motivi che lo hanno portato lì non le interessano, in realtà il fratello maggiore di Leon sembra dispiaciuto per la manchevolezza del fratello ed è venuto a fare ammenda da parte di tutta la famiglia. Ad Aphra non interessa, è molto contrariata ma non perde occasione di farsi aiutare da lui quando il vicino di casa vuole impadronirsi del suo mulino. Con l’accondiscendenza del padre, Dante si stabilisce a vivere nella proprietà della ragazza per aiutarla nella conduzione della dimora e i libri contabili, essendo egli stesso un facoltoso mercante di Venezia, con il mero intento di calmare le acque visto che non poteva restituirle l’amore perduto.

Aphra ha chiuso il suo cuore, promettendosi di rimanere sola per sempre ma… al cuor non si comanda.

Bella e ingenua la fanciulla è un personaggio solare e sincero, non è conscia della sua femminilità e della reazione che provoca in un uomo virile come Dante. Pur provando ancora delle forti emozioni, lei cerca di reprimerle e non si spiega la repentinità in cui ha cominciato a sentire qualcosa nel suo cuore. 

Riuscire a conquistare la fiducia di una ragazza provata dal dolore non è impresa facile, ma Dante è un uomo vero e pieno di risorse. Un bel personaggio, interessante e tutto d’un pezzo. Riuscirà a creare un varco nella corazza di Aphra seppur con qualche segreto di troppo. Afrodisiaci, erbe medicinali ed elisir di lunga vita fanno da condimento a questa insolita storia d’amore. Il cambio di ambientazione in Italia arricchisce la narrazione e qui finalmente ritroviamo il vecchio amore e il vero motivo che lo ha portato lontano da lei. In un turbinio di eventi e nuovi personaggi prosegue il racconto svelando i retroscena che hanno portato alla morte del caro zio Ben e in un finale goliardico tutti i protagonisti dei tre romanzi con prole al seguito.

Vi consiglio la lettura.