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A TU PER TU CON… CHIARA CILLI

 

 

Ciao Chiara, grazie per avermi concesso un po’ del tuo tempo. Sono davvero impaziente, iniziamo?

Grazie a te, Mytra, per questa bellissima opportunità. Non vedo l’ora di cominciare!

 

Solitamente nelle mie interviste chiedo come sia nata l’idea del romanzo e da dove sia arrivata l’ispirazione per scriverlo. Questa volta sono particolarmente curiosa, ci puoi raccontare cosa ti ha spinto a concepire Henri Lamaze?

Per la serie Blood Bonds ho avuto l’input dal protagonista maschile della serie The Fall, poi sono subentrati i legami di fratellanza, rispetto e lealtà che ho percepito nelle serie Sons of Anarchy e The Originals.

 

Ultimamente leggo molti commenti sui possibili riscontri negativi dei Dark Romance. C’è chi sostiene che i personaggi siano semplicemente frutto di immaginazione, c’è chi invece pensa possano creare confusione nelle giovanissime lettrici, accrescendo in loro la coscienza di crocerossina. Per quale motivo hai scelto di affrontare un percorso così spinoso? Qualche tempo fa, Soffocami è stato addirittura ritirato da Amazon per pochi giorni, se non addirittura ore. Alcune lettrici, sebbene abbiano dichiarato di non voler leggere assolutamente il tuo romanzo, perché lo ritenevano troppo “forte”, ti hanno ugualmente sostenuto. Credi che il DR possa prendere pian pianino piede anche in Italia, senza venir lapidato ogni volta?

Anch’io ho letto vari commenti sparsi qua e là in cui ci si lamenta delle trame di questi romanzi, della troppa violenza, degli abusi e si grida all’esagerazione. Probabilmente queste lamentele provengono anche da lettori che non sanno nemmeno cosa racchiude veramente questo genere e che ritengono che un erotico BDSM molto estremo sia da etichettare Dark. Non è assolutamente così. Il Dark contemporaneo è tutt’altra cosa. Come già spiegai l’anno scorso in un articolo per un noto sito, in cui introducevo alle lettrici italiane questo nuovo genere letterario, spiegando quali sono gli elementi che lo caratterizzano, vi sono storie più soft e altre molto, ma molto più forti — come accade con tutti gli altri generi letterari, del resto. A me non piace giudicare niente e nessuno. Queste storie — be’, come tutte le storie, no? — nascono dalla fantasia dell’autore e non c’è bisogno di rimanere offesi dai contenuti: ognuno di noi sa cosa riesce e cosa non riesce a tollerare, cosa sta e cosa non sta cercando in un romanzo. Non serve accanirsi per affossare autrici che scrivono questo genere, perché ognuno è libero di raccontare ciò che vuole, così come ognuno è libero di leggere o non leggere senza scatenare delle guerre e additare chi invece ama il Dark Romance.

Personalmente, non è stata una novità entrare nel Dark Romance. Fin dal mio esordio con La Regina degli Inferi era chiaro che il mio animo fosse molto oscuro. Per me non è affatto spinoso, sono perfettamente a mio agio con esso. È come se avessi trovato il mio elemento perfetto, e non smetterò mai di essere grata profondamente a Pepper Winters, che mi ha mostrato che il Dark può essere narrato anche ai giorni nostri.

Per quanto riguarda quell’increscioso episodio con Amazon, non mi pronuncio neppure. Ringrazio semplicemente con tutto il mio cuore tutte le persone che, inaspettatamente, mi hanno sostenuto con fervore e mi hanno donato il loro incredibile supporto. Mi sono veramente vista un attimo il mondo crollare addosso, e vedere la grinta delle lettrici nell’aiutarmi è stato… no, non ci sono parole per descriverlo. Speciali. Siete state tutte magicamente speciali.

 

Ho letto molte delle recensioni che riguardano il tuo romanzo, e molti post scritti sul tuo profilo Facebook. Spesso amore e odio sono il riassunto perfetto per ciò che provano le tue sostenitrici. Devo ammettere che io stessa ho odiato e amato tutti i tuoi personaggi, nessuno escluso (rettifico, Marcel, il maggiordomo non ha fatto nulla di male): Henri, Aleksandra, André, Armand, Aleksej, Maya. Sin dall’inizio ti sei immaginata esattamente così i tuoi protagonisti oppure scrivendo, i caratteri si sono palesati nella tua mente dando vita a questo binomio così antitetico? Amore e odio, per te, sono due facce della stessa medaglia?

Prima di iniziare la stesura, stilo sempre una trama generale della serie, trama del romanzo da scrivere e linea del tempo in cui scrivo tutto ciò che deve accadere, come deve accadere e quando deve accadere. Quindi so già fin dal principio quali sono i profili dei singoli personaggi. Diciamo che senza odio, o dolore, non gradisco molto l’amore!

 

Aleksandra odia Henri, lo disprezza per ciò che le fa, per come la umilia; soprattutto lo detesta perché il Lamaze la spinge ad odiare se stessa per quello che prova per lui, per le emozioni che le scatena, per il desiderio che le accende, per le reazioni del suo corpo quando viene a contatto con il suo: è disgustata da tutto ciò. Vi sono però momenti, rarissimi, in cui le sembra di vedere una piccola speranza negli occhi di Henri, una possibilità che possa cambiare. Se non fosse però che un attimo prima sembra di avere a che fare con il Dottor Jekyll mentre quello successivo con Mister Hyde. La protagonista è però una guerriera, si spezza ma non si piega: il fisico è distrutto, l’anima brucia, il cuore sanguina, ma lei non sarà mai la sua “puttana”, la sua “schiava”. Tuttavia non può stargli lontana e nel momento della resa dei conti, lei prende una decisione sofferta, ed è certa che lui non la capirà e non le sarà grato. Arrivo al dunque, Aleksandra soffre della sindrome di Stoccolma? A mio avviso no, c’è qualcos’altro in lei! Non sei una scrittrice da rose e cioccolatini, quindi non può essere che la nostra cavallerizza lo sia: perché, allora, non riesce a togliersi dalla testa l’Anima Nera?

Mi hai inquadrata subito, eh? Ahahahah! No, non credo neanche io che Aleksandra sia affetta dalla Sindrome di Stoccolma: quello che la lega a Henri è una connessione di tutt’altro tipo, più buia e infida. C’è qualcosa tra di loro, un’intesa violenta che trascende ogni loro controllo e li porta a scontrarsi con furia. Henri considera Aleksandra come una sfida… e se anche per lei fosse lo stesso?

 

Henri è un personaggio alquanto controverso. È mosso da un unico obiettivo: entrare nella mente di Aleksandra, prenderne possesso, insinuarsi nelle sue ossa per poterle spezzare una ad una. Wow, che parole dure. Ad un certo momento lui vacilla, sente nascere, nel profondo delle sue viscere, emozioni e sentimenti a lui ignoti, come il bisogno di sentirla protetta, al sicuro, la necessità di starle accanto. Teme ciò che lei potrebbe rappresentare per lui, e rinnega con tutte le sue forze questa ipotesi, che per altro viene menzionata molto spesso da entrambi i suoi fratelli. La vendetta è un piatto che va servito freddo, va pregustato, assaporato, sono d’accordo, ma perché lui, malgrado tutto ciò che inizia a provare, non cede? Eppure si capisce che, in un modo tutto suo, tiene a lei, ma non riesce ad abbandonarsi al volere del suo cuore. È così difficile seguire l’istinto preferendo invece rimanere razionalmente ancorati alle proprie ragioni? Perché non riesco a vedere, seppur in lontananza, un possibile happy ending?

Oh, ma lui ha ceduto. Per un istante, ma è accaduto. E non penso che sentirsi così debole tra le braccia della sua vittima gli sia piaciuto. Il rancore è la sua unica corazza e liberarsene per un solo istante gli è quasi costato caro. Seguire l’istinto significherebbe far vincere Aleksandra, e non credo proprio che Henri ne abbia intenzione. L’happy ending… Non riesci a vederlo perché quel tipo di luce non esiste in questa serie. Avere un HEA vorrebbe dire conoscere la felicità — e nessuno dei protagonisti di Blood Bonds sa cosa sia.

 

I fratelli di Henri sono altrettanto complicati, a mio avviso, al pari di Henri, sono personaggi di uguale successo. Utilizzi tutti i POV dei protagonisti, potresti spiegarci il motivo per il quale non hai inserito quello di André?

Non c’è una ragione precisa. Semplicemente, non l’ho previsto fino al termine di Uccidimi.

 

Due scene mi hanno lasciata particolarmente turbata, e non sono gli stupri, i pestaggi, gli svilimenti. No, decisamente no. La prima è la stanza dei serpenti, in cui Henri domanda ad Aleksandra il motivo per cui ha sentito il bisogno di chiedere il suo soccorso e lei risponde “Tra morire per mano dei serpenti o morire per mano tua, ho scelto te”. La seconda, ancora più devastante è una frase detta nelle ultime pagine, non dico chi la pronuncia per non spoilerare, ma più o meno il senso era “ora lo faccio, i conti con la mia anima li farò dopo”. Se fossimo su Whatsapp ti metterei quelle faccine che somigliano tanto all’Urlo di Munch! È vero, hai scritto un romanzo perverso, violento, scabroso, ma ciò che più mi colpisce è la ricerca di aiuto da parte di entrambi, il senso di colpa nel provare ciò che provano, il rimorso per aver detto o non detto ciò che volevano dire, fatto o non fatto ciò che il cuore suggeriva di fare. I due protagonisti soffrono come povere bestie in attesa di andare al macello, sia nello stare insieme che nel separarsi. Confermi o smentisci questa ipotesi?

Confermo alla grande! È come se fossero una droga l’uno per l’altro, demoni che non riescono a scacciare. Si cercano, si scontrano, si aggrappano, si odiano con tutta l’anima. Sono veleno l’una per l’altra, e il problema è che non vogliono alcun antidoto. Vogliono farsi male con ogni fibra del loro essere. Consumarsi. È come una gara a chi depone le armi per primo.

 

Accetteresti al tuo fianco un uomo come Henri Lamaze? Noi lettrici lo adoriamo tutte, ma nella realtà sarebbe impossibile ignorare tutte le cose che ha fatto ad Aleksandra. Tu riusciresti a perdonare un uomo del genere? Dimenticare ciò che ha fatto ed andare avanti?

Henri è frutto della mia immaginazione. Non penso proprio che un uomo così esista nella realtà — e se esiste non ha un briciolo di umanità da poter compatire, al contrario del personaggio del romanzo. Onestamente? Un taglio netto sulla carotide e via! Nel caso, eh…

 

Si vocifera che Distruggimi, il secondo capitolo della serie, esca verso fine anno. Ma per chi ha letto ed amato il tuo romanzo, quattro mesi sono un’eternità. Ci puoi anticipare qualche piccolo spoiler? Nel romanzo, la guerra tra il Re e la Regina farà da sfondo oppure sarà parte integrante della trama? Tutti i tre Lamaze saranno ancora protagonisti? L’uomo spregevole che fa la sua comparsa nel finale del libro, che conquista la fiducia di Aleksandra, ma che le sta preparando certamente un brutto scherzetto, farà una bruttissima fine?

Purtroppo ci vuole tempo per scrivere un libro, mi dispiace! Dunque, in linea generale, posso dire che la faida tra Aleksej e Neela in questo secondo capitolo non è presente. Sì, ancora una volta i fratelli Lamaze saranno protagonisti assoluti. E l’uomo spregevole? Oh, perché mai dovrebbe fare una bruttissima fine? Ha appena iniziato a divertirsi…

 

A colazione: caffè e brioches o latte e cereali?

Sono intollerante al lattosio — e comunque detesto il latte. Il caffè non mi piace, i cereali pure. Direi cornetto di riso senza latte né uova al cioccolato!

 

Grazie mille di cuore per aver voluto condividere con noi i tuoi pensieri ed averci aiutato a comprendere qualcosina in più sui tuoi protagonisti. Ora però vai a fare la brava, e vai a scrivere per favore. Le ferie sono finite, quindi ora il dovere ti chiama!!! Henri aspetta che tu gli faccia cambiare la mentalità, che lo faccia sposare in smoking con Aleksandra (ovvio che anche gli altri due Lamaze lo debbano indossare…), che gli faccia comprare una casa con una staccionata bianca ed infine mettere nel suo giardino una bella sedia a dondolo per trascorrere le sue serate… Ma che dico? Noooo, non ci piacerebbe così. Aspettiamo, dunque, con molta ansia il seguito.

Hai appena descritto l’incubo ricorrente di Henri e Aleksandra! Grazie mille per avermi ospitata e un abbraccio grande a tutti i follower del sito!

 

Recensione a cura di Mytra30

 

 

 

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