Recensione: Il barbaro di Roma di Adele Vieri Castellano Roma Caput Mundi Series #6
Review Overview
Titolo: Il barbaro di Roma
Autore: Adele Vieri Castellano
Editore: Amazon Publishing
Genere: History Romance
Narrazione: terza persona, pov multiplo
Finale: No cliffhanger
Data di uscita : 7 Gennaio 2020
1. Roma 40 D.C. Destino d’Amore
2. Roma 42 D.C. Cuore Nemico
3. Roma 39 D.C. Marco Quinto Rufo
4. La vendetta del serpente
5. Il leone di Roma
6. Il barbaro di Roma
Aphrodisias, 53 d.C. Giulia Urgulania per anni ha solcato i mari con la bireme Calypso cercando di dimenticare l’uomo che avrebbe potuto spezzarle il cuore. Adesso non corre più alcun pericolo, perché di lui non le restano che una manciata di ricordi, un tocco, un profumo, un bacio.
La Bestia non ha più nulla del grande guerriero che era un tempo, è soltanto un corpo da gettare nell’arena contro uomini e belve. Nella sofferenza della sua prigionia gli è rimasto solo un incontenibile desiderio di vendetta.
Esistenze divise, cuori spezzati. Eppure qualcosa accadrà in quello stadio affollato di gente, in quella città così lontana da Roma. Giulia comprenderà che le tante miglia percorse e la grande sofferenza che l’ha ferita così profondamente alla fine l’hanno condotta fin lì, dove porterà a termine una difficile missione anche a costo della sua stessa vita.
Il Barbaro di Roma è il sesto volume della serie Roma Caput Mundi e racconta la storia di Giulia Urgulania e Raganhar di Gerlach.
I personaggi li abbiamo già conosciuti nei precedenti libri della serie, protagonisti secondari ma comunque importanti delle narrazioni.
Giulia è un’aristocratica matrona romana, una donna forte e volitiva, con un passato tragico e doloroso. Ha deciso di affrontare la vita in modo spavaldo e coraggioso, percorre l’ esistenza pensando solo a sé stessa, e mette al primo posto solo i suoi bisogni e i suoi desideri. I sentimenti e l’amore sembrano non avere più posto nel suo presente e nel suo futuro.
Restano comunque fermi gli affetti di sempre, le su carissime amiche: Livia Urgulanilla, moglie del senatore Rufo e Ottavia Lenate, moglie di Messalla.
Raganhar di Gerlach è un principe barbaro che, dopo la cattura da parte di Rufo, si è convertito alla civiltà romana della quale non disprezza più usi e costumi. Un romano, Massimo Valerio Messalla, è diventato il suo migliore amico, un fratello in armi, con il quale ha condiviso battaglie, combattimenti, ma anche spregiudicatezza e gioia.
Giulia e Raganhar si sono studiati, sfiorati, accarezzati, e poi incontrati per un breve momento ma la paura di Giulia di mettere ancora in gioco il suo cuore, li ha separati e allontanati.
Il Fato ha però in serbo per loro una grandiosa sorpresa, e preparerà un percorso pericoloso e doloroso per le loro vite.
La nostra protagonista, diventata un’affaccendata donna d’affari disincantata, delusa e persuasa di aver perso per sempre Raganhar, è convinta che la vita non possa più offrirle niente degno di nota… ma qualcosa di incredibile accade.
“Incontrò di nuovo lo sguardo indecifrabile nel volto segnato dalla sofferenza. Nel groviglio di barba e capelli gli occhi erano freddi come una palude e altrettanto intensi, proprio come li ricordava. Un tempo l’avevano fatta tremare e scaldata come fuoco liquido. Il disegno del Fato le apparve limpido come acqua di fonte: non era capitata ad Aphrodisias per caso. Giulia trasse un profondo respiro. Venere, Diana, Giunone Regina, dee misericordiose albergate sulla cima dell’Olimpo, mi stanno affidando un compito, pensò. Per portarlo a termine sarei disposta a impiegare tutte le mie ricchezze o la mia stessa vita.”
Giulia e Raganhar si ritrovano inaspettatamente a Aphrodisias. Sono passati anni e l’uomo che attraversa di nuovo la vita della bella romana non è più lo stesso: dolore, sofferenza e tormento hanno invaso l’esistenza del forte e coraggioso guerriero mettendolo a dura prova.
“Un passo, un altro, l’urlo della folla divenne un brusio. Una delle due donne rise, un singulto sgradevole, l’altra si girò di scatto a guardare qualcuno alle sue spalle. Tra i ricchi notabili della città spiccava un cranio perfettamente rasato che parve ricevere un comando. Raganhar lo vide annuire. Poi, in quell’istante, i loro sguardi si incrociarono. Un volto riemerse dal passato remoto, un volto cancellato dal sanguinoso passato prossimo e che non trovava spiegazione in quel tragico presente. Un volto che avrebbe potuto essere materia per il suo futuro incerto. L’istinto fu quello di fermarsi ma non lo fece, i suoi occhi corsero al volto della donna vestita di rosso che sedeva accanto a Tessandro di Caria. Una matrona romana dai lineamenti fieri, aristocratici, tanto saggia quanto bella, e ancor più indipendente. Una donna uscita dalla stessa spuma da cui era nata Venere e che avrebbe potuto condurlo con sé fino alle porte del fiume dell’oscurità. Nessuna delle frustate di cui ancora portava i segni gli aveva fatto male quanto quella donna che lui aveva chiesto agli dèi di non mettere mai più sul suo cammino. Era il finale della tragedia che era la sua vita. Sì, gli dèi si stavano sollazzando a un banchetto e stavano ridendo di lui.”
Giulia non perde tempo e, nonostante le difficoltà e i pericoli, si impegna ad organizzare il rientro a Roma di Raganhar, il ritorno del guerriero alla sua famiglia ed ai suoi affetti.
Non voglio raccontare altro della trama, per non rivelare troppo e togliere al lettore il piacere della scoperta.
Mi aspettavo un libro ben strutturato e documentato con cura da un punto di vista storico, come ci ha ormai abituato l’autrice. Un testo completo e perfetto, un racconto avventuroso e coinvolgente, una storia d’amore emozionante e commovente.
Non sono stata delusa, anzi ancora una volta Adele Vieri Castellano mi ha sorpreso in positivo alzando ulteriormente il livello della sua talentuosa scrittura. Ho amato moltissimo la storia di Rufo e Livia, e fino ad ora Roma 40 d.c. Destino d’Amore era rimasto il mio libro preferito in assoluto. Ma, dopo la lettura del Barbaro di Roma, ho cambiato opinione. Il romanzo è talmente coinvolgente ed avvincente da non riuscire a smettere di leggere; non mi capitava da tempo. La narrazione è scorrevole, con incantevoli riferimenti e spiegazioni interessanti che aiutano a decifrare il contesto storico e sociale, ma senza essere pretenziosa o noiosa.
Non posso che consigliare caldamente la lettura di un libro così appassionante e coinvolgente, raccomandando però, visto la mia indole meticolosa, di leggere anche i precedenti romanzi per comprendere appieno tutte le sfumature e i dettagli della bellissima e avvincente storia d’amore di Giulia e Raganhar.
Storia dei personaggi
Nome completo: Raghanar Badulf di Gerlach (da badu, lottare e wolf, lupo)
Nato in un villaggio chatto il 4 aprile del 22 d.C.
Capelli: neri
Occhi: verdi
Segni particolari: nessuno… per il momento
Colore preferito: rosso
Metallo: il ferro, la durezza della sua spada
Portafortuna: crede solo nel Gaefa, il destino dei Germani
Ascendente: ariete
Il principe Raganhar di Gerlach nasce all’alba, nel pieno risveglio della natura, partorito dalla madre inginocchiata come usano i Germani chatti, affinché i neonati vengano accolti nelle braccia della Madre Terra. Nel suo destino, predetto da un veggente, c’era un popolo straniero e terre lontane e così è avvenuto: è stato infatti catturato dai romani e portato a Roma come ostaggio. Ma la sua prigionia è mutata ben presto, perché lui è nato nel segno astronomico dell’ariete, il cui pianeta dominante è Marte il guerriero e il suo elemento è il fuoco. Nulla può domarlo o trattenerlo anche se il suo amico più caro, a dispetto di cultura e origini, è un romano.
Ama il rosso in tutte le sue sfumature: il colore del cuore, del sangue dei nemici, del rubino, del corallo e il metallo che predilige è il ferro, che appartiene a Marte. È intelligente, dinamico, determinato, il suo carattere è affine al maestoso cervo maschio dai grandi palchi che domina il branco e, se fosse rimasto nella sua terra, sarebbe diventato un re giusto, ardito e saggio.
Il simbolo che meglio lo rappresenta è la testa dell’animale stesso e le sue corna, emblema della fecondità nella Natura. Come la primavera, che lo ha visto venire al mondo, anche Raganhar ha dentro di sé la forza di un germoglio che spunta dal terreno, dell’eruzione di un vulcano o la travolgente potenza di una cascata perché è nato nei giorni successivi all’equinozio di primavera che rappresenta il cambiamento e la continuità della vita. Nella mitologia il suo segno è connesso alla leggenda degli Argonauti, condotti da Giasone verso la Colchide per conquistare il vello d’oro: anche lui è un conquistatore in tutto ciò che pensa e fa e, in un certo senso, è lui che alla fine ha conquistato i romani.
Ha bisogno di agire, organizzare, è un originale e rifiuta di venire organizzato o dominato. È un egoista perché tutto ciò che gli piace ama possederlo e lotta per quel possesso, perché è coraggioso e apprende rapidamente. Ama comandare, risolvere situazioni difficili, prende spesso l’iniziativa ma sa anche accettare i consigli quando capisce che sta sbagliando. Irrequieto per natura, ha la costante necessità di nuovi traguardi, di nuove idee, nuove avventure. A volte è privo di tatto, perché la sua natura irruente lo porta a volere tutto ma ha una memoria ferrea, non dimentica i torti anche se il forte senso di giustizia smorza, il più delle volte, questa sua caratteristica.
Dotato di grande energia, a volte soffre per i propri entusiasmi e per gli eccessi ma non per questo si ferma: è coraggioso e impulsivo fino alla temerarietà, se convinto delle proprie ragioni, e non è affatto diplomatico ma spontaneo, fino al punto di concludere anche in perdita i propri rapporti affettivi. Spesso non bada alle conseguenze delle sue azioni o delle proprie parole, e altrettanto sovente ricade negli stessi errori ma è sempre pronto a riprendersi, a rialzarsi. Pur non essendo riflessivo, né costante, tende ad agire fin quasi a logorarsi anche per colpa delle frustrazioni che comporta l’impossibilità di realizzare i suoi obiettivi ma il principe ha in sé una forza che potremmo definire misteriosa: cade, ricade, cade ancora ma sempre si rialza e affronta le difficoltà senza mai arrendersi.
È capace di grande lealtà verso coloro che ama e incapace di rancori prolungati, attacca frontalmente ogni ostacolo, senza mai aggirarlo o tergiversare e detesta la menzogna. Non mentirebbe mai nemmeno per salvarsi la vita e non accetta l’ipocrisia, non ha mezze misure nemmeno nei confronti del denaro: è prodigo o avaro all’eccesso. Orgoglioso e fedele, il più delle volte si stanca dei rapporti mediocri o instabili e il suo amore più grande è per la libertà.
In amore è un guerriero pronto a combattere e, più l’oggetto del suo amore è irraggiungibile, più il suo cuore s’infiamma e non si arrende, certo di vincere. Ama il sesso, è reattivo e non bisogna aspettare molto per accenderlo. La donna che scatena il suo desiderio deve essere morbida ma dotata di forza e bellezza, trasgressiva e originale.
Raganhar protegge sempre le persone che gli sono vicine, corre in loro difesa, eppure non è facile essere suo amico: si devono sopportare aggressività e di irruenza ma, a parte questo, c’è sempre nel bisogno e nei momenti gioiosi del divertimento.
Ariete ascendente ariete, è forte e dinamico, impulsivo e collerico ma in ciò che fa è instancabile e irriducibile. In amore è un uomo appassionato, soggetto a colpi di fulmine e ciò che vuole non lo dimenticherà. Mai.
Nome completo: Giulia Urgulania
Nata a Roma il 9 ottobre del 19 d.C.
Gens: Urgulania
Padre: Paolo Urgulanio (fratellastro della madre di Livia, Plautia Urgulanilla) – Madre: Severa Sestia
Capelli: castano scuro
Occhi: marroni
Segni particolari: una profonda tristezza per l’amore perduto
Colore preferito: il verde, il colore degli innamorati
Metallo: l’argento
Pietra portafortuna: il quarzo rosa
Ascendente: cancro
Il suo pianeta dominante è Venere, l’elemento è l’aria, il simbolo del suo segno zodiacale ricorda la stadera, lo strumento di misurazione egiziano emblema dell’equilibrio. Giulia è per metà sulla terra, per metà nel cielo con il suo spirito e sa benissimo che Giove utilizzava la bilancia per giudicare gli uomini e determinare il loro destino. Il suo, di Fato, è stato determinato da un uomo, Quinto Decio Aquilato, che l’ha salvata da un gesto estremo. Il principe batavo ha infatti messo un peso sulla sua bilancia e lei, da allora, non ha più potuto mettere fine alla sua esistenza, per onorare quell’uomo formidabile e gli dèi che hanno voluto intercedere per lei. Come potrebbe opporsi alla loro volontà?
Per questo Giulia ricerca l’equilibrio sopra ogni cosa e cerca di agire nel migliore dei modi nei rapporti sociali. È una donna pratica, disinvolta e senza pregiudizi, oltre a possedere molto charme. È anche una stratega nata, se fosse stata un uomo sarebbe stato un grande generale artefice di molte, vittoriose battaglie.
Non solo: a volte sembra così distaccata e impersonale che sarebbe un’ottima ambasciatrice e diplomatica, in grado di affrontare delicate trattative grazie al grande autocontrollo che esercita anche sui propri sentimenti e sulla propria esistenza. Ama anche vincere, in ogni campo, quello degli affari e quello della vita.
La sua morale è spesso elastica, le piace cadere in tentazione ma ha un gran fiuto negli affari, adora essere elegante, predilige i bei gioielli e gli uomini virili, di fronte ai quali però riesce sempre a mantenere l’autocontrollo grazie alla naturale diplomazia che possiede. Ricchezza, lusso, comodità: ama circondarsi di oggetti costosi e di tutto ciò che è raffinato, anche se a volte sente un innato desiderio di svago e pace, di allontanarsi, per non essere costretta a fare scelte che potrebbero sconvolgerle la vita o sovvertire il tanto agognato equilibrio. Trovare e creare armonia è sempre stato per lei un obiettivo primario e, a volte, per raggiungere questo stato idilliaco, preferisce rinunciare a un suo bisogno.
È dotata di grandi capacità analitiche e le usa non solo per sé, ma anche per consigliare le persone care. Amica sincera, talvolta diffidente, impiega un po’ di tempo a entrare in confidenza ma poi, in caso di difficoltà, sa essere presente nel modo giusto ed è molto tollerante nei confronti degli errori altrui. I suoi consigli le fanno sempre conquistare la stima degli amici, è sempre perfetta, affidabile. Una donna di buonsenso, o così pare.
In amore è razionale, controllata un po’ per carattere ma soprattutto per il suo tragico passato. Pur conoscendo bene l’arte della seduzione, non si abbandona mai, non si fida né si lascia mai andare: si è già concessa una volta a un uomo colto, intelligente ed elegante, ma è stato ucciso e da allora ha rinunciato ai legami e all’amore. Se incontrasse un uomo, quest’ultimo dovrebbe capire come sedurla, come costringerla a dimenticare con l’arte della parola, della seduzione e con carezze e coccole e accendere di nuovo il fuoco e la passione che si nascondono in lei. Ma un uomo così Giulia sa bene che non esiste.
Il suo ascendente, il cancro, le dona dolcezza e remissività insieme a una forte dose di femminilità. Indecisioni e dubbi però dovrebbero essere combattuti insieme alla tendenza a rinchiudersi in se stessa.
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