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Recensione: Ace punto al cuore di Aria M

TITOLO: Ace – Punto al cuore
AUTRICE: Aria M.
GENERE: Sport Romance, Second Chance, First Love
SERIE: #ThePredatorsseries1
DISPONIBILE SU: Amazon
EDITORE: Self publishing
data di uscita:
15 marzo 2022

Il libro ha una nuova veste grafica, ma si tratta di un volume uscito nel 2022

C’è stato un tempo in cui credevo di poter avere tutto dalla vita.
Poi la vita stessa mi ha sbattuto in faccia la realtà, ed è rimasto solo il mio sogno a muovere i fili del destino.
Sudore, fatica, determinazione, solo quella palla e quel campo da volley contavano davvero.
È così che è nato il leone, così sono diventato un campione.
Lei è rimasta chiusa dentro una scatola e relegata in un angolo remoto del mio cuore, dove nessuno poteva più entrare.
Nessuno, tranne lei. Atena.
Ritrovarmela davanti ha fatto a pezzi quella scatola, lasciando liberi i sentimenti, i ricordi e la rabbia, mettendo tutto in discussione.
Anche la verità.
Ora, quel campo che ci ha unito sette anni fa, si ritrova a essere, di nuovo, il centro del nostro mondo.
Odio, lacrime, amore e la consapevolezza che non c’è alcuna opzione per me.
Non c’è mai stata.
Il destino ha già giocato la sua partita, ora spetta a me giocare la mia, quella più importante.
La partita della vita.
Sorrido, fermo oltre la linea di battuta, pronto al jump spin che potrebbe regalarmi quel dopo.
Cerco quell’ace, che punta dritto al suo cuore.

Poco tempo fa, alla mail del sito, è giunto un messaggio con la nuova cover e le informazioni per il lancio pubblicitario di Ace punto al cuore di Aria M.

Se avessimo voluto avremmo potuto partecipare al review tour del 13 marzo, ma, per fortuna, non lo abbiamo fatto! Ho deciso invece di comprare il racconto su Amazon e di non prendere parte all’evento. Tutto sommato, se il libro fosse ambientato in un college americano e i personaggi fossero dei teenagers non sarebbe male. L’autrice ha un modo di scrivere accattivante che sicuramente attira i più giovani, infatti non disdegna l’uso di termini colloquiali e uno slang utilizzato per lo più dagli adolescenti, come nella frase:

Per lungo tempo ho subito angherie di ogni tipo da parte sua finchè non ho cacciato fuori il coraggio. (Tratto dal libro)

 Il romanzo, di per sé, è una classica storia d’amore, forse troppo prolissa, dove i protagonisti trascorrono momenti, che non finiscono mai, a farsi fisime mentali (come spesso accade ai giovanissimi, anche se qua si parla di adulti e non di teenagers) di ogni genere. L’avventura tra i due protagonisti, accaduta sette anni prima, appena diciasettenni, e conclusasi male, è un tasto dolente per entrambi, e questa porta Achille e Atena a farsi mille domande sulla loro rinata attrazione, sbocciata dopo essersi trovati a frequentare la stessa palestra (si allenavano assieme 😳) dei Predators, squadre di volley (maschili e femminili) che spopolano da anni nel campionato italiano,.

Bene, detto ciò, il libro per me meriterebbe tre stelline se non fosse uno sport romance ambientato nel mondo del volley, purtroppo però  l’autrice, secondo me, ha commesso uno sbaglio enorme: non si è presa la “briga” di googlare su internet per leggere le regole di questo sport!

Come lettrice e blogger, rispetto il lavoro di ogni scrittrice, ma ritengo che, anche nei riguardi di chi legge, si debba assolutamente essere consapevoli che quando si scrivono assurdità c’è poi la possibilità di ricevere recensioni negative.

E ora, per chi non segue il volley, mi dispiace ma devo fare delle precisazioni essenziali forse noiose per alcune. Per spiegare meglio e fare un paragone chiaro a tutti, è come se un’autrice scrivesse un’opera sulle streghe e descrivesse le cose fatte su Art Attack e le volesse far passare per arti magiche.

Un consiglio, Aria M, se vuoi ambientare un libro di volley a Lecce, dove c’è la squadra campione da minimo sette anni, ci può anche stare, è un’ opera di fantasia, ma qua andiamo quasi sulla fantascienza e ti spiego il perché: la pallavolo nel sud Italia non ha mai fatto breccia (non c’è mai stato un team forte per intenderci, e i tifosi sono pochi) a differenza del centro/nord d’Italia, per cui, non può assolutamente essere che una squadra lì sia campione d’Italia (immagino visto la loro caratura che conquistino spesso il triplete😳.)

Se volevi che il romanzo avesse qualche base reale, (ma a questo punto dubito) lo potevi immaginare a Macerata, se sognavi il mare, o a Trento, se preferivi le montagne), Modena troppo nebbiosa per il contesto, anche se come squadra è quella più titolata d’Italia, oppure, volendo, potevi anche ambientare tutto sulle verdi colline dell’Umbria, che in questi ultimi anni, con la Sir sta facendo buonissime cose; se invece lo preferivi collocare negli anni 80/90, potevi sbizzarrirti tra Milano, Cuneo, Modena e Parma. Comunque sia, anche se questa cosa per chi segue il volley è un colpo al cuore, si tratta pur sempre di un’ opera di fantasia e se vuoi Lecce come capitale della pallavolo ci sta.

Veniamo agli altri tasti dolenti del libro (perdonami, Mila e Shiro, di cui immagino tu sia fan, sono ben diversi dalla realtà, oppure posso pensare,  che tu sia stata trascinata dal fantastico successo dell’Italia alle Olimpiadi in Brasile del 2016  in cui la squadra con  Ivan Zaytsev al pieno della forma fisica aveva fatto innamorare tutta l’Italia).

Il pallone bianco nella pallavolo non si usa da più di quindici anni, e non venirmi a dire che la storia è ambientata negli anni 80, perché al tempo di Giani e Lucchetta loro sì che giocavano con il pallone bianco e non esisteva la figura dell’opposto o del libero che tu hai citato più volte.

Altro tasto dolente: quando mai la Grecia, squadra che non si è mai qualificata per le Olimpiadi eccetto nel 2004 in cui è arrivata quinta, è stata campione olimpica di volley? Mi domando e dico, perché complicarti la vita? Atena poteva essere figlia di un argentino o di un brasiliano, così nessuno avrebbe puntato il dito verso i tuoi scritti, davvero un pochino di coerenza ci vuole in quello che si scrive, e soprattutto devi avere un informazione guidata per non sconfinare nell’assurdo.

Per finire, se amate il volley, e ne sapete qualcosa, state ben distanti da questo romanzo perché vi farà venire la pelle d’oca, se invece adorate gli anime sulla pallavolo, potete tranquillamente leggerlo.

Mi spiace veramente e sono stata tanto combattuta su come scrivere questa recensione perché rispetto il lavoro dietro un libro, ma a questo punto penso che l’autrice avrebbe dovuto puntare su un altro gioco, la pallavolo è uno sport di nicchia e capisco che l’idea di fare qualcosa di diverso dalla massa era giusta, ma rispettando il lettore e, come ho scritto prima, fare una breve ricerca in internet prima di procedere con la stesura del romanzo.

Io, per la prima volta, renderò indietro sicuramente l’opera per i motivi sopra esposti, anche se devo dire che è stata fonte di chiacchere con gli amici che seguono il volley in curva.

 

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