Recensione: “Adrian” di Canella
Titolo: Adrian
Autore: Canella
Genere: Romanzo rosa erotico
Editore: Quixote edizioni
Data di pubblicazione: 27 Ottobre 2020
Adrian è lo slave, Angelica è la mistress: riuscirà a trionfare un amore che appare impossibile? Adrian, famoso modello che si ritiene irresistibile, viene catturato dalle Angry girls, guidate da Angelica; un gruppo nato per vendicarsi della razza maschile rea di avere ammazzato troppe donne con violenti atti di femminicidio. Ad Adrian, però, viene riservato un trattamento speciale perché è un hung, un uomo con qualcosa di speciale. Tu per me sei come un gioco e io sono colei che ti possiede. Tra dolore, momenti di estasi e di folle piacere, sta nascendo un qualcosa di profondo tra Angelica e Adrian; un qualcosa che abbatte le certezze della padrona, che aveva giurato a se stessa che non si sarebbe mai innamorata; un qualcosa che illude lo slave che comincia a credere di potersi salvare grazie al suo fascino.
«Davvero lo credi possibile, slave?»
«La vita mi sta insegnando che tutto è possibile.»
Adrian di Canella è un romando erotico sul BDSM dalle sfumature dark.
Il protagonista è Adrian, un modello famoso e bellissimo; una sera, mentre passeggia da solo per Milano, viene rapito da un gruppo di ragazze che si fanno chiamare “Angry girls” e portato nel loro covo, da cui non è mai uscito nessun uomo… vivo!
Queste sembrano delle invasate: abiti succinti, stivali in pelle nera, frustini… insomma, un outfit sadomaso. Che vogliono da lui le donne?
Ormai, fatico persino a respirare. Pur essendo un uomo, e della miglior specie, sono solo e con le mani legate: non potrei mai vincere contro un branco di donne assetate di sangue.
In questi sotterranei viene percosso e denigrato in tutti i modi possibili. Le giovani sono evidentemente infastidite dal sesso maschile e, essendo lui un “hang” (superdotato) molto bello, viene maltrattato con più enfasi. L’odio per gli uomini è dovuto a esperienze personali devastanti di maltrattamenti subiti e, quindi, sono desiderose di vendetta verso l’intero genere.
Il loro capo, nonché protagonista, è Angelica, la “mistress” del gruppo, una bellissima donna che nella quotidianità ha un lavoro stabile e ai vertici di una multinazionale, ma quando cala la sera si rifugia nella sua casa fuori città, detenendo i suoi sottomessi nei sotterranei.
Fidata socia di Angelica e fondatrice del gruppetto è Alexia, un personaggio importante, tanto da avere anche un terzo POV; anche se in misura minore, è alquanto detestabile, una biondina acida che trama alle spalle di Angelica, violenta e davvero pericolosa. Tra tutte è quella che odia maggiormente gli uomini, poiché è proprio a causa di una violenza che, tempo prima, perse la vita la sorella da lei tanto amata. Insomma, mi ha dato davvero l’impressione di una pazza scatenata e malvagia!
Ma torniamo al nostro belloccio. Intuisce immediatamente che, per salvarsi, deve far leva sui sentimenti, anche se queste donne sembrano non averne, per cui cercherà di far innamorare Angelica, apparentemente la più “malleabile” del gruppo. A differenza delle altre, e in particolar modo della sua “vice”, la mistress dice di odiare gli uomini, ma fondamentalmente non ne ha reale motivo. Tra l’altro, frequenta giornalmente il fratello, che adora e tiene rigorosamente all’oscuro di tutto ciò che avviene nella villa. Sarà Alexia, alla fine, a coinvolgerlo, spinta dal profondo rancore e dall’antipatia che prova verso di lui.
«Tu sarai il sottomesso e io la Padrona.» La mia perplessità non le è sfuggita. «Se righerai dritto e riuscirai a farmi godere, ci divertiremo entrambi,» sottolinea, mostrando una punta di umanità. «Ma rispetta il tuo ruolo, mi raccomando. In gioco c’è la tua vita.
Non vi dirò altro sugli avvenimenti, ma vi basti sapere che il percorso per ottenere la sua fiducia necessiterà di molto dolore e tanto sesso, con pratiche BDSM in cui la violenza è parecchio accentuata.
Ho fatto non poca fatica a terminare la lettura: non riuscivo a capire se fosse a causa della mia non propensione per il BDSM, o perché non sono entrata in sintonia con i personaggi. Premetto che prediligo i dark romance in assoluto e, quindi, sono avvezza a questo genere, ma il quadretto in questione mi è apparso alquanto surreale, senza suscitarmi alcuna sensazione e lasciandomi anche un po’ insoddisfatta. Non fraintendetemi, il romanzo è ben scritto e l’editing molto accurato, ma l’ho trovato un po’ lento e personalmente poco accattivante.
I personaggi hanno caratteristiche insolite e particolari, al punto da renderli poco simpatici agli occhi del lettore. Il personaggio di Adrian, ad esempio, l’ho trovato superficiale e vanesio. In più, a un certo punto della storia, pare quasi impazzire, poiché inizia a parlare solo con se stesso.
Infine, il teatrino erotico tra i due protagonisti, ai miei occhi, è apparso un pochino maldestro, tanto da sembrarmi due novellini alle prime armi. Anche i dialoghi, ahimè, non li ho trovati molto coinvolgenti, a tratti addirittura strani.
Forse, care Fenici, come vi dicevo non sono molto propensa verso il BDSM, o forse Mr Grey mi ha dato aspettative elevate e decisamente più romantiche. Sta di fatto che Adrian, nonostante sia un romanzo ben scritto e dalla trama accattivante, non mi ha fatta impazzire.