Recensione : “Alex” di J.D. Hurt (#1 Mafia Men Series)
Sarah è stata abbandonata dai genitori ed è cresciuta in una casa famiglia; ha pochi amici e conduce una vita solitaria in una cittadina di provincia americana.
Alex è uno spietato killer della mafia newyorkese che ha perso la madre e la sorella in un regolamento di conti fra clan rivali.
Le strade di Alex e Sarah sono destinate ad incrociarsi.
Che cosa succede quando il tuo peggior nemico diventa la tua più grande ossessione?
La storia è “pesante”: mafia, omicidi, rapimenti, stupri, il mondo descritto qui è tosto e probabilmente si avvicina alla realtà o magari è solo come si pensa che sia.
Sarah è orfana, ha quasi diciotto anni e deve trovare un appartamento dove andare a vivere perché il giorno del suo compleanno dovrà lasciare la casa famiglia dove ha vissuto fino ad ora. I soldi sono pochi, lavora come cameriera e, un giorno, al locale, rischia di essere violentata da un cliente ubriaco. Viene salvata da uno sconosciuto, sexy. Sarah scoprirà subito che lui è lì per lei: la deve rapire perché è la figlia illegittima di un boss mafioso rivale a quella del ragazzo sexy. Il giovane si chiama Alex, ed è un killer della mafia, non per scelta sua ma per quella di suo padre, che fin da piccolo lo ha addestrato ad uccidere per entrare nella “famiglia”. Per convincerlo, il caro paparino picchia la madre (simpatico vero?). Per questo motivo, Alex è diventato un essere freddo, violento, tossico, ed è stato appunto inviato a rapire Sarah. La ragazza pensa di trovarsi in un brutto incubo: fino a cinque minuti prima era sola al mondo e adesso si ritrova con un padre mafioso e i suoi nemici la vogliono usare come merce di scambio per i loro loschi affari. Una cosa mi ha lasciato perplessa: viene rapita, insultata, palpeggiata contro la sua volontà, scappa, viene ripresa; lui le rimette le mani addosso, fanno sesso e lei se ne innamora?! Nel frattempo gli uomini di suo padre la ritrovano e la portano da lui. Be’, il padre di Sarah è una persona vomitevole e la obbliga a sposare il suo secondo, Sonny. Le viene detto che Alex è morto. Lei si rassegna e accetta le nozze. La prima volta che fanno sesso, Sonny la chiama Sophia, che si scopre essere la sorella morta di Alex, uccisa proprio da lui… e qui sono un po’ confusa… anche voi? Bene! Intanto Alex non è morto, quindi torna, la rapisce di nuovo, la violenta di brutto e lei gli dice “ti amo”, ovvio… tutta felice perché lui è tornato. Dopo la violenza, lui crede alla versione dei fatti della giovane, che gli racconta di non averlo mai intenzionalmente tradito. Gli rivela che è stata obbligata a sposare un altro contro la sua volontà, così lui decide di farla scappare in Messico, deciso a compiere la sua vendetta, ma le cose non vanno come devono…
Questa è più o meno la storia, che a parte il “Ti amo” fuori luogo in quel momento, secondo me, è avvincente, violenta al punto giusto e incuriosisce il lettore. Anche se non mi ha fatto impazzire molto, so che il secondo volume è sulla storia di Sonny e son curiosa di leggerlo per vedere se con questo ulteriore capitolo si chiariscono alcuni punti del primo, perché uno che stupra e uccide una ragazza e poi la sogna e nei momenti di passione chiama la moglie con il nome di questa è strano forte. I personaggi, nella loro violenza, sono ben caratterizzati (anche se alcuni loro comportamenti non sono ben chiari), sono un perfetto risultato di una crescita in una famiglia violenta, in un mondo dove il più forte schiaccia il più debole, dove la tenerezza è un optional se non un segreto da custodire gelosamente. Un libro forte non adatto a tutti: violenza fisica, psicologica, omicidi, stupri… c’è tutto.
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