Recensione: “Alice, non è il paese delle meraviglie” di Giuditta Ross (Gli eredi della foglia #1)
Alistair St. Clare è una creatura potente. Un raro vampiro. Cammina sul mondo da secoli e conosce molto bene se stesso e il suo posto nel variegato substrato di esseri non umani che popolano la terra, perennemente in conflitto gli uni con gli altri. Da sempre si destreggia sul filo del rasoio di delicati equilibri di potere. Sa bene che lasciarsi ammaliare da due begli occhi dorati potrebbe costargli tutto ma, improvvisamente, il ferreo pragmatismo di una vita svanisce sostituito da un bisogno selvaggio e folgorante.
Alice non è che una semplice piccola vampira in un mondo di lupi mannari. O almeno così pensa. Non sa nulla di sé, solo quello che il vecchio Noan le ha detto da quando si è svegliata, senza un briciolo di memoria di ciò che era. La sua vita si trascina sospesa tra il lavoro al pub, la stramba amica ‘Dhu e un ragazzo carino che le lascia affondare le zanne in lui di tanto in tanto. Questo finché il suo passato non torna prepotentemente a reclamarla.
Alice scoprirà che non c’è nulla di semplice nella sua vita da vampira, che l’uomo dei suoi sogni è un tipo da incubo che non si fermerà davanti a nulla pur di tenerla al sicuro.
Se vi piace il genere fantasy non potete perdervi questo libro.
Fin dalle prime pagine il lettore si trova immerso nel mondo delle fate, vampiri e mannari, tanto da non volerne più uscire. Le vicende di Alice sono così ben descritte che viene naturale immedesimarsi in lei; inoltre l’alternarsi dei punti di vista dei vari personaggi permettere di seguire l’evolversi della storia da più angolazioni e di avere un’ampia visuale degli eventi. Personalmente adoro i punti di vista alternati, donano un qualcosa in più al racconto.
I personaggi sono molto ben delineati, l’autrice ci permette di conoscere tutte le sfaccettature del loro animo e le loro varie paranoie. Impossibile non infatuarsi di Alistair St. Clare, vampiro scorbutico dal fascino oscuro e allo stesso tempo un po’ manipolatore, con una fragilità che permette di giustificare le sue azioni, non sempre corrette. Ma la storia non si concentra solo sui due personaggi principali; ci vengono presentati molti altri succosi soggetti come i gemelli fata che fanno presagire un seguito da non perdere delle avventure degli Eredi della Foglia.
Io l’ho letto tutto di un fiato e l’ho trovato così ben descritto che mi sembrava di essere lì con loro. Lo consiglio caldamente agli amanti del genere urban fantasy e anche a chi ancora non ha letto nulla di simile.
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