Recensione: Alla pari di Eva Maria Franchi

Ambra non ha la vocazione della baby-sitter, eppure, quell’insolito annuncio pubblicato su The Guardian la intriga. Brandon Williamson cerca una tata per soli sei mesi.
Lo stipendio è ottimo, sufficiente a farle mettere da parte la cifra necessaria per dedicarsi alla sua vera vocazione: diventare stilista di moda. Quello che Ambra non sa è il motivo per cui il nobile Brandon Williamson è disposto a pagare così bene le sue tate: nessuna è riuscita a resistere più di una settimana.

Brandon non è portato a fare il papà, ma da quando la sorella Emma è finita in carcere e il cognato è latitante deve prendersi cura dei nipoti, Matthew e John, di otto e cinque anni. Lo scandalo in cui la sua blasonata famiglia si è trovata coinvolta rischia di fargli perdere tutto. Determinato a salvare i beni che per generazioni sono appartenuti ai Williamson ha un problema: trovare al più presto una tata che si occupi dei suoi nipoti di modo che lui possa tornare a occuparsi dei suoi affari.
ROMANZO AUTOCONCLUSIVO
Chick lit
Spicy
Trope:
Contemporary romance
Grumpy + sunshine

Prendete Ambra, una ragazza che arriva difficilmente alla fine del mese e che ha il sogno di diventare fashion designer. Fatele apparire, per caso, un annuncio di lavoro perfetto: tata per sei mesi.
Certo, Ambra non ha proprio la vocazione della tata ma la paga è buona e il periodo del contratto è giusto per lei.

Prendete poi Brandon Williamson, un uomo ricco, ma con dei problemi, colto e affascinante, che lavora nel settore dell’arte. Uno che ama le lettere scritte a mano, perché da queste riesce a intuire i tratti basilari delle persone, e che si ritrova a doversi occupare dei suoi nipoti.

Buttateci dentro un po’ di personaggi secondari ben fatti ed ecco che abbiamo la ricetta per Alla pari.

Si tratta di uno di quei romance carini; uno di quelli che leggi volentieri e sai cosa aspettarti: gli elementi tipici del romance sono usati bene, mischiati a dovere e creano una trama che, anche se sai già dove va a parare, ti tiene incollata alle pagine, soprattutto per le varie sottotrame che fanno da contorno alla storia principale.

Inoltre, c’è una questione riguardante un quadro, che sarei veramente curiosa di sapere se è effettivamente vero. Mi è rimasto letteralmente il tarlo!

Altra cosa che ho apprezzato è il fatto che alcuni dettagli, tipici della nostra Italia, sono stati integrati bene. C’è un motivo se ci sono delle italianità nella storia ed è subito detto e spiegato nelle origini della protagonista.

Andando avanti con la lettura, poi, arriva la parte spicy e devo ammettere che l’autrice ha saputo indugiare bene in scene esplicite senza risultare volgare, per arrivare poi al finale che…

Beh, non ve lo anticipo. Se volete scoprire come va a finire dovete leggerlo.

Parliamo infine dello stile: fresco e semplice, purtroppo appesantito qua e là da qualche errore.  A malincuore, devo dirlo, un editing più mirato mi avrebbe fatto apprezzare molto di più questo romanzo che, tutto sommato, è stato una lettura molto carina da fare, in compagnia di una bella tazza di thè, la mia coperta e il rumore della pioggia di sottofondo.