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Recensione: “Allevato dai lupi” di Patricia Gaffney

Buongiorno Fenici, oggi Lucia ci parla di “Allevato dai lupi” di Patricia Gaffney

Lo chiamano l'”Uomo perduto”, è stato allevato dai lupi e non conosce la civiltà. Un vero caso da letteratura scientifica! Ora che è stato catturato, il giovane bello e selvaggio dell’Ontario è allo studio di un gruppo di scienziati e solo Sydney, figlia di uno dei rinomati studiosi di biologia etica che lo tengono prigioniero, cerca di scrutare l’animo dello sconosciuto oltre ogni apparenza. C’è qualcosa di irresistibile in quello sguardo che la implora di salvarlo, nonostante la ruvidezza dell’aspetto. Sydney si adopera con dolcezza per ottenere la sua fiducia. Guidata dalla compassione e dal desiderio riesce a instaurare un rapporto così intenso da scatenare nel selvaggio i ricordi di una passata tragedia, ma soprattutto un nuovo, accesissimo sentimento…

«Certamente dovremo rivalutare la situazione», rispose Charles al suo posto. «È vero che per l’antropologia potrebbe aver perso ogni valore in quanto non è più una “nullità”, come dici tu, qualcuno sul quale avremmo potuto osservare i diversi stadi della civilizzazione in un contesto empirico. Ma il suo valore per noi, come studiosi di biologia etica, non si è certo esaurito. Possiamo continuare a osservarlo come un esemplare di uomo puro, che parla appena, ma che, tuttavia, è ancora relativamente incontaminato dalla società umana: è così che lo dobbiamo considerare; un altro conto è il fatto che si tratti di un selvaggio al quale sono stati negati tutti i benefici della società umana. Dipende tutto dal particolare punto di vista di ognuno.»

«Charles!»

«E su un’altra cosa hai ragione, il suo valore può non essere più di pertinenza della scienza ma della filosofia, o della zoologia. Nel qual caso…»

«E come uomo, quanto vale? Non è una materia da studiare, Charles, è un essere umano. Non è una vostra proprietà e neanche dell’università. Non ha anche lui dei diritti? Che cosa ti impedisce di pensare che da qualche parte ci siano i suoi genitori? “Perduto” è l’unica parola che ha pronunciato prima d’oggi. Perché nessuno sta cercando di scoprire chi sia? Non capisco come possiate ancora tenerlo chiuso a chiave, o spiarlo da un buco, o giocargli quei brutti tiri in nome di alcuni esperimenti che potrebbero rivelarsi, che…» 

Avevo letto questo libro molti anni fa, e non mi era rimasto particolarmente impresso, ma ora rileggendolo, l’ho trovato molto originale, anche se la prima parte molto lenta lo penalizza. Un giovane uomo è stato catturato da una spedizione di ornitologi, non c’è altra parola da poter usare, dato che gli hanno persino sparato, e alcuni studiosi hanno cominciato a osservarlo. Scopriremo poi che, almeno nel primo periodo, lo hanno trattato né più né meno che come un vero e proprio animale. Ma fortunatamente per lui, il professore Winter ha richiesto la sua custodia per l’intera estate per studiarlo meglio. Se in un primo tempo non sembrano fare progressi, l’incontro con il figlio più giovane del professore cambia le cose, Sam con la sua dolcezza di bambino sembra riuscire a far breccia in quell’uomo che non si fida di nessuno, e che osserva le persone attorno a lui non capendole.

Tutti e tre i fratelli Winter si ritroveranno coinvolti nello studio del padre, in special modo Sydney che scopre di avere un grande ascendente sull’uomo perduto. Rimasta vedova da poco più di un anno, viene continuamente pungolata dalla zia Estelle, che si è sempre occupata dei figli del professore, affinché si risposi ora che è tornata a vivere nella casa paterna e viene assiduamente corteggiata da Charles, l’assistente del padre. Al giovane la lega una lunga amicizia, ma Sydney non si fa grandi illusioni, sa bene che l’uomo la ritiene la strada migliore per arrivare al professor Winter e alla fama.

Non è felice di essere coinvolta nei continui esperimenti etici che il padre mette in atto per scoprire sempre di più sul suo soggetto di studio e, gradualmente arriva ad affezionarsi davvero a quest’uomo candido, incapace di menzogna. Tanto, che quando la ricerca ufficiale viene interrotta, tutti i fratelli decidono di continuare a lavorare sull’uomo per permettergli di inserirsi nella società. Fra lui e Sydney comincia a sbocciare un’attrazione dolcissima a cui la giovane donna non intende cedere: nonostante i progressi compiuti, infatti, una relazione con il giovane sarebbe assolutamente scandalosa. Anche se ora ha ricordato il suo nome, molti lo ritengono ancora un selvaggio. Eppure, quando il suo grande senso di giustizia metterà il giovane in grave pericolo, e a rischio della libertà, Sydney capirà che niente è più importante dei sentimenti che provano.

Nonostante Sydney sia un personaggio positivo, inizialmente sembra priva di spina dorsale, si fa corteggiare da un uomo che non ama, perché lo conosce da sempre e potrebbe avere con lui un matrimonio tranquillo, pur sapendo che probabilmente desidera sposarla per arrivare a suo padre. Il suo primo matrimonio è stato felice, anche se senza passione, più amici che amanti. Prova affetto per quest’uomo incapace di mentire, che non nasconde i suoi sentimenti, che vede un corteggiatore regalarle dei fiori e, per emularlo, le regala un pesce. Sente attrazione per lui, e pur consentendogli di farsi toccare e baciare, poi pretende di tornare ad avere un rapporto di pura amicizia. Sarà solo verso la fine che tirerà fuori un po’ di grinta, e sarà sincera con sé stessa.

Il piccolo Sam, invece è dolcissimo, parla a quest’uomo come se fosse un suo amico, e per questo riesce da subito a comunicare con lui come eserciti di studiosi non sono riusciti a fare in mesi.

L’uomo perduto, scoprirete poi il suo nome, è un personaggio davvero originale, ha vissuto in mezzo ai lupi imparando a comprenderli e a rispettarli, odia sentire parlare di loro come di creature sanguinarie. Non capisce perché le persone siano diverse da come appaiano, e riesce a intuire come sia fatto l’animo di un uomo sotto le apparenze. Pian piano lo vediamo acquistare sicurezza, mentre riemergono capacità come leggere e parlare che aveva solo dimenticato, sostenuto da una dirittura morale cristallina. Quando Philip, il fratello più grande di Sydney, pensa di aiutarlo a diventare un uomo e conoscere il sesso portandolo in un bordello, lui scappa. Rifiuta di concepire una doppia morale, dove a un uomo è permesso avere rapporti sessuali senza subire biasimo, mentre una donna deve rimanere casta, perché è innamorato di Sydney e pensa che non sia giusto nei suoi riguardi.

Lily continuava a ridere senza freno, eppure lui non avrebbe mai potuto dirle la verità: che tutto in lei era sbagliato. Il suo odore, la sua voce, la sua pretesa benevolenza. Il vuoto che si celava dietro i suoi avidi occhi truccati. Lily era falsa. Ma la cosa più importante era che lei non era Sydney. Accoppiarsi con Lily? No, non poteva. Sarebbe stato… come un lupo che si accoppia con un orso. Una cosa contro natura.

La trama risulta originale, i personaggi sono ben definiti, e la scrittura della Gaffney convincente e piacevole. Il fatto poi che i protagonisti siano un uomo vergine ed una donna esperta perché vedova, risulta inusuale e regala scene passionali davvero belle e dolcissime.

L’unica pecca a mio avviso è la lentezza con cui procede la storia nella prima parte, e la scoperta dell’identità di Michel che appare fin troppo straordinaria, e purtroppo, per quanto mi riguarda, anche abbastanza prevedibile.

È un libro piacevole, ma nonostante la sua originalità e il bel personaggio maschile non è mai riuscito ad entrare fra la mia lista di preferiti anche se l’ho rivalutato molto, ma in ogni caso merita davvero di essere letto.

 

 

 

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