Recensione: “Almeno una parola” di Barbara Freethy
San Francisco. Julia sta organizzando il suo matrimonio quando all’improvviso, durante una mostra fotografica, nota lo scatto che ritrae una bambina bionda dietro la cancellata di un orfanotrofio di Mosca. Una bambina che le somiglia incredibilmente e che porta al collo una collana simile a quella che le ha regalato sua madre. Julia decide allora di rintracciare Alex Manning, figlio del fotografo scomparso, e con lui inizia a scavare nel proprio passato alla ricerca della verità, mentre la sua storia col fidanzato Micheal finisce e la cerimonia salta. L’unica persona di cui Julia può ormai davvero fidarsi è Alex, anche lui alle prese con un mistero incomprensibile che grava sulla sua famiglia. E tra inganni, bugie e tormenti, Julia e Alex scoprono un sentimento intenso e appassionante, capace di affrontare qualunque rischio…
“L’auto di suo padre non era stata spinta fuori strada. Si era trattato di un incidente. Le strade erano scivolose. L’altra macchina andava troppo veloce e aveva urtato quella di suo padre. Lui aveva perso il controllo ed era precipitato giù dalla scogliera, nell’oceano Pacifico. Questa era la versione ufficiale, quella che lui stesso aveva ricordato a sua madre. Ma ripensò all’espressione del padre il giorno prima che morisse, alla paura nei suoi occhi quando gli aveva fatto promettere di non parlare mai a nessuno di quella fotografia. I due eventi erano collegati? Il corpo di suo padre non era mai stato ritrovato. Le correnti erano troppo forti. Era la verità… oppure una spiegazione di comodo per coprire qualcosa di più sinistro.”
Julia è una giovane donna con una splendida famiglia italiana. Ma l’ultimo periodo è stato davvero tremendo: la madre, molto amata, è morta dopo una lunga malattia e il padre si è lasciato andare al dolore cominciando a bere. Fortunatamente, però, lei e la sorella possono contare sugli zii e la nonna, e assieme al padre gestiscono un noto ristorante. Non le hanno mai lasciate sole, ma è sulle spalle di Micheal che Julia ha pianto tutte le sue lacrime. Quel suo meraviglioso fidanzato che l’ha confortata, e che ora pensa sia giunto finalmente il momento di mettere su famiglia e pensare al matrimonio. La location scelta per l’evento è Il palazzo della Legione d’Onore, un museo che ha delle bellissime sale per cerimonie. Questa strana scelta è stata suggerita da Liz, sorella minore di Julia, che ora vive con la ragazza. Mentre aspettano che la direttrice li possa ricevere per concordare la data, Julia viene attirata da una musica nella sala in cui sono esposte le fotografie di Charles Manning, un notissimo fotografo morto molti anni prima in un incidente d’auto. Qui, una foto in particolare attira la sua attenzione, intitolata “La guerra più fredda”; ritrae una bambina di non più di tre o quattro anni mentre è aggrappata al cancello di un orfanotrofio di Mosca. Qualcosa in quella foto la mette a disagio e più guarda quella bambina, più nota la somiglianza con se stessa, e per rendere ancora più strana la cosa, quella bambina indossa un ciondolo a forma di cigno, identico a quello che sua madre le ha regalato da piccola. Tornata a casa, Julia non riesce a dimenticare e, contro il parere di tutti, decide di indagare. Anche un’altra persona è sempre stata intrigata da quella foto, Alex Manning, il figlio del fotografo scomparso, che ricorda bene come il padre, di ritorno da Mosca, fosse apparso spaventato quando si era reso conto che, per errore, quella foto era stata pubblicata in un servizio insieme alle altre. Quell’immagine, infatti, non avrebbe dovuto essere vista da nessuno e, invece, aveva scatenato una grande mobilitazione tra il pubblico: tutti volevano adottare quella bambina, ma il governo russo aveva sempre smentito che fosse mai stata in quell’orfanotrofio. Ciò che nessuno ha mai saputo, è che quella foto non era stata scattata da Charles, ma da Alex, che a quel tempo aveva dieci anni e si trovava a Mosca con il padre, e che durante un pomeriggio di noia si era messo a scattare foto. Qualche giorno dopo la pubblicazione, un Charles molto spaventato aveva fatto giurare ad Alex di non parlare mai di quella foto e di non rivelare a nessuno che l’aveva scattata lui. Il giorno dopo avergli estorto quella promessa era morto in uno strano incidente senza che il suo corpo venisse mai ritrovato. Quando Julia si presenta al suo appartamento per avere notizie proprio di quella foto, Alex è sconvolto perché il suo occhio di fotografo gli dice di avere davanti agli occhi l’orfana che tutti hanno cercato invano. Ma com’ è possibile? La madre di Julia non è mai uscita dagli Stati Uniti, non ha mai viaggiato e prima di conoscere il suo secondo marito, lei e Julia erano sole al mondo. O almeno questo è ciò che sua madre le ha sempre raccontato, perché Julia prima dei 5 anni non ha ricordi. Insieme, i due giovani decidono di indagare, perché entrambi vogliono conoscere la verità. Ma ciò che ancora non sanno è che hanno scoperchiato un vaso di Pandora e, da adesso in poi, ciò che pensavano di sapere sulla loro vita, si rivelerà una grande menzogna.
Questo di Barbara Frethy, che io come autrice non conoscevo, si è rivelata una delle letture più appassionanti dell’ultimo periodo. È un romantic-suspense, anche se un po’ sbilanciato nelle sue due componenti. La storia d’amore c’è, però sinceramente occupa una parte molto scarsa della storia, mentre è davvero interessante la parte gialla: queste continue sorprese sul passato di Julia e di sua madre, ma anche di tanti altri personaggi che incontriamo. È un puzzle quello che i due giovani ricostruiscono, pezzo per pezzo, osteggiati da personaggi che sanno ma che hanno deciso, anni prima, che questa storia non doveva più tornare alla luce. Nonostante le minacce e la paura, però, Julia ora pretende la verità e, per questo, è disposta a perdere un fidanzato che, per quanto dolce e intelligente, non la capisce, e anche a mettersi in contrasto con Liz, sua sorella minore, che teme ciò che sta venendo alla luce sulla madre. Aiutata da Alex, scopriranno quanto le loro vite siano state strettamente legate da quella foto, e un enigma del passato sarà finalmente chiarito, così come Julia scoprirà che il suo amore per la musica è qualcosa che fa parte del suo DNA. Le rivelazioni saranno tantissime e verranno a galla le doppie vite di persone insospettabili che hanno rischiato tutto, fino a perdere la loro vita e le loro famiglie per aiutare e fare la cosa Giusta, mentre l’avidità di un’unica persona li ha tutti condannati. Splendidi personaggi, molto ben caratterizzati: Michael, il fidanzato, bello, buono e generoso. Ho provato molta tenerezza per lui e ho tifato per una sua storia con Liz che però non si è mai concretizzata, se non nelle basi. Complessa e piena di ombre, Sarah, la madre di Julia, una donna che per amore ha fatto qualcosa di bellissimo e di crudele nello stesso tempo, rendendo una bugia tutta la sua vita e sacrificando gli affetti più cari. Dolce e un po’ sperduta Liz, che non si capacita di come la sua vita stia cambiando e che rimane sconvolta dalla verità; preferirebbe non sapere, è attratta da Michael e terrorizzata all’idea di perdere la sorella dopo che le bugie di sua madre vengono alla luce. Tutti i personaggi, anche quelli di minor spessore, concorrono alla riuscita della storia in un libro bello e intricato. La storia d’amore ne esce un po’ penalizzata, ma risulta comunque molto piacevole. La parte suspense, al contrario curatissima, è quella che più ho apprezzato e che mi ha impedito di mettere giù il libro fino alla parola fine, e lo apprezzeranno anche gli amanti del giallo.
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