Recensione: Amami prima che vengano a prendermi: Un’intensa storia d’amore gay ai tempi della Seconda Guerra Mondiale di Giulia Amaranto
Una notte, nel pieno della II Guerra Mondiale, il giovane maestro elementare Francesco viene svegliato da qualcuno che chiede aiuto, picchiando alla porta. Agitato, corre ad aprire: quasi non lo riconosce, perché sono passati alcuni anni, ma è Michele, amico d’infanzia, che è scappato dal fronte di guerra e lo supplica di nasconderlo in casa sua. Francesco, turbato, sente di nuovo nascere dentro di sé il fortissimo sentimento che aveva cercato di sopprimere, ma…
Potrebbero venire a prendermi da un momento all’altro, Francesco… Se non posso averti neanche per una notte, la mia vita non è stata degna di essere vissuta! Tanto vale che vengano subito…
Dio, quel parlare sottovoce era il suono più scandaloso che si potesse udire! Era come se la voce di Michele si trasformasse nella carezza sensuale di un amante, come tornare a quel pomeriggio di zucche rubate, quando la voglia di baciarlo lo aveva spaventato..
Si tratta di un racconto breve ambientato in un periodo storico davvero drammatico, durante la seconda guerra mondiale. In un luogo indefinito, in Italia, un amore adolescenziale tra due ragazzi viene messo in pausa ancora prima di poter essere dichiarato o anche solo accettato nella sua “perversione”.
La storia affonda pienamente nella tragicità e nella povertà dell’ambientazione storica, sviluppandosi nella riservatezza di un nascondiglio in cui Michele si nasconde dal regime.
La caratterizzazione è un po’ leggera, così come lo stile un po’ troppo forbito, cosa che rende i dialoghi un po’ artefatti. Tuttavia, lo stile ha un tocco romantico senza essere troppo sdolcinato, delicato nei momenti di maggiore intimità e sensibile nell’affrontare i conflitti interiori che uomini di quell’epoca (purtroppo non solo di quella) devono aver provato prima di abbandonarsi all’amore. L’autrice riesce a rendere il testo carico di seduzione e attrazione anche senza indugiare troppo in momenti a luci rosse.
La trama è molto breve per poter includere un po’ d’azione oltre alle evoluzioni sentimentali che legano i due protagonisti, e purtroppo il romanzo *spoiler* ha un finale aperto, terminando proprio nel momento di massima tensione, cosa che non ho particolarmente apprezzato, anche se ne ho riconosciuto il motivo, spiegato proprio nella prefazione dell’autrice.
Per il mio punto di vista, si tratta di un buon materiale narrativo e di una buona penna, che avrebbero avuto, però, bisogno di più spazio per poter approfondire, maturare, affinare.
Si riattaccarono di nuovo l’uno alla bocca dell’altro. Il loro bacio, quasi famelico, fu molto prolungato. Era come se, attraverso di esso, i loro corpi stessero imparando a conoscersi, emozione dopo emozione, fino a scoprirsi eccitati.