Recensione libri

Recensione: Amore in catene di Anna Zaires

Serie: Fidanzamento dei Molotov Vol. 2

Titolo: Amore in catene 

Serie: Fidanzamento dei Molotov Vol. 2

Autrice: Anna Zaires

Genere: Dark mafia romance

Editore: Mozaika Publications

Data di pubblicazione: 20 maggio 2024

Età di lettura consigliata: +18

La serie Fidanzamento dei Molotov è composta da:

  • Bello e terribile vol.1—>Recensione
  • Amore in catene vol.2 

 

 

Alina

Alexei Leonov. Il mio persecutore. Il mio rapitore. E adesso, mio marito.

Su uno yacht nel bel mezzo del Pacifico, è la fonte e la cura delle mie sofferenze.

Non si fermerà davanti a nulla finché non mi avrà legata a sé in ogni modo. E il matrimonio è soltanto l’inizio.

Alexei

Ho tramato e aspettato per undici anni, consumato dalle fantasie di quello che sarebbe successo dopo aver fatto finalmente mia Alina Molotova.

Adesso che l’ho conquistata, sono ancora più ossessionato da lei. Forse i miei piani nei suoi confronti sono spietati, ma farò il possibile per incatenarla a me: mente, corpo e cuore.

C’è solo una cosa che non avevo considerato. Un’incognita non inclusa nei piani.

Lo zampino diabolico del destino.

 

 

Non ero molto ansiosa di leggere questo secondo volume, ma mi sono ricreduta. Il primo (se ricordate la recensione) non era riuscito a rendere del tutto accettabile il limite che Alexei aveva superato nei confronti del consenso di Alina (nessuno più considera l’orgasmo come un consenso implicito, e neppure l’evidente chimica tra loro è sufficiente per giustificare dei rapporti non consensuali, anche se sono consapevole che si tratti di un elemento comune nel genere dark romance).

Alexei è riuscito a trattenersi per anni, ma alla fine ha deciso che fosse giunto il momento di prendersi la donna che voleva, e ora la sua ossessione per Alina non lascia spazio a niente: nessuna empatia per il trauma di lei per il rapimento subito, per la frustrazione dovuta alla prigionia, per l’odio legato alla privazione della libertà di scelta. Tutta questa freddezza è giustificata dalla convinzione che il fine giustifichi i mezzi, e che loro siano così compatibili che ogni forzatura sia solo una premessa sorvolabile rispetto alla felice unione futura. Questa sua visione estrema e distorta spiega in qualche modo la combinazione tra mancanza di empatia per il disagio di lei e un comportamento attento, protettivo e accudente. A essere onesti, è molto trasparente nelle sue intenzioni, e tenta di convincere Alina a essere aperta e positiva, a dargli una possibilità.

 

Non è quello che voglio dopo aver appena celebrato il mio matrimonio. È già abbastanza brutto il fatto che io sia dovuto ricorrere alla violenza affinché la mia sposa onorasse il nostro accordo di fidanzamento. Quello di cui io e Alina abbiamo bisogno adesso è del tempo per noi, una lunga e piacevole luna di miele durante la quale conoscerci senza le interferenze della sua famiglia, soprattutto perché mi guarderebbe storto se uccidessi qualche suo parente.

 

In questo secondo volume approfondiamo il passato e i traumi precedenti di Alina che sono alla base delle sue paure e attacchi di ansia. Iniziamo a comprendere il motivo per cui fatica così tanto a fidarsi dei gesti di lui, a credere nel matrimonio e nelle relazioni. Risulta più chiaro il motivo per cui non accetta di dare una lettura più romantica a un legame a cui in precedenza aveva acconsentito e che lui non è disposto a negoziare, e il tutto è legato alla famiglia disfunzionale da cui proviene e all’esito drammatico della relazione ossessiva tra i suoi genitori, ossessione che nel corso del tempo si è rovesciata in una violenza omicida.

Per quando il richiamo del corpo la spinga verso di lui, preferisce reprimere l’attrazione e negare i gesti teneri e protettivi che le riserva, continuando a trattarlo come un uomo pericoloso e spaventoso, proprio per il timore che il suo comportamento possa capovolgersi. 

Anche Alexei ha una storia che l’ha traumatizzato. Proprio nella intro di questo volume scopriamo una vicenda drammatica che lascia strascichi sulla sua ossessione di mettere incinta la sua donna e costruire una famiglia. L’uomo tutto d’un pezzo acquisisce più sfaccettature, e iniziamo a vedere qualche fragilità e insicurezza che conferiscono maggior valore ai gesti più umani e attenti.

Sullo sfondo rimane una faida familiare profonda tra due famiglie mafiose contrapposte. Alexei difenderà il rapimento della promessa sposa con tutte le armi a sua disposizione, mentre Alina farebbe di tutto per evitare tragedie e perdite tra i suoi consanguinei.

 

“Perché non concedere a tutto questo… a noi… una possibilità? Non voglio farti del male. Anzi, il contrario. Sei tutto ciò che ho voluto per tanto tempo… e anche tu mi vuoi, al di là di quello che racconti a te stessa. Smettila di combattere. Lascia che ti mostri quanto potrebbe essere bello il nostro rapporto. A meno che non sia questo che ti spaventa? Che sarà bello? Che capirai quanti anni abbiamo sprecato separati?”

 

Il sesso è meno di quanto mi aspettassi: gli sviluppi sono più nell’ambito della relazione affettiva, ovvero un conflitto interiore crescente in Alina dovuto all’attaccamento che inizia a sviluppare per Alexei, grazie a comportamenti meno abusanti, meno dominanti e invece più protettivi e romantici.

Finale decisamente inaspettato e un po’ scioccante. Non riesco davvero a intuire quali sviluppi potranno portare nei prossimi volumi a un possibile lieto fine, quindi sono oltremodo curiosa di scoprire come l’autrice districherà questa gatta.

 

“Tu sei mia.” È il ringhio di un animale stravolto e ferito. “Nel bene e nel male, finché morte non ci separi, ricordi? Non mi frega un cazzo se perdi tutti i capelli o se vomiti senza sosta: non ti lascerò andare. E di sicuro, non permetterò a questa cosa di prenderti.

 

 

Hot 🔥 | passione conflittuale 
Sentimento❤️| crescente rivelazione /affinità che riesce a vincere l’odio 
Violenza ⚔️ | sesso non consensuale

valutazione

voto

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