Recensione in Anteprima “Infinito stupore” di SM May (serie The strange Matchmaker #5)
In principio ci fu Lara Haralds, ghost writer sconosciuta, in cerca di ispirazione per scrivere il suo primo gay romance. Il lieto fine arrivò grazie a un provvidenziale guasto all’auto, a un meccanico affascinante e a un manager introverso che necessitava di un CAMBIO GOMME. Poi Lara venne mandata a stanare tra i ghiacci canadesi un celebre scrittore che non voleva essere trovato, e che preferiva macerarsi tra alcol e tanta NEVE FRESCA. Così tutto sembrò procedere per il meglio, grazie a un intrepido boscaiolo, per quanto ci fosse un ultimo strato di GHIACCIO SALATO da sciogliere. Fino a giungere, passando per tradimenti e intrighi, a un incredibile matrimonio in DOPPIO VELO. Ma poi? Eh, poi la vita prosegue, le famiglie si allargano, e anche l’adulto più lucido e tranquillo si ritrova a fare i conti con quelle indecifrabili sorprese chiamate “figli”. Stavolta Lara e Morgan senior, Nathan e Kean, Sebastian e Terence si troveranno di fronte a una sfida imprevista, scoprendo di essere del tutto impreparati: perché il cuore si tende, si gonfia e raggiunge ampiezze che nessuno avrebbe immaginato; perché si può amare all’ennesima potenza e avere ancora tanta energia per farlo sempre di più; perché si può ricevere amore ogni giorno e avere comunque spazio per immagazzinarne per sempre…
… e tutto diviene un INFINITO STUPORE.
«Se tornassi indietro, sceglierei questi due anni ancora e ancora» bisbigliò a un certo punto Nathan, «sono stati due anni faticosi e pieni di lavoro, ma anche di cenette a due, ronfate in coppia e risvegli in solitudine…» ridacchiò accanto al suo orecchio, «ma solo perché il più mattiniero di noi due stava già aspettando l’altro in cucina, con una caraffa di caffè fumante e uova e bacon serviti sul piatto. Sceglierei di nuovo questi due anni e li vorrei ripetere identici, stesse gioie e stesse cadute. Se alla fine siamo ancora qui, significa che ci siamo sempre rialzati, dico bene?» Kean annuì in silenzio, gli occhi ancora chiusi. Anche lui avrebbe continuato a scegliere il suo orso per sempre. Nathan si sollevò su un gomito, spostandosi. «Ti amo così tanto. A volte apro la bocca e non riesco neppure a esprimere lo stupore che mi provochi, ogni volta che mi stai vicino.» «Stupore di che? Sono sempre io, ormai non ho più segreti.» «Sbagli. Sei uno stupore senza fine, davvero. Ciò non toglie che resti anche un gigantesco coglione, ti sei trovato l’aggettivo perfetto da solo. Lo possiamo aggiungere all’insegna, se vuoi. “Benvenuti all’officina di Cleni. Sposato a un coglione, purtroppo”. Kean dischiuse un occhio. «Purtroppo?» «Purtroppo per me.» L’altro rise. «Perché ti riscopro ogni giorno che passa, e più ti riscopro e più mi piaci. E credo proprio che non me ne stancherò mai.»
Avevamo lasciato una Lara felice dopo la doppia cerimonia che si era tenuta alla fine di “Doppio velo”, la ritroviamo qui, madre di un bambino di nove mesi di nome Willy. Lei e il padre di Willy si apprestano a partire per una vacanza di qualche settimana, lasciando il pargolo nelle mani del fratello Kean e di suo marito Nathan. Tuttavia, se Nathan è pieno di entusiasmo, l’idea di occuparsi del fratello terrorizza Kean, che non pensa affatto sia una buona idea. Dopo le infinite liste e raccomandazioni di Lara i due si trovano alle prese con i problemi che ogni genitore affronta ogni giorno e questo crea non pochi attriti fra loro. Nathan vorrebbe che questo periodo fosse una prova per la loro coppia. Lui ha sempre desiderato dei figli ma per Kean pannolini, pappine e notti in bianco non esercitano grande fascino e nel suo cuore, non sente un grande legame con questo fratello così piccolo ed arrivato così tardi nella sua vita. Ma basterà una linea di febbre per cambiare ogni cosa.
Anche Sebastian e Terence stanno per fare un grande cambiamento nella loro vita, il rude scrittore e il suo compagno infatti, hanno da tempo fatto domanda di adozione ma si trovano di fronte l’ostracismo della signora Protsky che, nonostante la legge lo permetta, non vede di buon occhio una coppia formata da due uomini e trova sempre cavilli per rimandare indietro la loro domanda. Ma ecco che, dopo vari tentativi, proporre loro un affidamento che potrebbe sfociare in un’adozione, ma non di un bambino, bensì di un’adolescente di quindici anni: Bernadette Marie- Terese, una ragazza problematica che ha subìto troppe delusioni nella sua vita per potersi fidare delle persone. Ma se la signora Protsky è pronta ad affermare in questo modo, che la loro coppia non è in grado di occuparsi di ragazzo o di un bambino, non ha fatto i conti con il nostro professore e Sebastian che lotteranno con le unghie e con i denti per riuscire a conquistare la fiducia di questa intelligente, cinica e ferita ragazzina.
Un libro dolce che ci fa accomiatare da una famiglia originale e straordinaria, con la sua scrittura ironica e bellissima che strappa più di un sorriso. La scrittrice parla di cose importanti e lo fa con il suo stile davvero unico. Assistiamo alla presa di coscienza di Kean, che forse ancora non è pronto per la paternità, ma ha capito tante cose di sé stesso compreso quanto sia unico ed eccezionale l’amore che lo lega a Nathan, un uomo che non gli impone condizioni ed è disposto ad aspettare i suoi tempi. Vedere Terence alle prese con una ragazzina che gli dà filo da torcere in quanto a cinismo ed intelligenza è bellissimo, così come sono divertenti le sue considerazioni…
Le femmine erano creature infide, sin dalla notte dei tempi. Lui aveva sempre cercato di tenersene alla larga (a parte Isadora Zelda), benché fossero tra le principali sostenitrici del suo Genio (esclusa la medesima Isadora Zelda). E ora se ne ritrovava pure una di loro da allevare Giovane e scassapalle. Quando aveva rincuorato Sebastian con la storia delle regole fisse, aveva mentito. Mentito. Proprio. Le femmine sfuggivano a ogni regola, erano la quintessenza del caos, l’antitesi di ogni sistema ordinato. Se uno pensava a loro come alla volatilità dei gas nell’atmosfera, non ne ricavava che una pallida metafora. Le femmine erano ben altro: il saltellare della pallina sulla ruota della roulette, semmai, lo sbattere d’ali di una farfalla che scatenava tifoni dall’altra parte del mondo, o ancora l’incertezza del tragitto di una foglia sollevata dal vento. E tuttavia, volente o nolente, quella creatura infida presto lo avrebbe chiamato «papà», in modo nitido e incontestabile. Parola di Terence Foreman.
… e il metodo educativo alquanto originale, che prevede partite al bigliardo e fucili da caccia ma che sicuramente ben si adatta ad un personaggio così interessante e pieno di spine come quello di Marie-Terese.
In questo libro ci sono momenti divertenti, dolci, passionali, che fanno riflettere e scene di sesso ben scritte. Di una cosa ho sentito la mancanza: S.M. May ci ha privato del piano C di Lara che sembra prevedesse la scesa in campo della zia Alienor e davvero, quanto mi sarebbe piaciuto vedere la squinternata agente letteraria di Lara alle prese con pannolini e pappine, sono sicura che sarebbe stato molto divertente… questa è l’unica piccola pecca.
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