Recensione in anteprima: “Senza più scuse – Serie Marshals #1” di Mary Calmes
Il vicesceriffo federale Miro Jones è noto per la sua capacità di conservare la calma e il sangue freddo anche quando si trova sotto tiro. Queste qualità sono fondamentali per lavorare con il suo fenomenale partner, Ian Doyle, il tipo d’uomo in grado di scatenare un litigio in una stanza vuota. Nei tre anni trascorsi a lavorare e rischiare la vita insieme, il loro rapporto è cresciuto: dall’essere due sconosciuti sono diventati colleghi, e infine compagni di squadra affiatati e migliori amici. Miro nutre una fiducia cieca nell’uomo che gli copre le spalle, e forse qualcosa di più.
Tutti si aspettano che Ian, come sceriffo e soldato, prenda il comando, tuttavia la forza e l’autocontrollo che lo hanno portato al successo sul campo non funzionano negli altri ambiti della sua vita. Ian ha sempre trovato scuse per rifiutare qualsiasi legame, ma non avere né una casa né qualcuno da cui tornare lo sta lentamente divorando dentro. Col tempo, si è costretto ad ammettere che senza il suo partner non vale la pena andare da nessuna parte. Adesso tocca a Miro convincerlo che farsi catturare dai lacci del cuore non significa essere prigionieri.
“Guardarlo correre era uno spettacolo, ma avrei preferito non doverlo seguire tra pallottole fischianti, macchine in corsa e pugni volanti. Da quando ero diventato suo partner, il numero di cicatrici sul mio corpo era raddoppiato. Per me era una vittoria quando riuscivo a convincere Ian Doyle a mettersi il giubbotto antiproiettile prima di sfondare una porta o gettarsi a testa bassa verso l’ignoto. Negli anni, man mano che tornavamo con sospetti coperti di sangue, malviventi riacciuffati o testimoni, lo sguardo dei nostri colleghi era passato dal rispetto verso Ian alla compassione verso di me. Quando ero diventato suo partner, gli altri US Marshals, gli sceriffi federali, erano rimasti perplessi. Come mai l’ultimo arrivato – io – veniva affiancato a un ex-soldato delle Forze speciali, un Berretto Verde? Non aveva senso. Probabilmente pensavano che stessi ricevendo un vantaggio immeritato, che avessi vinto la lotteria. Ero un novellino, col rango più basso, com’era possibile che fossi al livello di Capitan America? Quello che gli altri non capivano era che Ian non proveniva da una carriera nella polizia, come la maggior parte di noi. Proveniva dall’esercito e quindi non era esperto nelle procedure della polizia o nel seguire la legge alla lettera. Invece, essendo nuovo, io sapevo ancora il manuale a memoria e per questo motivo il capo, il mio supervisore, lo aveva assegnato a me. Aveva una logica. Che fortuna. Doyle era un incubo, e sebbene io non fossi un Boy Scout, rispetto al suo atteggiamento da ‘prima spara, poi fai le domande’ apparivo come calmo e razionale. Dopo i primi sei mesi avevano smesso di guardarmi con invidia ed erano passati alla pietà.”
Se spesso durante le trame dei libri incontriamo agenti dell’FBI e ispettori di polizia, più raro è imbatterci negli U.S. Marshals sceriffi federali. Per chi come me non avesse ben presente le loro peculiarità, sono agenti di un’organizzazione di polizia che si occupa principalmente di trasporto di prigionieri, detenuti evasi, e protezione testimoni, sia per quanto riguarda aiutarli ad avere nuove identità sia nello scortarli e farli rimanere vivi nei processi più importanti. Ed è la protezione dei testimoni che da vita all’azione di questo primo libro, mentre i protagonisti sono Miro Jones e il suo compagno di squadra Ian Doyle sotto il comando di Sam Kage, e se quest’ultimo nome vi ricorda qualcosa, vi lascio un indizio “Questione di tempo” della stessa autrice.
Una cosa che alla Calmes riesce molto bene è creare personaggi con peculiarità uniche ed interessanti e anche in questa nuova serie ne abbiamo un esempio perfetto nei nostri due protagonisti. Miroslav Jones, nasce il giorno che la signora Perez, una delle tante assistenti sociali che si sono occupate di questo ragazzino, sempre pronto a mettersi nei guai ed avviato forse ad una carriera nel crimine, decide di cambiare in Jones, il cognome Chukovskaya che Miro aveva fino a quel giorno. Con questo, la signora Perez voleva dargli la possibilità di cambiare completamente la sua vita, dandogli un nuovo inizio; dopo le venti e passa case famiglia in cui non aveva ricevuto neppure il cibo sufficiente per sopravvivere e nessuno si era occupato di lui, viene messo nella casa di Redondo Beach, gestita sì come una caserma, ma in cui riceve le cure necessarie. Dopo aver fatto anche due lavori contemporaneamente, ottiene una borsa di studio e all’Università fa la conoscenza di quelle che rimarranno le sue migliori amiche anche una volta finiti gli studi, e riesce infine ad avere la carriera che ha sempre sognato, diventando un vicesceriffo. Da qualche anno è il compagno di lavoro di Ian Doyle, l’uomo che oltre che essere suo amico è anche il suo sogno segreto; peccato però, che abbia anche una fidanzata di nome Emma e parecchie ex. Ian del resto, non è solo uno sceriffo federale atletico e irruento poco ligio al regolamento, è anche una riserva dell’esercito nelle forze speciali Berretti Verdi e come tale ogni tanto sparisce in missioni segretissime di cui non può fare parola con nessuno. Inizialmente ha anche una fidanzata che tenta invano di farlo partecipe della sua vita, e una reputazione come amante tutt’altro che buona, le sue ex non hanno una grande opinione di lui e se ne vanno a lamentare spesso con Miro. Gran parte della loro vita la vivono in simbiosi sia sul lavoro che fuori, ed entrambi sono sempre preoccupati, quando separati, di non essere in grado di guardare le spalle del partner.
Mary Calmes mette questi due personaggi così ben tratteggiati al centro di una trama varia e articolata, piena di azione. Veniamo immediatamente catapultati nel pieno di un inseguimento in mezzo al traffico, assistiamo a cadute da balconi, veniamo presi di mira durante fughe mozzafiato in mezzo a colpi di pistole ed esplosioni, tentando di salvare importanti testimoni ed aiutando due ragazzi a rifarsi una vita. E mentre accade tutto questo, le amiche di sempre invitano Miro a lottare per quello che ha sempre desiderato: le ragazze hanno sempre visto qualcosa nell’atteggiamento di Ian che fa credere loro che ci sia speranza per i due, e la fine del suo fidanzamento è il momento giusto.
“Ma stiamo cambiando discorso. È talmente ovvio che sei innamorato del tuo partner,” disse Aruna con una certa serietà. “A che punto sei con la conquista?” “Ѐ etero,” annunciai, “come è sempre stato e sempre sarà. Le cose non cambieranno.” Aruna fece un verso di derisione, come se non avessi capito niente. “L’ho incontrato. L’abbiamo incontrato tutte noi, ma io sono stata in questa stessa stanza con lui e il modo in cui ti segue con gli occhi… Miro, tesoro, non è così etero.” “Lui…” “O forse lo è, ma vuole te,” suggerì Janet. “Cazzo, questo sarebbe davvero carino,” mormorò Catherine.
Ma deve essere lui a fare la prima mossa ed esporsi. Ammetto che il tipo di rapporto amoroso che si instaura fra i due mi ha lasciato abbastanza perplessa, ho faticato infatti nel vedere Ian così incline a lasciare a Miro il controllo della loro relazione, ma anche così pronto a lanciarsi in una storia con lui dopo essersi sempre comportato da etero senza nessun tentativo di tenerla nascosta, (ma questa è una mia considerazione personale). Anche la serenità priva di qualsiasi pregiudizio da parte di TUTTI gli altri sceriffi sotto il comando di Kage mi ha lasciata abbastanza incredula, in un mondo perfetto sarebbe l’atteggiamento giusto ma, non so perché, dubito che possa essere così facile. E questo anche se alcuni di loro vivono relazioni simili, e sono davvero in rapporti di amicizia.
È una serie che ha tantissime potenzialità che spero continuino ad essere ben sfruttate nei prossimi libri: c’è un vecchio spasimante di Miro che sembra intenzionato a ritornare sui propri passi e non arrendersi, ma anche un serial killer attualmente in prigione che sembra aver sviluppato un particolare e sicuramente pericoloso attaccamento per il giovane, e non dimentichiamoci del sicario latin lover in vena di filtrare. Le loro missioni sono spesso irte di pericoli , il tradimento è sempre dietro l’angolo, e per rendere ancora più difficile il loro neonato rapporto ci sono anche le missioni di Ian coperte da segretezza, insomma tanti spunti per rendere il tutto interessante. La scrittura di Mary Calmes è scorrevole e spesso divertente, la traduzione ben fatta e il libro si legge con grande piacere, sicuramente una buona scelta per chi come me ama le storie d’amore inserite in una trama con molta azione.
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